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Rinascita Scott: Giuseppe Barbieri e i familiari si dissociano dalla scelta di Onofrio di collaborare con la Dda

I due fratelli di Sant’Onofrio si trovano imputati nel maxiprocesso con l’accusa principale di associazione mafiosa (clan Bonavota). Con una missiva alla nostra redazione viene presa una netta distanza dalla decisione del 43enne di avviare un percorso di collaborazione con la giustizia

Rinascita Scott: Giuseppe Barbieri e i familiari si dissociano dalla scelta di Onofrio di collaborare con la Dda
La piazza di Sant'Onofrio e nei riquadri Giuseppe Barbieri ed Onofrio Barbieri
Giuseppe Barbieri

Prendono decisamente le distanze dalla scelta di Onofrio Barbieri di collaborare con la giustizia, i familiari di Giuseppe Barbieri – fratello del primo -, anche quest’ultimo tra gli imputati del maxiprocesso Rinascita Scott. Lo fanno attraverso una missiva inviata alla nostra redazione con la quale intendono pubblicamente “dissociarsi dalla scelta presa da Onofrio Barbieri di collaborare con la giustizia e con la Dda di Catanzaro”. Giuseppe Barbieri, 50 anni, di Sant’Onofrio) e la sua famiglia, dunque, non intendono avallare la scelta del congiunto di avviare un percorso di collaborazione con gli inquirenti dopo la condanna definitiva a 30 anni di reclusione per l’omicidio di Domenico Di Leo, alias “Micu Catalanu”, ucciso a Sant’Onofrio in via Tre Croci il 12 luglio 2004, ed anche per l’omicidio di Raffaele Cracolici, alias “Lele Palermo”, ucciso il 4 maggio 2004 a colpi di arma da fuoco a Pizzo Calabro. Onofrio Barbieri – oltre che in Rinascita Scott – è inoltre imputato pure per l’omicidio di Domenico Belsito, ucciso a Pizzo il 18 marzo 2004 lungo via Nazionale. Giuseppe Barbieri èinvece imputato nel processo Rinascita Scott con l’accusa principale di associazione mafiosa (clan Bonavota di Sant’Onofrio) con un presunto ruolo nel settore delle estorsioni per conto della cosca. Nessuna adesione, dunque, alla scelta di Onofrio Barbieri di raccontare agli inquirenti fatti e misfatti del clan Bonavota. Resta da capire se il nuovo aspirante collaboratore di giustizia renderà dichiarazioni anche contro il fratello Giuseppe. In ogni caso non è la prima volta che alcuni familiari di collaboratori di giustizia si dissociano dalla scelta dei congiunti. Era già successo con i familiari di Nicola Figliuzzi di Sant’Angelo di Gerocarne i quali – anche loro con una missiva alla nostra redazione – avevano inteso dissociarsi pubblicamente dalla scelta del congiunto di collaborare con la Dda di Catanzaro.

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