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Municipio di Tropea sciolto per mafia, Nesci: «Inadempienze da amministrazione comunale»

L’ex parlamentare del M5S e già sottosegretaria interviene sullo scioglimento per infiltrazioni mafiose degli organi elettivi guidati dal sindaco Giovanni Macrì: «Danno economico e d’immagine perpetrato da chi, sentendosi intoccabile, ha “sporcato” la Perla del Tirreno. Quanto già oggetto di inchieste giudiziarie sul territorio fa rabbrividire»

Municipio di Tropea sciolto per mafia, Nesci: «Inadempienze da amministrazione comunale»
Il Municipio di Tropea. A sinistra Dalila Nesci, a destra Giovanni Macrì e Greta Trecate

Sono amareggiata per l’ennesimo epilogo negativo di un’amministrazione comunale a Tropea, località simbolo del turismo calabrese. Ma proprio per questo, non poteva e non doveva passare il messaggio che le mafie e la ‘ndrangheta vi possano spadroneggiare. Lo Stato è intervenuto a tutela della comunità e abbiamo fiducia nelle istituzioni”. E’ quanto dichiara l’ex parlamentare tropeana del M5S, Dalila Nesci. “Premettendo che la legge che scioglie gli organi elettivi degli enti locali per infiltrazioni mafiose, non ha uno scopo sanzionatorio: non comporta né una condanna sociale/mediatica della comunità, né tantomeno una condanna penale per gli amministratori comunali. La norma ha uno scopo preventivo e di carattere straordinario che interviene in presenza di elementi attendibili sulle collusioni, anche indirette, degli organi elettivi con la criminalità organizzata. Di certo è una legge che ha bisogno di alcune modifiche che ne rafforzino il carattere di extrema ratio e gli strumenti a disposizione dei commissari. Proposte di modifica a cui io stessa ho lavorato nelle ultime due legislature, depositando anche una proposta di legge (la n.474 Nesci ed altri: “Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di scioglimento dei consigli degli enti locali conseguente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso”, presentata il 5 aprile 2018, annunziata il 10 aprile 2018). Su questa legge il lavoro intrapreso con l’onorevole Enza Bruno Bossio e la compianta Jole Santelli, aveva portato ad un testo unificato di cui ero relatrice. Saremmo arrivate ad un risultato ottimale nella scorsa legislatura, ma anche la caduta anticipata del Governo Draghi ha chiuso ogni possibilità di raggiungere l’obiettivo. Di certo – afferma Dalila Nesci – tutto ciò che di buono è stato fatto circa l’ordinaria amministrazione e promozione positiva del territorio tropeano non può e non dovrà essere disperso. Sarà importante che la città non subisca ulteriori danni e al contempo è auspicabile che sia garantita la prosecuzione dei progetti già avviati e finanziati. Se siamo ancora una volta in questa situazione, non è di certo colpa dell’invio della commissione prefettizia. Sono le inadempienze dell’amministrazione comunale nell’incapacità di impedire le infiltrazioni mafiose ad averne causato il commissariamento.

Il ministro Piantedosi, foto Ministero Interno

Non si conoscono ancora le motivazioni formali dello scioglimento disposto dal ministro Piantedosi, ma quanto è già stato oggetto di inchieste giudiziarie sul territorio fa rabbrividire. Le amministrazioni comunali per impedire lo scioglimento per mafia devono produrre atti e promuovere azioni che interrompano dinamiche che abbiano a che fare con possibili connivenze mafiose ed anche con situazioni legate ai precedenti scioglimenti. Infatti, i destinatari della legge, sono gli organi elettivi nel loro complesso e non il singolo amministratore. I legami di parentela, poi, non sono mai la motivazione principale o unica di uno scioglimento per mafia. Semmai, certe parentele possono giocare un ruolo decisivo se hanno esercitato una pressione tale da condizionare l’attività amministrativa pubblica deviandola verso interessi particolari o criminali e non collettivi. Il danno economico e d’immagine evidentemente è stato perpetrato da chi, sentendosi intoccabile, ha “sporcato” la Perla del tirreno. Penso, per esempio, alle situazioni già attenzionate da forze dell’ordine e magistratura, a cui rinnovo il mio plauso. Mi riferisco alle ramificazioni dei clan e delle ‘ndrine locali che, evidentemente, sono riusciti a permeare il tessuto economico e sociale del territorio, così come la vicenda oltraggiosa che ha riguardato i nostri defunti al cimitero di Tropea.Mi chiedo: la nostra dignità di cittadini e di persone civili con valori e sentimenti quanto vale? Quanto si è disposti a svendere o speculare pur di raggiungere un profitto personale? Stare a questo gioco diabolico delle mafie quanti traumi e arretramento sta portando alle nostre comunità e ai nostri giovani? Giovani ai quali, con i cattivi esempi e la rassegnazione, insegniamo la depressione e instilliamo loro la paura del futuro. Dovremmo, piuttosto, trasmettere ed agire con la speranza che tutto possa cambiare. Esistono molte strade per amministrare con buoni risultati, ma tutte dovrebbero passare, necessariamente ed indiscutibilmente, dalla via della legalità altrimenti è un inganno, un artificio.

L’ex sindaco Giovanni Macrì

L’avvocato Giovanni Macrì agirà come meglio riterrà per dimostrare la buona azione della sua amministrazione ed umanamente e politicamente mi auguro che non emergano vicende dai risvolti penali per alcuno degli amministratori. Spero solo – sostiene la Nesci – che l’ennesimo scioglimento per mafia del Comune Tropea possa spingere la popolazione ad una riflessione di realtà ed umiltà rispetto a molte sottovalutazioni e semplificazioni culturali che ci stanno penalizzando. Ci sono molti Comuni che per mafia non vengono sciolti e di certo non significa che lì la mafia non esiste, ma è evidente che esistono gli strumenti, i metodi e le azioni sia individuali che collettive che possono arginare le infiltrazioni dal perimetro pubblico della casa comunale. Il vittimismo ipocrita su questa vicenda, che sfrutta l’ignoranza ed il bisogno di molte persone, è inaccettabile; quanto è dannoso l’atteggiamento di chi gioisce per pura tifoseria contrapposta. Sono certa che il prefetto Grieco sul territorio vibonese e la commissione prefettizia, che si è già insediata a Tropea, proseguiranno ad agire con competenza e professionalità. Tenendo conto che la stagione estiva è alle porte, fulcro economico per molte famiglie ed imprenditori del territorio. Sono fiduciosa che la comunità tropeana sarà collaborativa. Questo ennesimo traghettamento democratico che lo Stato ci dà la possibilità di affrontare, sia ben utilizzato per aiutare i futuri amministratori di Tropea nella composizione di liste “pulite” per una crescita sostenibile e duratura della città. La nostra non è una comunità mafiosa, arriveranno tempi nuovi anche per Tropea”.

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