Maestrale, i rapporti tra Peppone Accorinti e l’avvocato Sabatino nella requisitoria del processo
Il pm Frustaci riporta le telefonate dal carcere con i cellulari abusivi e delle cene per festeggiare le scarcerazioni
di Alessia Truzzolillo
Che Giuseppe Antonio Accorinti, boss del Poro, detenesse illegalmente un cellulare in carcere non è una novità. È già emerso nei brogliacci dell’ordinanza di custodia cautelare dell’inchiesta Maestrale-Carthago. L’argomento è stato ripreso, con quale particolare in più, anche nel corso della requisitoria del procedimento con rito abbreviato. Il pubblico ministero della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci, parla, infatti, di «telefonate intercorse tra Accorinti Giuseppe Antonio e Francesco Sabatino, con un dispositivo telefonico abusivo che Accorinti, ristretto in carcere, deteneva e utilizzava per delle conversazioni che non erano quelle strettamente autorizzate con il suo difensore». Secondo l’accusa l’avvocato Sabatino, anche lui imputato in questo processo, era consapevole «di essere contattato con un dispositivo telefonico abusivo». Gli investigatori registrano numerose telefonate, molte più delle due al mese previste, che sforano quelli che dovrebbero essere i 10 minuti pattuiti.
«Zio Peppe, c’è l’avvocato Sabatino al telefono»
Il 15 luglio 2019 l’avvocato Sabatino riceve una telefonata dall’utenza intestata a un soggetto senegalese. L’avvocato risponde e l’uomo, dopo essersi accertato di parlare con l’avvocato Sabatino chiama «zio Peppe». «Zio Peppe, venite zio Pe’ che c’è l’avvocato Sabatino», dice. «È difficile immaginare che sia un ufficiale della polizia penitenziaria che passi il dispositivo telefonico e non ipotizzare invece che sia un dispositivo illecitamente introdotto e condiviso dai vari detenuti all’interno del carcere», dice il pm. E, soprattutto, «Sabatino non chiude il telefono» e si intrattiene in una delle conversazioni più lunghe che la polizia giudiziaria abbia intercettato. In più occasioni il pm sottolinea la vicinanza, giudicata non sempre professionale, di Francesco Sabatino a Giuseppe Antonio Accorinti, alias Peppone. Un esempio su tutti è quello di una «cena che era avvenuta il 16 dicembre del 2017 quando Giuseppe Antonio Accorinti era irreperibile». Continua a leggere su LaCnews24.it
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