Depositi costieri, Frezza (Italia Nostra): «La “legge dei tre cerchi” descrive gli effetti di un incidente a 200, 400 e 800 metri. Ecco quali sono»
Il presidente vibonese dell’associazione sottolinea come l’attenzione si sia concentrata solo sulla delocalizzazione di Meridionale Petroli: «Nessuno parla anche dei serbatoi Eni a ridosso del quartiere Pennello»

La notizia è fresca ed a darla è stato proprio il sindaco di Vibo Valentia in una conferenza stampa: la Meridionale Petroli ha chiesto di restare a Vibo Marina per altri vent’anni.
Una posizione che contrasta con quella dell’Amministrazione comunale, che ha dichiarato di volere la delocalizzazione dei depositi nella frazione Portosalvo. E in merito tante sono state le reazioni da parte del mondo politico e associativo.
«L’amministrazione comunale non vuole che i depositi costieri rimangano a Vibo Marina, ma li vuole delocalizzare nella frazione Portosalvo, al più concedendo una proroga di un anno», è quanto si legge in una nota dell’associazione Italia Nostra, sezione di Vibo Valentia, a firma del presidente Alessandro Caruso Frezza.
Nel comunicato si segnala l’assenza di qualsiasi riferimento agli impianti Eni in località Pennello, anch’essi classificati RIR (Rischio di Incidente Rilevante). «Nessuno dell’Amministrazione comunale vi ha mai fatto cenno in tutti questi mesi ed ancora ieri», sottolinea Caruso Frezza.
La critica è rivolta anche alla gestione nel tempo, a prescindere dalla guida politica: «Né da quando è stato eletto il sindaco Romeo, né da quando era in carica la sindaca Limardo – sebbene entrambi, in quanto Sindaci, ne avessero e, quanto all’attuale Sindaco, ne abbiano ancora obbligo informativo nei confronti di noi tutti cittadini che abitiamo a Vibo Marina – abbia fatto cenno al fatto che ogni impianto RIR, quindi sia quello della Meridionale Petroli sia quello dell’Eni, ovunque venga collocato, comporti che si abbiano tre cerchi concentrici intorno ad essi».
Nel dettaglio, questi tre cerchi di rischio sono riportati nel Piano Strutturale Comunale (Psc), approvato il 27 luglio 2020, e già presenti nel Piano di Emergenza esterno predisposto dalla Prefettura di Vibo Valentia nel 2017. Il presidente di Italia Nostra riporta quanto indicato in quei documenti: «Nel primo cerchio, avente raggio di 200 ml, in caso di incidente il danno alle cose, alle persone e all’ambiente è sicuro, così com’è certa l’elevata mortalità per chiunque si trovi in quel raggio; nel secondo cerchio, avente raggio di 400 ml, gli impatti di danno sono pure certi, ma produrranno non la morte, ma solo lesioni irreversibili, nel terzo cerchio, avente raggio di 800 ml, gli impatti saranno ”di attenzione” e i danni saranno reversibili».
Nel caso della Meridionale Petroli, si legge nella nota, «i tre cerchi concentrici coprono quasi il 50% di Vibo Marina». Ma, secondo Caruso Frezza, «attesa la vicinanza dell’impianto Eni e l’eventuale effetto domino, ben si può dire che i cerchi vengano ad interessare quasi il 70% di chi abita a Vibo Marina».
La questione non riguarda solo il rischio tecnico, ma anche il diritto all’informazione. «Se si tiene presente tutto ciò, nonché gli obblighi di dare informazione a chiunque si trovi nelle tre zone o nei tre cerchi dei rischi che sta correndo o di come dovrebbe comportarsi, se sentisse un determinato suono d’allarme, allora si comprende come sia stucchevole o ipocrita discutere di compatibilità con le attività turistiche dei depositi della Meridionale Petroli e dell’impianto Eni», aggiunge il presidente di Italia Nostra.
Il ragionamento tocca anche le prospettive di sviluppo turistico: «Ovvero come sia sterile parlare del rilancio turistico e di tutela della salute e della sicurezza di Vibo Marina, qualora non ci si ponga anche il problema dei gravi impatti (ambientali, sulla salute umana e sulla sicurezza) dell’impianto Eni, perché il Pennello è anche ed ancora Vibo Marina».
Sulla possibilità di spostare i depositi a Portosalvo, il giudizio di Italia Nostra è chiaro. «Rappresenta, invece, un pilatesco ”sacrificio da figli di un Dio minore” quello di indicare Portosalvo quale sede alternativa della Meridionale Petroli: i tre cerchi concentrici dovranno essere tracciati e fatti rispettare anche lì, con tutti i rischi che essi implicheranno per quei nostri concittadini».
Il comunicato cita anche una lettera inviata nei giorni scorsi al sindaco da Cristian La Gamba, un bambino della zona, che ha espresso il proprio disagio nel vivere vicino all’impianto. Da qui l’appello conclusivo del presidente Caruso Frezza: «L’obiettivo dell’amministrazione comunale, se ha davvero a cuore la sorte di tutti i suoi cittadini e del piccolo e straordinario Cristian La Gamba, che proprio avantieri ha scritto una apposita lettera al sindaco sul disagio e sulla paura di vivere accanto all’Eni, deve essere, quindi, quello di eliminare quei tre cerchi concentrici da tutto il nostro territorio».
E aggiunge, con tono ironico: «Sebbene ciascuno di noi delle marinate, in tutti questi anni, grazie ai predetti impianti, si sia riempito di denari (in lire ed in euro) da sfondarsi le tasche e da sentirsi come Paperon de’ Paperoni».
La conclusione è netta e non lascia margini a compromessi: «La voce di noi cittadini e dei nostri amministratori pubblici deve essere corale e compatta per il no: né a Vibo Marina, né a Portosalvo».