giovedì,Aprile 25 2024

Reddito di cittadinanza nel Vibonese e guai con la giustizia: 22 richieste di rinvio a giudizio

L’inchiesta è stata condotta sul “campo” dai carabinieri e dalla Guardia di finanza. Non manca chi è coinvolto in operazioni come Rimpiazzo, Imponimento, Rinascita Scott e Giardini segreti. Ecco tutte le accuse formulate dalla Procura

Reddito di cittadinanza nel Vibonese e guai con la giustizia: 22 richieste di rinvio a giudizio
Pantaleone Perfidio

Richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Vibo Valentia nei confronti di 22 indagati coinvolti in un’inchiesta concernente le irregolarità nella fruizione del c.d. “reddito di cittadinanza”. Un’inchiesta che nell’aprile dello scorso anno ha portato il gip del locale Tribunale, Marina Russo, a disporre un sequestro preventivo, per un totale di 80.672,53 eurofinalizzato a sottoporre a vincolo reale le somme di denaro indebitamente percepite. I beneficiari, all’atto della presentazione della domanda all’Inps, o durante l’erogazione del beneficio stesso, avrebbero omesso di comunicare di essere sottoposti a misura cautelare personale, anche a seguito di convalida dell’arresto o del fermo. In ogni caso, fra i beneficiari si trova davvero di tutto quanto a problemi con la giustizia. C’è chi infatti è stato condannato nell’inchiesta “Giardini segreti” e chi nell’inchiesta “Stammer 2”. Non mancano poi indagati sotto processo per le operazioni Rimpiazzo e Rinascita Scott, oltre che coinvolti nell’inchiesta antimafia denominata Imponimento. Rispetto all’avviso di conclusione indagini, una sola posizione non compare fra le richieste di rinvio a giudizio, ovvero quella di Pasquale Demarzo, 38 anni, di Dasà, residente a Leccio di Reggello in provincia di Firenze, il quale – difeso dall’avvocato Antonio Barilaro aveva ottenuto l’annullamento del sequestro della somma percepita con il reddito di cittadinanza. [Continua in basso]

Giovanni Castagna

Le richieste di rinvio a giudizio interessano quindi: Raffaele Figliano, 35 anni di Sant’Onofrio (contestata la percezione illecita di 1.500 euro); Lorenzo Cosentino, 41 anni, di San Nicola da Crissa (percezione contestata di 9mila euro); Salvatore Bonazza, 44 anni, nato in Germania, residente a Serra San Bruno (percezione illecita contestata pari a 8.859,22 euro); Graziano Spasaro, 45 anni, di Briatico (percepito 8.187,41 euro); Federico Aieta Artusa,  45 anni, di Briatico (percepito 9mila euro); Ippolito Fortuna, 62 anni, di Vibo Marina (percepito 4.881,40 euro); Maria Carmela Ciconte, 53 anni, originaria di Sorianello, residente a Vibo Marina (percepito 5.249,80 euro); Nazzareno Castagna, 56 anni, di Briatico (percepito 9.800 euro); Carlo Longo, 43 anni, di Portosalvo (percepito 991,66 euro); Giuseppe Caparrotta, 56 anni, di Bivona (percepito 2.000 euro); Francesco Federici, 58 anni, di Vibo Valentia (percepito 223,50 euro); Francesco Caridà, 54 anni, di Pizzo Calabro (percepito 1.390,19 euro); Giovanni Castagna, 50 anni, di Rombiolo (percepito 2.979,12 euro); Salvatore Forelli, 62 anni, di Tropea (1.999,32 euro); Francesco Mazzitelli, 27 anni, di Tropea (percepito 176,68 euro); Salvatore Carone, 42 anni, di Tropea (percepito 453,83 euro); Francesco De Benedetto, 37 anni, di Tropea (percepito 739,51 euro); Francesco Cortese, 51 anni, di Tropea (percepito 982,42 euro); Benito La Malfa, 86 anni, di Nicotera (percepito 3.146,59 euro); Pantaleone Perfidio, 35 anni, di Nicotera (percepito 1.499,97 euro); Massimiliano Mobilio, 35 di Ionadi (percepito 500 euro); Damiano Ciancio, 65 anni, di Acquaro (percepito 499,97 euro).

Raffaele Figliano, di Sant’Onofrio, è stato arrestato nel luglio del 2020 per detenzione illegale di armi e di munizioni (una pistola calibro 7,65 marca Beretta con matricola punzonata, due caricatori contenenti 23 proiettili dello stesso calibro e un caricatore calibro 22).

Graziano Spasaro è accusato di lesioni aggravate dall’uso di un’arma da fuoco e concorso in tentata estorsione. Viene ritenuto al vertice di una rete di spaccio di stupefacenti.

Ippolito Fortuna si trovava sotto processo dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia nell’ambito dell’operazione “Rimpiazzo” contro il clan dei Piscopisani e l’11 aprile scorso è stato condannato ad 8 anni di reclusione. Il 19 novembre 2020 è stato condannato in appello alla pena di 2 anni e 4 mesi nell’ambito dell’operazione antidroga denominata “Stammer 2”.

