martedì,Aprile 16 2024

‘Ndrangheta: inchiesta “Robin Hood”, Ferrante passa ai domiciliari

I giudici del Tdl di Catanzaro si sono invece riservati la decisione sull’ex assessore regionale Nazzareno Salerno e su Ortensio Marano

‘Ndrangheta: inchiesta “Robin Hood”, Ferrante passa ai domiciliari

Passa dal carcere agli arresti domiciliari Gianfranco Ferrante, 53 anni, di Vibo Valentia, gestore del “Cin-cin bar” di Vibo ed arrestato il 2 febbraio scorso con l’accusa di concorso in estorsione, aggravata dalle modalità mafiose, nell’ambito dell’inchiesta denominata “Robin hood”. La decisione è del Tribunale del Riesame di Catanzaro che ha preso in esame il ricorso presentato dagli avvocati Francesco Sabatino e Anselmo Torchia. Gianfranco Ferrante è accusato di aver partecipato ad un incontro in un vivaio di Pizzo Calabro finalizzato ad ottenere che Bruno Calvetta, lasciasse mano libera all’allora assessore regionale al Lavoro, Nazzareno Salerno, nella gestione dei fondi del Credito sociale attraverso il dirigente Vincenzo Caserta. Gianfranco Ferrante, secondo la Dda di Catanzaro, supportata dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, sarebbe stato legato al defunto boss di serra San Bruno, Damiano Vallelunga, ed in tale veste – unitamente all’impiegato di Equitalia a Vibo, Vincenzo Spasari di Nicotera (padre della sposa atterrata a settembre in elicottero in piazza castello) – avrebbe intimidito con metodo mafioso Bruno Calvetta per favorire le pretese di Nazzareno Salerno.

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Sempre oggi sono stati poi discussi oggi dinanzi al Tribunale del Riesame di Catanzaro altri due ricorsi ovvero quelli presentati dai legali di Nazzareno Salerno, consigliere regionale di Forza Italia ed ex assessore regionale al Lavoro, e Ortensio Marano, 43 anni, di Belmonte Calabro. Nazzareno Salerno è assistito dall’avvocato Vincenzo Gennaro mentre Ortenzio Marano è difeso dall’avvocato Giovanni Marafioti. I due avvocati hanno presentato ai giudici del Riesame istanza di scarcerazione per i rispettivi assistiti che si trovano in carcere dal 2 febbraio scorso nell’ambito dell’inchiesta “Robin hood” condotta dalla Dda di Catanzaro su una presunta truffa che sarebbe stata messa in piedi per appropriarsi illecitamente dei fondi destinati al Credito sociale. Il Tribunale del Riesame, dopo aver ascoltato la discussione dei due legali, si è riservato la decisione in ordine all’annullamento ed all’attenuazione della misura cautelare.

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