sabato,Luglio 26 2025

In farmacia con due coltelli a serramanico in tasca: resta in carcere il ragazzo che ha tentato di uccidere il famacista di Nicotera

Il gip ha convalidato l'arresto e disposto la custodia cautelare. La dinamica dell'aggressione nell'ordinanza del giudice. La spregiudicatezza dell’azione delittuosa e l’astio dei Proto verso i Sergi-Matarozzo

In farmacia con due coltelli a serramanico in tasca: resta in carcere il ragazzo che ha tentato di uccidere il famacista di Nicotera

Resta in carcere per tentato omicidio aggravato, Riccardo Proto, 24 anni, di Firenze, che nel pomeriggio di mercoledì ha accoltellato Antonio Sergi a Nicotera all’interno della sua farmacia. E’ quanto deciso dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, Rossella Maiorana, che ha convalidato il fermo dei carabinieri in quanto compiuto in flagranza di reato e, al contempo, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. La contestazione mossa dalla Procura di Vibo a Riccardo Proto (difeso dall’avvocato Francesco Capria) parla di motivi abietti e futili nel fatto di sangue, legati al rancore per l’acquisizione della farmacia di famiglia da parte dei Antonio Sergi, e a una contesa immobiliare. Il 24enne è partito direttamente da Firenze, città di residenza, per raggiungere Nicotera e recarsi nella farmacia Medma munito di due coltelli a serramanico. Una volta dentro la farmacia, il giovane si sarebbe introdotto con destrezza nel retro dei locali dove lavorava da solo Antonio Sergi sferrandogli repentinamente cinque colpi con un coltello d’acciaio con lama di 16 centimetri. Il farmacista è stato colpito (si legge nel capo d’imputazione) al cranio, al collo e alla schiena che gli cagionavano ferite multiple guaribili in 21 giorni. L’omicidio non si consumava solo grazie all’intervento di due persone presenti in farmacia e per il pronto soccorso prestato alla vittima. Le plurime aggravanti contestate dalla Procura fanno riferimento alla premeditazione del fatto di sangue, ai motivi abietti e futili alla base del tentato omicidio e al ferimento avvenuto in luoghi tali da ostacolare la difesa. Contestato con altro capo di imputazione anche il porto abusivo di armi in relazione ai due coltelli a serramanico. Riccardo Proto dopo l’accoltellamento è stato trovato dai carabinieri all’interno di un bar vicino alla farmacia su corso Cavour, seduto su una sedia con le mani sulla nuca e quella destra bendata e insanguinata. Anche i pantaloncini e le scarpe erano sporchi di sangue. Riccardo Proto ha subito detto ai militari dell’Arma di essere l’autore dell’accoltellamento e che avrebbe collaborato al fine di consegnarsi alla giustizia. Un coltello è stato trovato nella tasca dei pantaloncini di Proto, un altro nella pattumiera del bar.

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I motivi alla base del carcere

Per il gip la documentazione sanitaria prodotta dalla difesa attesta che Riccardo Proto non si è mai impegnato a seguire programmi riabilitativi o intraprendere le cure necessarie al suo stato di salute ma anzi – rimarca il gip – lo stesso conduce una vita sregolata con quotidiano abuso di droghe pesanti. Pertanto, allo stato, non è da ravvisarsi un’incompatibilità carceraria con il suo stato di salute”. Il quadro indiziario resta grave, atteso tra l’altro che l’asserito disagio familiare dei Proto per la vendita all’asta di immobili, di cui vogliono recuperarne la proprietà, non assurge – sottolinea il gip – a motivo giustificante l’azione delittuosa commessa dall’indagato”, definito dal giudice come soggetto di “elevata pericolosità”.  Riccardo Proto avrebbe agito, ad avviso del gip, con premeditazione e totale spregiudicatezza e con il chiaro intento di uccidere il farmacista Antonio Sergi, al fine di eliminare l’unico ostacolo che nella sua mente appare sussistente per riavere la casa di famiglia appartenuta al padre”.
I rapporti tra i Proto e i Sergi-Matarozzo – per come ricostruiti dal gip – non erano buoni sin dal 2011, quando Cinzia Matarozzo, moglie di Antonio Sergi, acquistava la licenza per la farmacia da Giovanni Proto, padre di Riccardo, pagando a, proprietario Proto il canone di locazione dell’immobile dove è ubicata la farmacia Medma. Nel 2018, quindi, tale immobile veniva acquistato all’asta dalla socia della Matarozzo e nel 2020 veniva messo all’asta pure l’immobile adiacente la farmacia (sempre di proprietà di Giovanni Proto) che veniva acquistato dalla Matarozzo per creare dei locali necessari alla farmacia. Da tale momento si sono susseguite continue richieste da parte della famiglia Proto di acquistare l’immobile, “cui la Matarozzo non aderiva in quanto non vantaggioso economicamente. La donna precisava – spiega il gip – che di tutta la questione se ne era sempre occupato il marito e da qui l’astio dei Proto nei loro confronti, con il marito già in passato minacciato in diverse occasioni dai Proto”.

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