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Comune di Ricadi: ex sindaco incandidabile in via definitiva

La Cassazione respinge il ricorso di Pino Giuliano confermando la richiesta del Ministero dell’Interno dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del 2014

Comune di Ricadi: ex sindaco incandidabile in via definitiva
Il municipio di Ricadi
L’ex sindaco Pino Giuliano

Incandidabile in via definitiva per un turno elettorale comprendente le elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali che si svolgeranno in Calabria dopo il passaggio in giudicato della sentenza. Con i suoi comportamenti e gli atti adottati nelle sue funzioni di primo cittadino è stato infatti ritenuto responsabile dello scioglimento degli organi elettivi del Comune di Ricadi per infiltrazioni mafiose risalente al febbraio 2014. E’ quanto deciso dalla prima sezione civile della Cassazione che ha respinto il ricorso dell’ex sindaco Pino Giuliano avverso la sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro del 19 giugno 2018 con la quale i giudici avevano dichiarato incandidabile anche l’ex assessore all’Urbanistica ed ai Lavori Pubblici del Comune di Ricadi, Giuseppe Di Tocco (non ricorrente in Cassazione), mentre aveva respinto la richiesta di incandidabilità nei confronti di Franco Saragò, ritenuto estraneo da ogni responsabilità con le motivazioni che hanno portato allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Ricadi e con gli atti amministrativi contestati alla maggioranza ed all’amministrazione guidata dall’allora sindaco Giuliano. [Continua dopo la pubblicità]

La Corte di Cassazione

I giudici sull’ex sindaco. La Cassazione, nell’esaminare il ricorso di Pino Giuliano, ricorda che la Corte d’Appello di Catanzaro ha ritenuto che l’ex sindaco non solo non ha svolto un’azione di contrasto al fenomeno criminale di tipo mafioso, ma ha posto in essere – scrivono i giudici – comportamenti del tutto favorevoli a quest’ultimo in relazione all’affidamento di procedure di gara, nomina dei professionisti, rilascio di permessi a costruire e inerzie nel tutelare l’interesse del Comune, con correlato vantaggio di soggetti privati contigui alle cosche locali. Pino Giuliano – si legge ancora nella sentenza – ha consentito alla criminalità organizzata di potersi inserire nel tessuto economico del Comune di Ricadi ed influenzare la gestione amministrativa dell’ente. In particolare, Giuliano ha affidato direttamente incarichi professionali a soggetti ad hoc vicini alla criminalità organizzata o addirittura coinvolti in procedimenti penali in materia di abusivismo edilizio, ha consentito che il Comune affidasse lavori pubblici e servizi comunali attraverso incarichi diretti o mediante procedure negoziate, disattendendo il criterio della gara pubblica e della trasparenza, o che fosse prorogato il servizio comunale per la custodia ed il mantenimento di cani randagi, affidandolo ad una ditta la cui titolarità era riconducibile all’allora vice sindaco e ad un suo stretto congiunto, legati da vincoli familiari ad esponenti della cosca ricadese”.

Le altre contestazioni a Pino Giuliano. I giudici rimarcano poi che all’epoca dell’amministrazione comunale di Ricadi guidata da Pino Giuliano è stato affidato il servizio di manutenzione delle reti idriche, fognanti e pluviali ad una ditta colpita da misura interdittiva antimafia nonché coinvolta nell’operazione di polizia giudiziaria denominata “Poison” . E’ stato poi rilasciato un permesso a costruire ad un ditta ritenuta vicina alla cosca ricadese in merito alla realizzazione di un complesso immobiliare di proprietà del sindaco.

Infine – concludono i magistrati – sono state concesse numerose concessioni demaniali a favore di soggetti beneficiari – tra cui una donna arrestata nell’operazione Odissea ed un altro soggetto condannato per associazione mafiosa – che non hanno poi versato i relativi canoni, senza che gli organi del Comune abbiano avviato le dovute procedure volte al recupero forzato dei crediti ed alla revoca della concessione”.

Il Ministero dell’Interno

Il ricorso rigettato dell’ex sindaco. La Cassazione nel rigettare il ricorso dell’ex primo cittadino del Comune di Ricadi, Pino Giuliano, ha respinto i suoi cinque motivi contenuti nel ricorso stesso, condannandolo anche al pagamento delle spese processuali liquidate in 7.200 euro. Per la Suprema Corte, il decreto di scioglimento degli organi elettivi del Comune di Ricadi per infiltrazioni mafiose ha “correttamente evidenziato che il thema decidendum del giudizio è dato dalla verifica della sussistenza e rilevanza dei fatti posti dal Ministero dell’Interno a fondamento degli addebiti contestati al sindaco. E’ evidente – sottolinea la Cassazione – che tutti gli altri fatti, anche favorevoli al sindaco, che sono tuttavia completamente estranei rispetto agli addebiti su cui si è fondata la proposta di incandidabilità, sono irrilevanti proprio in quanto estranei al thema decidendum”.

“In ogni caso, il ricorrente, nel contestare gli addebiti – evidenzia la Cassazione – non si è sufficientemente confrontato con le precise argomentazioni del decreto impugnato ed ha comunque omesso totalmente ogni riferimento ad altri significativi addebiti su cui la Corte di merito ha fondato la dichiarazione di incandidabilità, e segnatamente le condotte poste in essere dal ricorrente nei settori dei lavori pubblici e urbanistica edilizia, del servizio comunale per la custodia ed il mantenimento dei cani randagi, del servizio di manutenzione delle reti idriche, fognanti e pluviali”. In merito a tali addebiti, ad avviso della Cassazione, l’imprenditore ed ex sindaco Pino Giuliano “non ha svolto alcuna allegazione a censura delle argomentazioni del provvedimento impugnato”.

Lo scioglimento confermato dal Consiglio di Stato. Da ricordare, infine, che in sede amministrativa, il Consiglio di Stato nel maggio del 2016 ha confermato lo scioglimento per infiltrazioni mafiose degli organi elettivi del Comune di Ricadi, già deciso dal Tar del Lazio. In tale caso i giudici hanno respinto il ricorso presentato dagli ex amministratori di Ricadi quali l’ex sindaco Pino Giuliano, Michele Mirabello (poi divenuto consigliere regionale del Pd, ma non riconfermato nel gennaio scorso), Francesco Giuliano, l’ex vicesindaco Vera Carone, Francesco Pantano, Giuseppe De Carlo, Francesco Mazzitelli, Nicola Tripodi, Mercurio De Carlo. Ricorso finalizzato al ripristino della vecchia amministrazione sciolta per infiltrazioni mafiose dal Consiglio dei ministri su proposta del Ministero dell’Interno e della Prefettura di Vibo.

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