domenica,Maggio 25 2025

Oggi i funerali di Martina Piserà, in due mesi 8 accessi al Pronto soccorso e mai un ricovero allo Jazzolino

Secondo quanto riferiscono i familiari della 32enne deceduta al settimo mese di gravidanza in nessuna occasione la donna era stata trattenuta in ospedale. Poi domenica scorsa il tragico epilogo. Nel primo pomeriggio l'ultimo saluto a Mesiano

Oggi i funerali di Martina Piserà, in due mesi 8 accessi al Pronto soccorso e mai un ricovero allo Jazzolino
Il Pronto soccorso di Vibo Valentia, nel riquadro Martina Piserà

La penultima volta che Martina Piserà era stata al Pronto soccorso di Vibo il calendario segnava 30 aprile. Anche in quel caso la 32enne originaria di Pizzo e residente a Mesiano di Filandari accusava dolori al petto e all’addome, con difficoltà di respirazione. L’ultima volta è stata domenica scorsa, il 4 maggio, e non è più uscita. È morta 26 minuti dopo l’accesso in ospedale, dove l’ecografia ha subito riscontrato l’assenza di battito cardiaco del feto. Era incinta Martina, giunta ormai alla 30esima settimana. Una gravidanza certamente difficile la sua, fino all’epilogo più tragico. Ma ora emerge un particolare non certo di poco conto: stando a quanto riferiscono i familiari, da marzo alla fine di aprile sarebbero stati ben 8 gli accessi al Pronto soccorso e in nessun caso sarebbe stato ritenuto necessario il ricovero, magari per accertamenti più approfonditi o per monitorare la situazione con un’osservazione più prolungata.

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Martina è entrata in ospedale alle 5:17 e alle 5:43 il suo cuore ha smesso di battere. L’elettrocardiogramma che le è stato effettuato quando aveva già ricevuto la notizia della morte del suo bambino e della necessità di procedere al parto ha poi rivelato che era in corso una fibrillazione cardiaca che ne ha causato il decesso.

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I risultati dell’autopsia effettuata l’altro ieri dovranno essere depositati entro 90 giorni. Intanto, la salma è stata restituita alla famiglia che oggi alle 15:30 celebrerà i funerali nella chiesta di Mesiano, frazione di Filandari, dove Martina viveva con suo marito, Alberto Lascala, un artigiano titolare di un panificio. Il maschietto che aspettavano, il loro primo figlio, avevano deciso di chiamarlo Marino, come il nonno paterno, recentemente scomparso. Ora di tutto questo resta soltanto un dolore inestinguibile e due nomi su una lapide.

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