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Scuole, la Regione ha deciso: si chiude per 2 settimane. Ma l’ordinanza ancora non c’è

Il provvedimento riguarderà gli istituti di ogni ordine e grado. Il presidente ff Nino Spirlì già paventa l’intervento del Tar: «Difenderò fino in fondo la decisione»

Scuole, la Regione ha deciso: si chiude per 2 settimane. Ma l’ordinanza ancora non c’è
Il presidente ff Nino Spirlì chiude le scuole

Si attende solo l’ufficialità e l’ordinanza del presidente ff della Regione Nino Spirlì ma la decisione è stata presa. Si va verso la chiusura di tutte le scuole in Calabria per le prossime due settimane. Il provvedimento giunge al termine della riunione dell’Unità di crisi anti Covid-19 e del confronto con i commissari straordinari delle aziende sanitarie e ospedaliere.

La disposizione verrà ratificata da una specifica ordinanza, che sarà in vigore da lunedì 8 marzo 2021 fino alle due settimane successive. La didattica in presenza sarà consentita solo nei casi di handicap gravi degli studenti e per un numero limitato di ore.
Nel corso della riunione – alla quale ha preso parte anche il commissario della Sanità, Guido Longo – il presidente Spirlì ha sollecitato un intervento deciso per arginare le varianti del virus. «Non si può attendere ancora per cercare di contrastarle. La nostra sanità – ha detto – non può reggere l’urto di un forte aumento di casi di contagi».

Individuare le varianti del virus

L’Unità di crisi ha perciò ritenuto opportuno attivare con rapidità il sequenziamento per lo screening delle varianti del virus già note, in parallelo all’incremento della campagna vaccinale.
È stato inoltre preso atto che l’Azienda ospedaliera Mater Domini di Catanzaro, in convenzione con il centro di genomica dell’Università Magna Graecia, ha già avviato una indagine specifica con tamponi provenienti da tutte le cinque province della Calabria.

Punti di vaccinazione poco efficienti

L’Unità di crisi ha anche stabilito effettuare l’analisi dei volumi delle attività dei punti di vaccinazione, al fine di verificare l’andamento reale della campagna. È stato anche deciso di istituire 32 centri vaccinali presso i Comuni capofila dei distretti socio-assistenziali.
Evidenziata, inoltre, una carenza nel funzionamento dei 78 punti di somministrazione presenti sul territorio regionale.

La questione è stata al centro di un’altra riunione, avvenuta questo pomeriggio, alla quale hanno partecipato – oltre al presidente Spirlì e al commissario Longo – tutti i direttori generali e i commissari delle Aziende sanitarie provinciali e ospedaliere della regione. Durante il vertice, è stato analizzato l’attuale andamento della campagna vaccinale e – su sollecitazione di Spirlì e Longo – sono state individuate soluzioni utili a incrementare la somministrazione delle dosi in tutto il territorio regionale.

Spirlì: «Decisioni indispensabili»

«La necessità di arginare l’avanzata del Covid e delle sue varianti – afferma Spirlì – ci porta a prendere decisioni indispensabili. Tutti sappiamo che il popolo più aggredito dalla variante inglese è quello dei più giovani. Non possiamo permetterci di far arrivare questa onda d’urto sulla sanità e dobbiamo necessariamente prendere i provvedimenti del caso. Uno dei primi è questo: le scuole si fermano per due settimane. Durante questo periodo inizieremo la vaccinazione del personale scolastico che si renderà disponibile. Nessuno entrerà a scuola, salvo i casi di comprovata disabilità. Il resto dei giovani studierà da casa con il collegamento a distanza».

Quanto alla campagna vaccinale, «prosegue con i dovuti aggiustamenti. Oggi abbiamo fatto il punto sulle persone già vaccinate e messo in atto un piano suppletivo, che si aggiunge a quello già presente. Saranno aperti altri 32 punti vaccinali, oltre agli attuali 78. Ho chiesto con vigore che alle categorie già autorizzate si aggiungessero i disabili, i patologici, tra cui anche quelli pregressi, assieme agli accompagnatori e ai conviventi, utilizzando anche i medici di Medicina generale. Seguirò tutto personalmente, facendo anche visita ai centri vaccinali per verificare i modi in cui il servizio viene prestato».

«In questi due giorni a Roma – ha detto inoltre il presidente facente funzioni della Regione Calabria parlando con i giornalisti questa mattina – ho manifestato a tutti i ministri, sottosegretari e rappresentanti di governo che ho incontrato il fatto che la Calabria ha una sanità ferita, ed è innegabile, e non possiamo pretendere che una sanità già ferita debba poi trovare la soluzione di un’invasione di contagi perché finora abbiamo arginato ma non possiamo chiedere ai nostri sanitari una lotta contro il drago. Il dato che mi preoccupa – ha sostenuto il presidente ff della Regione – è questa presenza delle varianti: fino a quando non ci sono state abbiamo visto che la nostra sanità è riuscita a rispondere, adesso la situazione incomincia a diventare preoccupante».

«Il Tar – ha evidenziato ancora Spirlì – sarà libero di prendere le sue decisioni, ovviamente, ma io difenderò fino in fondo la necessità di salvaguardare l’intera popolazione calabrese. E se c’è un luogo che è più debole rispetto ad altri quel luogo dev’essere assolutamente arginato e non può essere lasciato aperto al virus e al contagio».

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