Maria Carmela Ciconte, originaria di Sorianello, residente a Vibo Marina, è imputata nel processo Rinascita Scott insieme al marito Leonardo Vacatello. Secondo l’accusa, marito e moglie avrebbero rivestito il ruolo di addetti al traffico di droga a Vibo Marina, coadiuvando in tale attività Antonio Vacatello, fratello di Leonardo, ed indicato come il capo ‘ndrina di Vibo Marina strettamente collegato al boss di Zungri Giuseppe Accorinti. I traffici di droga sarebbero iniziati nel mese di ottobre 2015 per arrivare all’attualità. Avrebbe omesso di comunicare, per quanto riguarda la percezione del reddito di cittadinanza, di essere stata sottoposta alla misura cautelare del divieto di dimora in Calabria.  

Giuseppe Caparrotta, di Bivona, è invece indagato dal 13 luglio del 2020 (prima posto ai domiciliari, poi con obbligo di firma ed attualmente tornato in libertà) in un’inchiesta della Procura di Torino.

Francesco Federici, di Vibo, è stato arrestato il 10 settembre dello scorso anno detenzione illegale di un fucile a pompa calibro 12, marca winchester, completo di munizionamento. E’ il padre di Luigi Federici, imputato nell’operazione Rinascita-Scott e ritenuto elemento del clan Pardea.

Il costruttore Francesco Caridà di Pizzo è coinvolto nell’operazione antimafia “Imponimento”. E’ accusato di aver operato direttamente sui cantieri di interesse del sodalizio degli Anello di Filadelfia, occupandosi di recapitare ad altri sodali, ovvero ad appartenenti di altre consorterie, messaggi provenienti dai vertici dell’organizzazione. Avrebbe inoltre permesso al sodalizio di mantenere un canale comunicativo con gli imprenditori vittime delle pretese estorsive, rendendosi disponibile per operazioni finalizzate all’acquisizione da parte della cosca di attività imprenditoriali ed immobili, in maniera schermata.

Giovanni Castagna di Rombiolo è anche lui noto alle forze dell’ordine. Nel giugno del 2019 è stato arrestato dalla polizia per detenzione illegale di 9,7 grammi di eroina, 1,5 grammi di sostanza stupefacente simile alla cocaina, nonché 1,3 grammi di marijuana.

Salvatore Forelli di Tropea è stato invece posto ai domiciliari nell’aprile 2020 per spaccio di sostanze stupefacenti.

Francesco Mazzitelli è invece indagato in un’operazione della Dda di Reggio Calabria con l’accusa di aver preso parte ad un’associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico con il compito di spacciare sul territorio di Tropea e nei centri limitrofi, ricevendo la sostanza stupefacente da Giuseppe Cacciola di Rosarno.

Salvatore Carone di Tropea si trova imputato nell’operazione Apate della Procura di Vibo con l’accusa di aver costituito un’associazione a delinquere finalizzata ai furti, così come Francesco De Benedetto, anche lui di Tropea. Francesco Cortese è stato invece arrestato nell’aprile 2018 per il reato di lesioni e poi sottoposto a misura cautelare ai domiciliari il 5 ottobre scorso, mentre Benito La Malfa nel maggio 2018 è stato arrestato (poi misura sostituita con l’obbligo di presentazione alla pg) per la detenzione illegale di una pistola con matricola abrasa.

Pantaleone Perfidio di Nicotera è stato condannato il 17 aprile 2020 a 7 anni e 2 mesi nell’ambito dell’operazione “Giardini segreti”, nata dopo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso, in ordine alle piantagioni di marijuana ritrovate nelle campagne fra Nicotera, Joppolo e Limbadi. Nell’agosto dello scorso anno è stato poi nuovamente arrestato (e quindi sottoposto all’obbligo di firma giornaliero) per detenzione di cocaina e marijuana.

Volto noto anche quello di Massimiliano Mobilio, più volte arrestato per detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti (obbligo di presentazione alla pg dal 31 luglio dello scorso anno). Damiano Ciancio di Acquaro ha invece precedenti per ricettazione, falso e truffa ai danni dello Stato. Avrebbe omesso di trovarsi agli arresti domiciliari eseguita il 22 ottobre 2020 nell’ambito di un procedimento penale istruito dalla Procura di Palmi.

Maria Carmela Ciconte

Le indagini sono state condotte dalla sezione di polizia giudiziaria della Procura di Vibo Valentia, Aliquota Guardia di finanza ed Aliquota Carabinieri. L’udienza preliminare dinanzi al gup è stata fissata per il 20 ottobre prossimo.

Il collegio difensivo

Impegnati nel collegio di difesa gli avvocati: Giuseppe Di Renzo, Tiziana Barillaro, Giuseppe Bagnato, Luigi La Scala, Elisabetta Solano, Giuseppe Pasquino, Giovanni Vecchio, Salvatore Sorbilli, Dario Mazzeo, Francesco De Luca, Francesco Arena, Antonino Cosentino, Francesco Capria, Sandro D’Agostino, Eugenio Penna, Giuseppe Morelli, Francesco Schimio, Nicola Pistininzi, Aldo Currà, Antonio Fuscà.

LEGGI ANCHE: Reddito di cittadinanza finito a condannati per gravi reati: 26 richieste di rinvio a giudizio a Vibo

Reddito di cittadinanza a Vibo ad indagati di Rinascita Scott: in 16 rinviati a giudizio

Articoli correlati

top