sabato,Dicembre 14 2024

Lavori su A3 nel Vibonese: operazione “Chaos”, Cavalleri resta in carcere

Passa invece agli arresti domiciliari Carla Rota, libero Vincenzo De Vita direttore operativo dell’Anas

Lavori su A3 nel Vibonese: operazione “Chaos”, Cavalleri resta in carcere

Resta in carcere Gregorio Cavalleri, 66 anni, imprenditore, residente a Dalmine (Bg), raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare il 3 aprile scorso su ordinanza del gip del Tribunale di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, nell’ambito dell’operazione “Chaos” condotta dal pm Benedetta Callea che ha coordinato le indagini condotte sul “campo” dalla Guardia di finanza vibonese in relazione ad un sistema illecito messo in piedi attorno ai lavori autostradali nel tratto compreso fra gli svincoli di Mileto e Rosarno.

La decisione di confermare l’ordinanza del gip è del Tribunale del Riesame che ha respinto l’istanza della difesa di Cavalleri (avvocato Giuseppe Scozzari).

Passa invece dal carcere agli arresti domiciliari Carla Rota, 55 anni, responsabile amministrativa della ditta Cavalleri, di Almè (Bg), difesa dagli avvocati Marina Zalin e Angela Adami.

Torna libero, infine, Vincenzo De Vita, 45 anni, direttore operativo qualità materiali per conto dell’Anas, residente a Tropea e difeso dagli avvocati Giovanni Spataro e Guido Siciliano.

I giudici del Riesame si sono riservati la decisione su Vincenzo Musarra, 64 anni, rappresentante legale ditta Cavalleri, di Verdello (Bg), difeso dall’avvocato Emilio Gueli. 

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Alle persone indagate, complessivamente quindici, tra responsabili di imprese operanti nel settore dei lavori autostradali, dipendenti di dette imprese e funzionari dell’Anas, vengono contestate, a vario titolo, le ipotesi di reato di truffa aggravata ai danni di Ente pubblico, frode nelle pubbliche forniture, falso ideologico in atto pubblico, attentato alla sicurezza dei trasporti e abuso d’ufficio.

La metodologia adottata dagli indagati si sarebbe quindi articolata ricorrendo ad un “sistematico computo di lavori non effettuati” o realizzato “solo parzialmente e con gravi difformità”. Non solo. Il gip, Gabriella Lupoli, sottolinea anche la “duplicazione dei costi” dell’importante opera pubblica, con risparmi di spesel’occultamento dei ricavi, i mancati rilievi delle penali, le fasulle compensazioni di penali Anas con riserve apposte dall’impresa, falsificazione delle certificazionifalsificazione dei registri di cantiere e della contabilità al fine di assicurare le condizioni della procedura liquidativa dei vari stati di avanzamento lavori”.

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