Omicidio Franzoni, ecco perché per la Cassazione vanno riviste le pene per i cugini Mantella
Il fatto di sangue, voluto dal clan Lo Bianco-Barba, è avvenuto nel 2002 nella frazione Portosalvo mentre la vittima si trovava in auto. Esecutori materiali i lametini
Depositate dalla prima sezione penale della Cassazione le motivazioni della sentenza con la quale il 10 settembre scorso ha posto alcuni punti fermi sull’omicidio – aggravato dalle finalità mafiose – dell’allora 29enne Mario Franzoni. Un fatto di sangue commesso il 21 agosto del 2002 a Portosalvo mentre la vittima si trovava a bordo della sua Fiat Punto dopo essere rientrato in paese per un periodo di vacanza proveniente da Mariano Comense.
La Cassazione ha annullato con rinvio, ma solo in ordine al trattamento sanzionatorio, la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro pronunciata nei confronti di Salvatore Mantella, 48 anni, di Vibo Valentia. per l’omicidio Franzoni. In primo grado la condanna del gup distrettuale (al termine di un processo celebrato con rito abbreviato) nei confronti di Salvatore Mantella era stata pari ad anni 30, pena poi ridotta in appello ad anni 16. Salvatore Mantella è difeso dagli avvocati Diego Brancia e Riccardo Caramello. Annullata con rinvio dalla Cassazione anche la condanna a 6 anni e 6 mesi in appello rimediata da Andrea Mantella, 50 anni, di Vibo Valentia, collaboratore di giustizia. In questo caso l’annullamento della condanna è dovuto al mancato riconoscimento della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro della continuazione per Andrea Mantella della pena rimediata per omicidio con altro reato. [Continua in basso]
La Suprema Corte nelle motivazioni della decisione spiega che nei confronti di Salvatore Mantella, la Corte d’Appello di Catanzaro ha errato nel calcolo della pena in quanto ha conteggiato pure il reato di danneggiamento seguito da incendio che invece era già stato dichiarato prescritto dal giudice di primo grado. Da qui l’annullamento con rinvio. Stessa decisione (annullamento con rinvio) anche nei confronti di Andrea Mantella in quanto i giudici d’appello non hanno risposto ad uno dei motivi di impugnazione fatti dall’imputato rispetto alla sentenza di primo grado. Andrea Mantella lamentava infatti dinanzi ai giudici di secondo grado il mancato riconoscimento, nella determinazione della pena in primo grado, della continuazione con altro reato oggetto di una sentenza passata in giudicato nel 2011. La Corte d’Appello di Catanzaro ha sul punto omesso qualunque motivazione e da qui l’annullamento con rinvio anche nei confronti di Andrea Mantella. Le pene per i cugini Mantella andranno quindi rideterminate ad opera di una diversa sezione della Corte d’Appello di Catanzaro che dovrà motivare sui punti indicati dalla Cassazione.
Secondo l’accusa, Franco Barba e Andrea Mantella sarebbero stati i mandanti del fatto di sangue (oltre ai defunti Francesco Scrugli, ucciso nel 2012, e Carmelo Lo Bianco, alias “Piccinni”, il boss dell’omonimo clan di Vibo morto in carcere), ma la posizione di Franco Barba è stata separata da quella degli altri imputati ed ancora non definita processualmente. Nazzareno Mantella – fratello di Andrea Mantella – secondo l’originaria accusa, avrebbe curato insieme a Salvatore Mantella (quest’ultimo accusato, oltre che dal cugino Andrea Mantella anche dal collaboratore Domenico Giampà, cioè da uno degli esecutori materiali dell’omicidio) di essere la logistica dell’omicidio fornendo le armi e un motorino ai killer. Nazzareno Mantella è stato però già assolto in appello “per non aver commesso il fatto” in data 26 ottobre 2021 dopo aver rimediato 20 anni in primo grado (era difeso in appello dagli avvocati Antonio Porcelli e Salvatore Sorbilli). Domenico e Vincenzo Giampà di Lamezia Terme sarebbero stati invece gli esecutori materiali del fatto di sangue con il secondo che avrebbe guidato la moto con a bordo i due. Contestati anche i reati di concorso in detenzione di armi illegali e ricettazione.
Andrea Mantella, a differenza degli altri collaboratori, aveva indicato anche le ragioni dell’omicidio da ricercare nel fatto che Mario Franzoni aveva picchiato e poi puntato la pistola e colpito in faccia i figli di Franco Barba, di nome Bruno ed Enzo.
In cambio dell’omicidio, Andrea Mantella e Francesco Scrugli avrebbero ottenuto dal costruttore Franco Barba (la cui posizione è stata stralciata) due villette gratis a Vibo Valentia.
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