Arresti nel Crotonese, cittadini dai boss per ottenere “giustizia”
Diversi gli episodi documentati dai carabinieri: chi era vittima di atti illeciti si rivolgeva al locale di Cirò invece che alle autorità preposte

Il controllo del territorio da parte degli affiliati al locale di Cirò (Kr) si manifestava anche ‘amministrando’ giustizia fra cittadini vittime di atti illeciti che spesso si rivolgevano a loro, invece che alle istituzioni preposte, per ottenerne la riparazione. Così come all’organizzazione criminale si rivolgevano coloro che intendevano intraprendere un’attività commerciale al fine di ottenere il ‘nulla osta’ da parte della consorteria. È uno degli spaccati che emergono dall’indagine della Dda di Catanzaro che questa mattina ha portato a 31 arresti contro altrettante persone ritenute affiliate alla cosca Farao Marincola. A titolo esemplificativo, gli inquirenti citano i furti di un autocarro e quelli compiuti ai danni di un bar e in un appartamento nel Villaggio Volvito. E ancora alla richiesta di nulla osta per aprire un negozio di frutta e verdura. Emblematico, sotto il profilo del controllo del territorio di Cirò da parte della cosca e di come la stessa operi al fine di conseguire il consenso della popolazione, risulta altresì l’episodio relativo all’allontanamento di una prostituta di colore dal territorio di Cirò: “la nera di là va tolta, la acchiappo a calci nelle gambe” è una delle conversazioni in proposito intercettate dai carabinieri tra affiliati alla cosca. I quali avevano delle vere e proprie basi operative, nello specifico un bar e un negozio di autoricambi, ove sostavano abitualmente i vertici dell consorterie per poter incontrare in qualsiasi momenti i componenti di altre organizzazioni criminali o i cittadini che avevano bisogno di rivolgersi a loro per dirimere le proprie questioni private. (Agi)
LEGGI ANCHE: Operazione antimafia in Calabria: oltre 30 arresti