Tropea, Comune e Prefettura firmano un accordo per rafforzare la lotta alla ‘ndrangheta nel settore turistico: più controlli per chi avvia nuove attività
Il protocollo d'intesa ha una durata di 3 anni ed è promosso dal Ministero dell'Interno. Prevede anche la creazione di un Osservatorio provinciale per monitorare i rischi di infiltrazione e produrre report strategici

Il Comune di Tropea ha compiuto un passo significativo nella lotta contro le infiltrazioni della criminalità organizzata, in particolare nei settori turistico-alberghiero e della ristorazione. La Commissione straordinaria ha recentemente approvato la sottoscrizione di un Protocollo d’intesa con la Prefettura di Vibo Valentia. Questo accordo, proposto dal ministero dell’Interno, mira a rafforzare le misure di prevenzione amministrativa antimafia. Il settore turistico-alberghiero e della ristorazione è considerato un comparto nevralgico dell’economia nazionale, ma è anche tradizionalmente oggetto di interessi illeciti. Il Protocollo d’intesa definisce un «modello stabile di collaborazione per rafforzare l’azione amministrativa di prevenzione e contrasto di fenomeni quali riciclaggio, usura, estorsione e tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata».
L’accordo prevede la costituzione di un Osservatorio provinciale con il coinvolgimento di tutti i soggetti aderenti al protocollo. L’Osservatorio avrà il compito di raccogliere dati, monitorare le tendenze e fornire indicazioni strategiche per la comprensione e la gestione dei fenomeni rilevati, producendo report periodici che evidenzino indicatori di rischio di infiltrazione criminale. Il Comune di Tropea si impegna a «richiedere la comunicazione antimafia per le attività private sottoposte a regime autorizzatorio» che possono essere «intraprese su Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), selezionate in base agli indicatori di rischio individuati dall’Osservatorio o da precedenti attività investigative, privilegiando le nuove aperture, i subingressi o le variazioni». Inoltre, nella modulistica a corredo della Scia, «il Comune richiederà anche l’elenco dei familiari conviventi di maggiore età del soggetto da sottoporre a verifica». La Prefettura, dal canto suo, disporrà gli «approfondimenti di competenza secondo le procedure e le tempistiche indicate dal decreto legislativo n. 159 del 2011 (Codice delle leggi antimafia)».
Per realizzare una “filiera della legalità” nel comparto turistico-alberghiero e della ristorazione, «le parti promuoveranno l’adesione al Protocollo di tutti i soggetti, pubblici e privati, in grado di concorrere all’azione di prevenzione e contrasto». Questi includono gli Uffici giudiziari locali, la Camera di commercio, l’Agenzia delle entrate, l’Istat, il sistema bancario e postale, le Università, i notai, i commercialisti, le Associazioni di categoria e le Organizzazioni sindacali. I soggetti aderenti si impegneranno a «mettere a disposizione ogni elemento di analisi significativo, nel rispetto dei profili di riservatezza e segreto». Il Protocollo d’intesa ha una durata di tre anni dalla data di sottoscrizione e potrà essere rinnovato previo accordo tra le parti. L’attuazione dell’accordo «non comporta nuovi o maggiori oneri per le parti firmatarie e i soggetti aderenti».