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Rinascita Scott e enti locali parti civili, tanta “confusione” ma solo le sentenze chiariranno ogni aspetto

Cinque Comuni del Vibonese non hanno rassegnato in Assise le conclusioni scritte nel troncone riguardante gli omicidi ed un sequestro di persona ma l’hanno invece fatto nei filoni dove viene contestato il reato associativo. Ecco tutte le possibili conseguenze

Rinascita Scott e enti locali parti civili, tanta “confusione” ma solo le sentenze chiariranno ogni aspetto
Luigi Mancuso

Rinascita Scott e parti civili. Un “capitolo” che tiene banco dopo l’ultima udienza del processo Rinascita Scott in Corte d’Assise a Catanzaro (troncone degli omicidi) e una delle ultime udienze del processo Petrol Mafie in corso dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia. Tanta la “confusione” delle ultime ore sulla quale è bene fare chiarezza. Partiamo dal processo Petrol Mafie in corso di svolgimento dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia (Grillone presidente) e che il 26 ottobre scorso ha registrato le richieste di pena da parte della Dda di Catanzaro al termine della requisitoria portata avanti dai pm Andrea Mancuso, Antonio De Bernardo e Andrea Buzzelli. Tutti i Comuni indicati quali parti lese (e quindi parti civili nel processo) hanno rassegnato le loro conclusioni scritte, tranne quello di Nicotera. Per il Comune di Limbadi era presente in aula l’avvocato Giulio Ceravolo che ha rassegnato le proprie conclusioni (richiesta di risarcimento danni per un totale di 700mila euro e una provvisionale di 250mila euro) nei confronti di tutti gli imputati di Petrol Mafie, compreso l’imputato Luigi Mancuso la cui posizione in Petrol Mafie è confluita da uno stralcio di Rinascita Scott nel quale era imputato. Lo stesso Comune di Limbadi – sempre con l’avvocato Giulio Ceravolo – risulta poi regolarmente costituito anche nel troncone in abbreviato del processo Petrol Mafie giunto alla fase dell’appello. In Petrol mafie hanno poi rappresentato le proprie conclusioni all’udienza del 26 ottobre scorso i seguenti Comuni: Sant’Onofrio (avvocato La Monica), Vibo Valentia, Ionadi, Maierato e Mileto (ma solo nei confronti dell’imputato Luigi Mancuso e non nei confronti di tutti gli altri imputati), San Costantino Calabro, Tropea e Cessaniti. Conclusioni scritte anche per la Provincia di Vibo Valentia (avvocato Pisani), la Regione Calabria, la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dell’Interno, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l’Agenzia delle Entrate, l’associazione Antiracket (avvocato Giovanna Fronte).

Processo Rinascita Scott troncone omicidi

Giuseppe Accorinti, Saverio Razionale e Domenico Bonavota

Più complessa qui la situazione. L’operazione Rinascita Scott si è divisa in 6 tronconi: il principale per il reato associativo è in attesa della sentenza di primo grado, con il Tribunale di Vibo Valentia che si trova in camera di consiglio per 343 imputati; il troncone degli imputati che hanno scelto il rito abbreviato (74) si è invece già concluso con la sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro; il troncone concluso il 10 settembre 2021 con il quale la Corte d’Assise di Catanzaro ha condannato tre imputati per tentata estorsione mafiosa (derubricando così l’accusa di sequestro di persona) e tra gli imputati condannati c’è Saverio Razionale; il troncone che vede quale unico imputato Giuseppe Accorinti di Zungri dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo (dopo lo stralcio dal maxiprocesso); il troncone che vede la posizione di Luigi Mancuso confluita in Petrol Mafie; infine il troncone degli omicidi (oltre ad un sequestro di persona) in corso dinanzi alla Corte d’Assise di Catanzaro. Proprio in tale ultimo processo, il 9 novembre scorso la Dda di Catanzaro ha chiesto – al termine della requisitoria – tre condanne a 30 anni di reclusione a testa per gli imputati accusati di sequestro di persona (Antonio Vacatello di Vibo Marina, Maurizio Pantaleo Garisto di Zungri e Valerio Navarra di Pernocari). Le richieste di condanna all’ergastolo per i fatti di sangue interessano invece: Giuseppe Accorinti, 64 anni, di Zungri, Saverio Razionale, 63 anni, di San Gregorio d’Ippona, Domenico Bonavota, 43 anni, di Sant’Onofrio, Antonio Ierullo, 53 anni, di Vallelonga, Vincenzo Barba, 71 anni, di Vibo Valentia. In tale processo, la Provincia di Vibo Valentia aveva inviato le proprie conclusioni tramite pec alle ore 14. Una procedura che il presidente della Corte d’Assise non ha ammesso ritenendola «irrituale e tardiva» (si vedrà anche qui come andrà a finire, atteso che la Corte non aveva comunque fissato alcun orario per le conclusioni delle parti civili). Non hanno invece presentato le conclusioni scritte i Comuni di Zungri, Pizzo, Filandari e Filogaso.

