venerdì,Aprile 19 2024

Operazione Olimpo: ai domiciliari due funzionari della Prefettura di Vibo

Sono accusati di aver rivelato all’imprenditore Costantino Trimboli notizie riservate su alcune interdittive antimafia. Uno è il segretario del prefetto

Operazione Olimpo: ai domiciliari due funzionari della Prefettura di Vibo
La sede della Prefettura e Roberta Lulli, prefetto di Vibo Valentia

Ci sono anche due funzionari della Prefettura di Vibo fra gli arrestati dell’operazione Olimpo finiti ai domiciliari. Si tratta di Rocco Gramuglia, 54 anni, di Barritteri (frazione di Seminara) – segretario del prefetto di Vibo – e Michele Larobina, 65 anni, di Arena. Sono accusati di rivelazione di segreti d’ufficio (relativa all’istruttoria di un’informativa interdittiva antimafia) in favore dell’imprenditore Costantino Trimboli (indagato a piede libero). Secondo l’accusa, Costantino Trimboli, in qualità di titolare di fatto della società F94 Srl – società deputata alla gestione di strutture turistiche adibite al servizio di accoglienza migranti per il tramite dell’associazione “Monteleone Protezione Civile”, accreditata presso la Prefettura di Vibo Valentia – provvedeva anche a tutti i servizi di alloggio per gli extracomunitari, in violazione del divieto di cessione totaleo parziale di subappalto. Il dato si rileva dall’interdittiva antimafia emessa a carico della Cooperativa Sociale “Monteleone Servizi” il 6 ottobre 2017. [Continua in basso]

L’associazione Monteleone aveva poi stipulato un accordo di servizi con la società F94 Srl, e la Prefettura di Vibo aveva ravvisato un contratto di subappalto di servizi. La stessa società F94 Srl, infine, era suta colpita da provvedimento di interdittiva antimafia in data 6.10.2017. L’accusa mossa dalla Dda e dalla polizia riguarda quindi la rivelazione dell’esistenza di una istruttoria relativa ad un’interdittiva antimafia a carico della Cooperativa Sociale “Monteleone Servizi” e di dettagliati elementi informativi sulla F94 Srl ed in particolare sulle figure di Trimboli Costantino – in veste di socio e padre dell’amministratore unico della società – Trimboli Francesco, e di Zinghini Lucy, moglie di Trimboli Costantino e amministratore unico della Immobilholiday srl. Le indagini prendono le mosse da una conversazione, captata in data 3 luglio 2017, intervenuta tra La Robina Michele e Gramuglia Rocco, durante la quale gli stessi parlavano della ricerca di un documento che ineriva una vicenda che interessava Costantino Trimboli e che investiva una società riconducibile alla moglie dello stesso. Il tutto era poi riscontrato dalla nota n. prot. 0002027, inviata alla Prefettura di Vibo Valentia dalla Questura di Vibo Valentia in data 10 maggio 2017.In una successiva conversazione, captata il 3 luglio 2017 Rocco Gramuglia confermava a Michele La Robina di aver trovato il documento ricercato, specificando di averne trovato anche un altro proveniente dalla Questura e che entrambi i documenti sarebbero stati posti in visione (verosimilmente al Trimboli).Le due interdittive risultano inviate agli enti preposti in data 9 ottobre 2017. “L’attività di indagine espletata rende evidente – ha rimarcato il gip – la sussistenza dell’ipotizzato delitto di rivelazione di segreti d’ufficio: l’attività intercettiva ed i riscontri documentali hanno consentito di scandire le varie fasi del delitto”.[Continua in basso]

La seconda accusa mossa a Gramuglia e Larobina

Si contesta in questo caso a Michele La Robina e Rocco Gramuglia la condotta di rivelazione di segreti d’ufficio a Trimboli Costantino, aventi ad oggetto il numero di domande pervenute con riferimento ad un bando di gara per l’affidamento dei servizi di accoglienza a favore di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale. In questo caso, però, ad avviso del gip, non risultano integrati i gravi indizi di colpevolezza perché la legge sugli appalti pubblici “prescrive che non può essere comunicato a terzi l’elenco dei soggetti che hanno presentato offerte; ne deriva allora che, applicando tali principi al caso di specie, non può ritenersi integrato il reato di rivelazione di segreti d’ufficio, consistente, secondo la prospettazione accusatoria, nella condotta del Gramuglia che ha rivelato al Trìmboli unicamente il numero delle domande depositate.Tale condotta, infatti – evidenzia il gip – oltre a non aver disvelato l’effettivo e nominativo elenco dei soggetti che avevano presentato offerte, non consente di prefigurare la causazione di un ipotetico danno alla pubblica amministrazione”.

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