giovedì,Marzo 28 2024

Tentata estorsione al parco eolico di Filogaso, in tre passano ai domiciliari

Il gip del Tribunale di Vibo Valentia convalida gli arresti ma esclude le aggravanti mafiose restituendo gli atti alla Dda

Tentata estorsione al parco eolico di Filogaso, in tre passano ai domiciliari

Convalidato dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, Lorenzo Barracco, i tre arresti operati mercoledì dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Vibo Valentia unitamente ai colleghi della Compagnia di Vibo Valentia e della Stazione di Maierato, nei confronti di Francesco Cracolici, 41 anni, bracciante agricolo; Renato Cracolici, 37 anni, pastore; Onofrio Arcella, 30 anni, allevatore. Il gip ha poi deciso di attenuare la misura cautelare (domiciliari al posto del carcere) non ritenendo sufficienti le prove raccolte per contestare anche l’aggravante del metodo mafioso nell’estorsione che sarebbe stata portata avanti da Francesco Cracolici con il concorso di Renato Cracolici e Onofrio Arcella.

I carabinieri, camuffati da operai, stavano lavorando nel parco eolico-fotovoltaico a Filogaso, quando sono stati avvicinati da tre persone. Quindi, con atteggiamenti e minacce di morte i tre avrebbero cercato di costringere i “militari-operai” ad allontanarsi dal parco eolico-fotovoltaico interrompendo i lavori intrapresi. Sui terreni dove insiste il parco eolico (di cui è cointestatario lo stesso Francesco Cracolici sul quale Enel Green power esercita il diritto di superficie) sino a poco tempo fa i lavori di pulizia venivano eseguiti proprio dai tre arrestati.

Minacciano carabinieri travestiti da operai, arrestati tre presunti esponenti del clan Cracolici

I due Cracolici sono figli di Aldredo Cracolici, ucciso nel febbraio del 2002. Agguato ad oggi impunito sebbene del fatto di sangue abbiano reso di recente dichiarazioni i collaboratori di giustizia Andrea Mantella e Raffaele Moscato. Il gip, dopo la convalida degli arresti, si è spogliato dell’inchiesta rispedendo gli atti alla Dda che dovrà reiterare, entro venti giorni, la richiesta di una nuova misura cautelare al competente gip distrettuale di Catanzaro.

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