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Operazione Olimpo: i La Rosa e i Mancuso imponevano tangenti anche alle ditte dei trasporti

Nel mirino a Tropea pure un imprenditore operante nel settore dei pullman. Il boss Tonino La Rosa: «Ho perso la pazienza, o paga oppure non lavora più»

Operazione Olimpo: i La Rosa e i Mancuso imponevano tangenti anche alle ditte dei trasporti
Una veduta dall'alto di Tropea e nel riquadro i fratelli Francesco e Antonio La Rosa e il boss Luigi Mancuso

Sarebbero finiti nel mirino dei clan anche imprenditori operanti nel settore dei trasporti. L’operazione Olimpo fa luce su molteplici episodi estorsivi e, fra questi, pure quello in danno di Nicola Troiolo, al quale è riconducibile la “Troiolo Linee srl”. In questo caso la richiesta estorsiva – stando all’inchiesta – sarebbe stata avanzata dalla ‘ndrina dei La Rosa e dai Mancuso. Utili alle indagini si sono rivelate sia le intercettazioni e sia le immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza della zona. [Continua in basso]

Il dipendente in contatto con i La Rosa

Luigi Mancuso

E’ il 12 settembre 2018 quando gli inquirenti captano la conversazione tra un dipendente dell’impresa di trasporti Troiolo, tale Alberto Pannace, 40 anni, di San Gregorio d’Ippona (indagato) il quale si sarebbe proposto come mediatore tra i La Rosa e “quello dell’autobus’, offrendo di garantire il contatto in prima persona venendo, tuttavia, dissuaso da Antonio La Rosa, che manifestava piuttosto la volontà di coinvolgere direttamente il fratello Francesco, che era tornato libero”. Il gip ritiene quindi raggiunta la gravità indiziaria, per tale specifica contestazione, nei confronti di Antonio La Rosa, 61 anni, e Francesco La Rosa, 52 anni, di Tropea, nonché per Luigi Mancuso, 69 anni, di Limbadi. Sarebbero stati loro gli ideatori del proposito criminale, che si inserisce nel più ampio disegno di controllare tutte le attività imprenditoriali ed economiche della zona, oltre ad essere i destinatari dei pagamenti.

Alberto Pannace e Pasquale Megna, 32 anni, di Nicotera (carcere) sono invece accusati di essere stati gli esecutori materiali ed i coadiutori dei primi. “Non vi sono dubbi, quantomeno a livello di gravita indiziaria – rimarca il gip – che il gruppo dei La Rosa, tramite Alberto Pannace, rivolgeva la richiesta estorsiva, avente ad oggetto una somma di denaro, nei confronti di Troiolo. Il tenore delle conversazioni è chiaro e lineare, permettendo così di scandire le varie fasi del delitto e l’identificazione dei soggetti coinvolti”.

Antonio La Rosa e la pazienza persa

Antonio La Rosa

E’ una conversazione intercettata il 25 maggio 2019 a far comprendere agli inquirenti che Antonio La Rosa aveva informato il fratello Francesco del fatto che aveva inviato alcuni avvertimenti a “quello dei pullman”, il quale non si era presentato agli appuntamenti fissati, e che ora aveva perso la pazienza (Tonino La Rosa: “Gliel’ho detto che fino a mercoledì, giovedì prossimo lavorate tranquilli, ora da giovedì prossimo non si lavora più”).

Successivamente, in data 30 maggio 2019, Alberto Pannace riferiva ai La Rosa di aver dialogato con Troiolo e di avergli fatto notare – evidenzia il gip – di aver trascurato i propri impegni, cosa che l’interessato riconosceva come vera. Antonio La Rosa – nell’invitare l’interlocutore a non insistere oltre – opponeva il fatto di essersi visto, in passato, con l’interessato (ovvero con Nicola) quando era convenuto a lui e di essere sempre stato a sua disposizione. Ciò – ad avviso del gip –dimostra, quindi, la retrodatazione del rapporto”.

In data 14 agosto 2019 Alberto Pannace, dopo aver avuto contatti con Francesco La Rosa, veniva quindi ripreso dal sistema di videosorveglianza cittadino mentre si dirigeva, a bordo dell’autocarro riportante il logo “Troiolo” (di proprietà di Nicola Troiolo), nel centro di Tropea e qui si incontrava con Antonio La Rosa al quale consegnava una busta. “Esplicative risultano le conversazioni intercettate nella fase temporale immediatamente successiva nella quale Antonio La Rosa – sottolinea il gip – procedeva ad un conteggio (dai rumori percepiti è stato desunto trattarsi di banconote) alla presenza della moglie e della nipote”.

Francesco La Rosa

Immediatamente dopo seguiva una conversazione tra Antonio La Rosa e Pasquale Megna, nella quale, con linguaggio evidentemente criptico, il primo dava conto al secondo dei soldi ricevuti dal Troiolo, facendo così emergere anche il ruolo di collegamento che Megna svolgeva con i Mancuso. Ecco l’intercettazione: (Tonino La Rosa: Sono venuto a portarti i cosi… Hai fatto il conto?; Pasquale: si; Tonino: Apposto! Me lo saluti che dopo ci vediamo; Pasquale: Quanto ha messo? Di che sono…; Tonino: questi sono questo del pul… che gli hanno fatto il pagamento in ritardo).

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