Violazione della sorveglianza: obbligo di firma per il vibonese Pardea
Il giovane era stato arrestato sabato dai carabinieri. Avrebbe preso a bastonate altra persona nel corso di una lite
Convalidato stamane l’arresto effettuato sabato dai carabinieri del Norm di Francesco Antonio Pardea, 31 anni, di Vibo Valentia. Il giudice del Tribunale di Vibo, Graziamaria Monaco, ha disposto per Pardea – che ha così lasciato gli arresti domiciliari – l’applicazione della misura dell’obbligo di firma per tre volte alla settimana. Dovrà rispondere del reato di violazione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza. Per il reato di lesioni causate nel corso di una lite in campagna ai danni di altro soggetto che sarebbe stato aggredito a colpi di bastone, nei confronti di Francesco Antonio Pardea – difeso dall’avvocato Francesco Sabatino – si procede separatamente.
Francesco Antonio Pardea, proveniente dalla famiglia c.d. dei “Ranisi” (egemone nella città di Vibo sino alle fine degli anni ’70 quando prese il sopravvento la “famiglia” dei Lo Bianco) è un volto noto agli inquirenti ed alle cronache. E’ stato infatti coinvolto e condannato in via definitiva per associazione mafiosa al termine dell’operazione “The Goodfellas” scattata il 30 maggio 2010. E’ stato ritenuto partecipe all’associazione mafiosa dei Lo Bianco, con contatti diretti con il defunto boss Carmelo Lo Bianco, alias “Piccinni”, nonchè particolarmente legato ad Andrea Mantella, attuale collaboratore di giustizia.
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