sabato,Aprile 27 2024

Carenze di organico al Tribunale, avvocatura vibonese pronta alla mobilitazione

Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Vibo Valentia rimarca ulteriormente i ritardi del sistema giudiziario (in particolare quelli della Sezione lavoro) inoltrando le proprie considerazioni a ministero e Csm e richiedendo un’apposita audizione

Carenze di organico al Tribunale, avvocatura vibonese pronta alla mobilitazione

Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Vibo Valentia, riunitosi nei giorni scorsi, nel prendere atto della relazione tecnica definitiva sul progetto di determinazione delle piante organiche del personale di magistratura negli uffici di primo grado, evidenzia la volontà di «farsi portatore dell’articolata domanda di giustizia nel comprensorio del Tribunale di Vibo Valentia, affinché si possa realizzare l’auspicato percorso di revisione permanente delle piante organiche».

Allo scopo l’organismo di rappresentanza professionale ritiene opportuno «fornire alcune informazioni affinché si possano meglio individuare indicatori qualificativi in grado di cogliere la complessità dell’attività afferente a ciascuna sede giudiziaria».

Ampia rilevanza, nella disamina degli avvocati vibonesi, è riservata alla «necessità di dare risposta alla domanda di giustizia alle “aree territoriali cui corrispondono i tessuti produttivi più forti del Paese e dei quali è essenziale il sostegno dei processi di crescita” e “corrispondere alle peculiari esigenze di presidio del ruolo della giurisdizione nei territori caratterizzati dalla presenza di endemici e pervasivi fenomeni di criminalità organizzata”».

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In relazione a ciò il Consiglio ritiene che «non sia stata prestata la giusta rilevanza, in punto di analisi specifica e quindi di risposta appropriata, per quei territori, come quello di Vibo Valentia, dove alla pervasività della criminalità organizzata si aggiunge un endemica crisi di produzione e mancanza di nuove imprese: fenomeno questo, ben visibile dall’analisi della relazione in cui si può notare come in dieci anni il numero delle imprese è passato da 8.009 a 8.941, mentre il numero di occupati passa da 17.855 a 21.498 , dati riferiti al decennio 2001-2011. E’ evidente che la carenza occupazionale è frutto, non solo di ritardi strutturali storici, ma anche della ampiezza e pervasività del fenomeno criminoso che in questi dieci anni è divenuto assai più rilevante».

Le conseguenze sul sistema giustizia è stato quello di «un aumento sia della domanda di intervento sul settore penale e in quello del lavoro e previdenza, dato l’immancabile ribaltamento sulla conflittualità giudiziaria della carenza di occupazione e di assistenza e previdenza». Ciò, legato alla «cronica carenza di magistrati» di cui soffre il Tribunale di Vibo Valentia configura una situazione «ulteriormente aggravata in seguito ai recenti trasferimenti di alcuni magistrati in altra sede».

Per il Consiglio dell’Ordine c’è «il concreto rischio che le disfunzioni evidenziate, riguardanti soprattutto la Sezione Lavoro del Tribunale, possano essere percepite dalla collettività come espressione di denegata giustizia con le conseguenti ripercussioni sulla coesione sociale». Lo stesso Ordine si dice «pronto, pertanto, a partecipare ad ogni iniziativa, dall’Ufficio del Processo alle pratiche di deflazione del contenzioso, che possa alleviare il carico di arretrato, ma è altrettanto determinato a farsi ascoltare in ogni sede per sostenere ogni possibile sforzo organizzativo perché i diritti di lavoratori, pensionati ed imprese trovino la giusta e legittima risposta di giustizia».

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Dunque la delibera assunta dall’Ordine, che nel trasmettere le proprie considerazioni al ministero della Giustizia, al Consiglio superiore della magistratura, al presidente della Corte di Appello di Catanzaro, al presidente del Tribunale di Vibo Valentia, al procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, auspica che, gli attori coinvolti, «possano essere trovate quelle soluzioni in grado di risolvere definitivamente il carico di arretrato ed assicurare la giusta durata del processo civile ed in particolare della Sezione lavoro e previdenza» avanzando, contestualmente una «richiesta di audizione di una sua delegazione al capo dipartimento dell’organizzazione giudiziaria ed al presidente della settima commissione del Consiglio superiore della magistratura».

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