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‘Ndrangheta: tentata estorsione, ripreso a Vibo il processo a Nazzareno Lo Bianco

Oggi in aula il figlio dell’imprenditore edile impegnato in alcuni lavori e costretto, secondo l'accusa, a rinunciare a quanto gli era stato commissionato

‘Ndrangheta: tentata estorsione, ripreso a Vibo il processo a Nazzareno Lo Bianco

Nuova udienza stamane dinanzi al Tribunale collegiale, presieduto dal giudice Lucia Monaco, per il processo che vede imputato con l’accusa di tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso, che vede imputato Nazzareno Lo Bianco, 64 anni, detto “Giacchetta”, di Vibo Valentia.

L’imputato, difeso dall’avvocato Francesco Sabatino, avrebbe tentato un’estorsione al titolare di un’impresa edile, Salvatore Naccari, impegnato nella realizzazione di 15 bagni e dell’impianto antincendio in un’azienda del luogo. Nazzareno Lo Bianco, secondo la Dda, avrebbe prima tentato di impedire all’imprenditore edile di continuare i lavori e poi tentato di costringere successivamente la stessa parte lesa a rinunciare pure ad altro lavoro di ristrutturazione idraulica in un appartamento di un ingegnere di Vibo. Ad avviso degli inquirenti, Nazzareno Lo Bianco avrebbe minacciato di gravi ritorsioni la vittima per imporsi nell’accaparramento dei lavori pur contro la volontà del committente e della ditta incaricata.

Stamane in aula è stato ascoltato Giuseppe Naccari, figlio di Salvatore, il quale ha riferito di aver incontrato nel 2015 un soggetto non identificato il quale lo avrebbe avvicinato per chiedere spiegazioni su alcune denunce effettuate dal padre nel 2013 in ordine ad un incontro avuto con Nazzareno Lo Bianco. Quest’ultimo avrebbe allontanato Salvatore Naccari da un lavoro che stava eseguendo su corso Umberto I a Vibo.

Nel corso del controesame dell’avvocato Francesco Sabatino è emerso che Giuseppe Naccari in passato era stato arrestato per reati legati agli stupefacenti. Sempre l’avvocato Sabatino ha quindi chiesto ed ottenuto dal Tribunale l’accompagnamento coattivo in aula di Salvatore Naccari, oggi assente ingiustificato. Dovrà essere ascoltato nella prossima udienza fissato per il 12 giugno prossimo.

Nazzareno Lo Bianco, detto “Giacchetta”, nel 2009 era stato condannato a 4 anni ed 8 mesi per associazione mafiosa in primo grado nel processo nato dall’operazione denominata “Nuova Alba”. Nel 2010, a differenza del fratello e dei cugini, era stato poi assolto in appello. 

 

In relazione a quanto sopra da Salvatore Naccari riceviamo e pubblichiamo: “La mia non era un’assenza ingiustificata. Quanto riferito da il Vibonese, benché ripreso da quanto appreso nel corso dell’udienza, è una dato falso. Al sottoscritto era pervenuta notifica della convocazione all’udienza solo alle 20.50 del 9 maggio scorso, pertanto, a poche ore dall’udienza. Essendo fuori sede – sostiene l’imprenditore – il sottoscritto ha presentato ritualmente via fax i motivi per cui non poteva assolvere al proprio dovere. Pertanto, alla prossima udienza, non sarà necessario, contrariamente a quanto riportato, alcun accompagnamento coattivo. Quanto al resto dell’udienza, mia spiace che la difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Sabatino, così come riportato dai media locali, abbia sollevato nel contesto del processo una vicenda giudiziaria pregressa che ha investito mio figlio. Un ragazzo che, dopo quell’incidente di percorso, ha iniziato a lavorare per costruirsi una vita sana, così come imparato dalla sua famiglia, persone oneste che hanno sempre sudato il pane con dignità”. 

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