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Bartolomeo Arena: «Scrugli? Da ragazzo faceva l’apprendista gommista da mio padre»

Le rivelazioni inedite del collaboratore di giustizia, che si è recato pure ai funerali quando è stato ucciso il braccio destro di Andrea Mantella, nel processo Petrol Mafie in corso a Vibo. Il legame con i Piscopisani e le visite in ospedale unitamente al cugino Giuseppe Pugliese Carchedi

Bartolomeo Arena: «Scrugli? Da ragazzo faceva l’apprendista gommista da mio padre»
Il quartiere S.Aloe e nel riquadro Francesco Scrugli
Francesco Scrugli

Svela particolari inediti anche sulla figura di Francesco Scrugli, il collaboratore di giustizia Bartolomeo Arena nel corso del processo Petrol Mafia in corso di svolgimento dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia. Conosco Francesco Scrugli da quando era un ragazzino, perché Scrugli faceva l’apprendista nell’officina di mio padre, perché mio padre aveva aperto per un periodo un’attività di gommista nei pressi di via Alcide De Gasperi e Francesco Scrugli veniva a fare l’apprendista. Poi da lì – svela il collaboratore – è rimasta sempre l’amicizia, l’ho conosciuto e ci siamo quasi sempre rispettati fino a quando è morto. Un po’ di meno negli ultimi periodi perché avevamo avuto un piccolo diverbio, però quando l’hanno ucciso in un agguato a Vibo Marina, io al funerale sono andato. Scrugli è stato ucciso poiché all’epoca c’era la contrapposizione tra i Piscopisani e i Patania di Stefanaconi e Scrugli lo ritenevano responsabile di essere stato uno dei killer di Fortunato Patania. In quel periodo lui appoggiava tanto i Piscopisani e usciva sempre con Battaglia Rosario, con Rosario Fiorillo e Raffaele Moscato, li ha frequentati tantissimo, si è buttato anima e corpo con i Piscopisani e questo ve lo dico perché li vedevo io là davanti, capitava spesso che salutassi Battaglia Rosario mentre era in compagna di Scrugli Francesco, anche perché io e Scrugli abitavamo a trenta metri di distanza, nelle stesse case popolari di via Sant’Aloe. Alla fine Scrugli è diventato un bersaglio pure lui, sia dei Patania, che in quel periodo erano appoggiati da Pantaleone Mancuso, detto Scarpuni. Francesco Scrugli era il braccio destro di Andrea Mantella”. [Continua in basso]

Le fonti di Bartolomeo Arena

Giuseppe Pugliese Carchedi

Oltre ad una conoscenza diretta di alcuni avvenimenti come la vicinanza visiva di Francesco Scrugli ai Piscopisani, Bartolomeo Arena ha anche svelato le altre fonti dalle quali avrebbe appreso quanto dichiarato. “Queste cose le so – ha riferito il collaboratore – perché con Scrugli eravamo dello stesso quartiere, anche se non avevamo a che fare criminalmente. Io ho avuto a che fare sia con Scrugli che con Mantella quando sono usciti, quando sono iniziati ad uscire dopo l’omicidio Manco. Andrea Mantella era ricoverato in ospedale e io andavo a trovarlo spesso con mio cugino, Giuseppe Pugliese Carchedi. Alcune volte incontravo pure Francesco Scrugli e quindi tante cose io le sapevo pur non avendo fatto niente criminalmente con loro. Quello che non riuscivo a sapere io direttamente, l’ho saputo tramite mio cugino, Giuseppe Pugliese Carchedi, perché faceva parte pure lui del gruppo Mantella, e poi ho saputo tante cose pure da Francesco Antonio Pardea e dallo stesso mio zio, Domenico Camillò e da Antonio Macrì, perché erano tutte persone che erano vicinissime ad Andrea Mantella”.

Francesco Scrugli è stato ucciso in un agguato a Vibo Marina avvenuto nel quartiere Pennello il 21 marzo 2012. Nell’occasione sono stati feriti Rosario Battaglia e Raffaele Moscato. Per tale fatto di sangue, al termine dell’operazione antimafia denominata “Gringia”, sono stati condannati all’ergastolo quali mandanti Giuseppina Iacopetta (vedova di Fortunato Patania di Stefanaconi ucciso nel settembre 2011) ed i figli Saverio, Giuseppe e Salvatore Patania. Carcere a vita anche per Pantaleone Mancuso (detto Scarpuni). Il padre di Bartolomeo Arena – Antonio Arena – è sparito per “lupara bianca” nel 1985. Elemento di spicco del clan Fortuna-Lo Bianco-Barba, secondo diversi collaboratori di giustizia sarebbe rimasto vittima di un tranello ordito dal clan Mancuso. Una scomparsa, in ogni caso, rimasta ad oggi impunita. Giuseppe Pugliese Carchedi è stato invece ucciso il 17 agosto del 2006 sulla strada che collega Pizzo a Vibo Marina.

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