Conseguenze giuridiche

Se tanto si è discusso in questi giorni sulla mancanza di conclusioni scritte nel troncone di Rinascita Scott riguardante gli omicidi da parte dei Comuni di Zungri, Pizzo, Filandari, Filogaso, alcune puntualizzazioni appaiono doverose. Innanzitutto tali Comuni risultano tutti costituiti parti civili nei tronconi di Rinascita Scott (ordinario e abbreviato) riguardanti il reato associativo. L’hanno fatto già in udienza preliminare e quindi è tutto da vedere se non presentando conclusioni scritte nel troncone degli omicidi, la Corte li considererà alla fine decaduti dalla costituzione di parte civile (vige pur sempre per le parti civili il “principio di immanenza“, cioè il diritto per le parti civili di rimanervi “in ogni stato e grado del processo”) e, dunque, dalla possibilità di poter comunque procedere successivamente con un’azione civile per il risarcimento dei danni nei confronti degli imputati. Le determinazioni della Corte d’Assise al riguardo si potranno conoscere solo al momento della sentenza, anche se allo stato appare quasi probabile la decadenza in Assise in mancanza di conclusioni scritte. Di certo la richiesta di risarcimento dei danni nei confronti dei medesimi imputati presenti in Assise è possibile per tali Comuni in quanto si sono regolarmente costituiti nel troncone di Rinascita Scott in cui è contestato il reato associativo dove figurano gli stessi imputati. Gli stessi tranne il caso dell’imputato Antonio Ierullo di Vallelonga che figura solo in Corte d’Assise. Ma anche qui è tutto da vedere se i Comuni di Zungri, Pizzo, Filandari e Filogaso – che non hanno rassegnato conclusioni scritte attraverso i rispettivi avvocati (assenti) – avrebbero poi potuto avanzare richieste di risarcimenti danni anche nei confronti di tale imputato (Ierullo) accusato di aver preso parte al duplice omicidio Cracolici-Furlano avvenuto nel territorio di Vallelonga nel 2002 su ordine del clan Bonavota di Sant’Onofrio. Per capirne di più, dunque, occorrerà più che mai attendere le sentenze. E questo vale sia per quella della Corte d’Assise che prende in esame i fatti di sangue ed un sequestro di persona, sia per quella principale del Tribunale di Vibo riguardante i 338 imputati del maxiprocesso, sia lo stralcio di Rinascita Scott che vede quale unico imputato (associazione mafiosa e reati-fine) Giuseppe Accorinti di Zungri (qui il Comune di Zungri è presente con l’avvocato Paolo Del Giudice), sia la sentenza Petrol Mafie di primo grado dove è confluita la posizione di Luigi Mancuso per quanto attiene le contestazioni di Rinascita Scott (associazione mafiosa e reati-fine). Solo all’esito delle sentenze si potrà capire compiutamente se il percorso giuridico seguito da alcuni enti locali sia stato corretto o meno, così come saranno frutto di adeguata analisi anche la posizione di qualche legale di parte civile che non si è fatto troppi problemi in questi mesi a farsi immortalare in foto pubbliche (a processo in corso) in compagnia di imputati a piede libero di Rinascita Scott.

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