Joppolo vince contro Ericsson: impianto telefonico illegittimo, chiuso un contenzioso durato 12 anni
Anche il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche respinge il ricorso della multinazionale: confermata la revoca del permesso e l’illegittimità della struttura realizzata in località Uliveto

«Terminata l’annosa vicenda dell’impianto tecnologico a servizio della rete telefonia cellulare Umts realizzato dalla Società Ericsson Telecomunicazioni Spa a Joppolo, località Uliveto. Dopo il rigetto dei ricorsi sia al Tar Calabria che al Consiglio di Stato, la Ericsson soccombe anche di fronte al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma».
È quanto si legge in una nota stampa inviata dal Comune di Joppolo che continua: «Con sentenza n. 129/2025 del 25 giugno 2025, il Tribunale in pieno accoglimento delle argomentazioni difensive proposte anche dal legale del Comune di Joppolo, avvocato Giuseppe Famà, ha, infatti, rigettato l’ennesimo ricorso proposto dal gigante della telefonia Ericsson chiudendo di fatto – si spera – un contenzioso lunghissimo».
Poi il comunicato entra nel merito della vicenda, cominciata nel 2013, che riguardava l’annullamento in autotutela da parte dell’amministrazione comunale del permesso di costruire, a suo tempo rilasciato inerente, un impianto di telefonia poi, comunque, realizzato, nei pressi del Torrente “La morte” in località Oliveto. Avverso tale annullamento l’Ericsson ha intrapreso una lunga battaglia giudiziaria innanzi agli organi di giustizia amministrativa che però non gli ha dato ragione. Le sentenze, in entrambi i casi, hanno accolto pienamente le argomentazione difensive proposte dall’avv. Famà costituitosi in entrambi i gradi nell’interesse dell’amministrazione comunale. Niente da fare: il traliccio e l’impianto realizzato erano illegittimi e dovevano essere abbattuti.
«Sembrava finita qui, ma non per Ericsson che – continua ancora la nota -, non arrendendosi all’evidenza di una sconfitta dall’alto del proprio peso imprenditoriale, decideva di intraprendere altre iniziative tentando la strada del declassamento del Torrente “La Morte” la cui presenza nei pressi dell’impianto aveva rappresentato il motivo della revoca in autotutela del permesso di costruire a suo tempo rilasciato la cui validità era stata confermata in ben due gradi di giudizio davanti ai Giudici amministrativi. Istanza rigettata dalla Regione Calabria, il cui provvedimento, ovviamente, veniva impugnato ancora una volta da Ericsson dinnanzi al competente Tribunale Superiore delle Acque di Roma che ha competenza, appunto in materie di acque pubbliche».
Poi l’amministrazione comunale conclude: «L’esito del giudizio, per come detto, ha portato ancora una volta al totale rigetto delle censure sollevate da Ericsson mettendo, si spera, la parola fine a tale annosa vicenda. Anche se, c’è da giurarci, Ericsson non si rassegnerà… In ogni caso ad oggi è totalmente confermata l’illegittimità dell’impianto a conferma della bontà e della piena legittimità dell’operato dell’amministrazione comunale».