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Narcotraffico internazionale: le motivazioni della sentenza sul gruppo del vibonese Ventrici

Il Tribunale di Bologna il 30 novembre scorso ha emesso la sentenza sull’operazione “Due Torri connection” scattata nel 2011. Dieci le condanne per il clan di San Calogero trapiantato in Emilia

Narcotraffico internazionale: le motivazioni della sentenza sul gruppo del vibonese Ventrici

Sono state depositate dal Tribunale collegiale di Bologna le motivazioni della sentenza del processo “Due Torri connection” emessa il 30 novembre scorso contro il gruppo diretto da Franco Ventrici, 46 anni, di San Calogero, uno dei massimi narcotrafficanti di cocaina a livello internazionale e già protagonista insieme a Vincenzo Barbieri (ucciso nel marzo 2011) dell’operazione “Decollo” del 2004, sempre contro il narcotraffico. 

Dalle motivazioni della sentenza, condensate in 240 pagine, emerge che Francesco Ventrici nel corso di un’intercettazioni ambientale del dicembre del 2010 avrebbe espresso dubbi sul prezzo di una partita di cocaina, spiegando di “non aver mai pagato una cifra simile in 20 anni di lavoro nel narcotraffico”.

Ed è utilizzando le sue parole che i giudici del Tribunale di Bologna descrivono Francesco Ventrici, condannato a 26 anni di reclusione, come un narcotrafficante “di livello intercontinentale con esperienza pluriennale, con un ‘lavoro’ nel settore consolidato, acquisito e indefettibile”.

Al centro del processo c’era il tentativo, poi fallito, di far arrivare tra il 2010 e il 2011 una maxi-partita di cocaina da 1.500 chili che doveva partire dall’Ecuador e raggiungere l’Emilia-Romagna, via Lubiana. Franco Ventrici si era trasferito nel Bolognese nel 2010 dopo aver scontato la pena per l’operazione “Decollo”

“E’ indubbio – scrivono i giudici in sentenza – che il gruppo malavitoso guidato da Francesco Ventrici non si costituì in vista di un’unica operazione, cioè l’acquisto del carico di cocaina, ma era una vera e propria associazione per delinquere impegnata nel traffico internazionale di droga, attiva da molto tempo sul mercato dello spaccio ad alti livelli, con un programma criminoso indeterminato e ben proiettato nel futuro e aperta a ingressi e contributi da parte di eventuali nuovi associati”.

Così come non ci sono dubbi che Franco Ventrici fosse “capo indiscusso, organizzatore e narcotrafficante di antica data”. Egli era “titolare di ogni potere decisionale, impartiva le direttive, predisponeva e coordinava gli incontri nella propria abitazione nel Bolognese e manteneva, anche per interposta persona, i contatti coi fornitori esteri, gestendo l’impiego dei capitali e dei mezzi necessari, valutando e attribuendo eventuali responsabilità soggettive per la mancata riuscita delle operazioni”.

Alla pena di 17 anni di reclusione sono stati condannati: Antonio Grillo, 39 anni, di San Calogero, alias “Il Bisonte”; Italo Iannello, 26 anni, di San Calogero, nipote di Ventrici; Ferdinando Zappia, 38 anni, di San Calogero; Giuseppe Simonelli, 38 anni, di Tropea, presunto intermediario fra Ventrici ed i colombiani; Raul Isaza Cano, 51 anni, detto “Il negrito”, colombiano; Mari Vincent, 51 anni, cittadino svizzero: Angelo Mercuri, 49 anni, di San Calogero, cognato di Ventrici.

Nel 2011 le indagini portarono all’arresto di 14 persone tra Italia, Austria e Spagna, accusate di associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti.

A 13 anni di carcere sono stati invece condannati: Marco Di Maurizio, 36 anni, di Giulianova (Teramo) e Claudio Zippilli, 53 anni, di Sant’Omero (Teramo), indicati come i possessori della villa nella quale occultare la cocaina.

Assolto infine Giuseppe Grillo, 35 anni, di San Calogero, fratello di Antonio. 

L’organizzazione avrebbe agito dal luglio 2010 al gennaio 2011. Finanziatore di alcune importazioni di cocaina – con bonifici bancari disposti il 28 aprile ed il 17 maggio 2011 – sarebbe stato Domenico Campisi, ucciso a Nicotera nel giugno 2011.

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