giovedì,Aprile 25 2024

Alberto, innamorato della vita, volato via troppo presto

Il commosso ricordo di Alberto Pungitore, 19enne di Filadelfia stroncato da un infarto domenica scorsa. Una morte che ha lasciato attoniti quanti l’hanno conosciuto.

Alberto, innamorato della vita, volato via troppo presto

«Non è facile scrivere chi eri in poche parole e soprattutto in questo momento. Ma una frase che a te piaceva molto recitava: “…la felicità non nasce dal caso, ma dalle nostre scelte!”. Questa è la frase che ti appartiene e ti rispecchia». È l’inizio del commovente messaggio che Cristiano, suo compagno di classe per cinque anni all’Istituto tecnico per geometri di Vibo, ha scritto in ricordo dell’amico Alberto Pungitore, 19 anni, di Filadelfia, letteralmente strappato alla vita da un infarto, domenica scorsa, mentre si trovava nella tranquillità delle mura domestiche. Una morte, la sua, inspiegabile e assurda, che ha scosso profondamente la comunità e quanti tra amici, compagni e conoscenti, avevano avuto modo di conoscerlo apprezzando le molti doti di un ragazzo per bene, incline allo studio e alla giovialità, sempre pronto ad aiutare gli altri.

Un vuoto incolmabile per la sua famiglia, che a Filadelfia è titolare di una conosciuta impresa edile, e che mette fine alle tante aspirazioni di Alberto, che amava il calcio e la musica da discoteca e che nella vita aveva grandi progetti, primo tra tutti quello di diventare architetto, apprestandosi ad iniziare gli studi a Reggio Calabria. E il suo amico Cristiano, come tanti altri alla notizia del lutto, gli ha dedicato commosse parole che avrebbe voluto pronunciare egli stesso al funerale, svoltosi martedì a Filadelfia, ma che non ha potuto fare trovandosi fuori sede per motivi di studio. Tantissimi altri hanno omaggiato Alberto in una chiesa che, a stento, è riuscita a contenere la folla giunta a tributare l’ultimo saluto a quel «ragazzone alto, solare, disponibile con i compagni, sempre sorridente, che andava d’accordo con tutti e non faceva mai discussioni con nessuno».

«Cioè, è proprio vero – prosegue l’amico Cristiano -, la felicità non nasce dal caso, ma non nasce neanche se non possiamo fare le nostre scelte. A te purtroppo il destino non ha dato scelta né il tempo di portare a termine i tuoi progetti. Proprio a te che fino ad oggi il destino lo hai affrontato con spensieratezza e con il sorriso stampato in faccia, ma soprattutto con tanta felicità da vendere. Potremmo dire di conoscerti poco e qualcuno potrebbe anche dire che per noi sei stato un compagno di classe solo per cinque anni, ma nessuno di noi lo è stato. Siamo stati fratelli nel bene e nel male e spesso senza saperlo; ogni giorno lo saremo sempre più anche perché non sarà facile dimenticarti. Non servirà neanche guardare il sole per ricordare il tuo sorriso perché da oggi sapremo che qualcosa splenderà più di lui. Questo non è il nostro ultimo saluto, prima o poi ci rivedremo tutti per passare tutto il tempo che vogliamo insieme. Per noi resterai l’Alberto che conoscemmo cinque anni fa, il ragazzone con la voglia di ridere e far divertire e che davanti a nessun ostacolo si sarebbe fermato o abbattuto. Questo è l’incubo da cui tutti vorremo svegliarci in questo momento e speriamo lo sia veramente. Ciao fratello!»

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