giovedì,Aprile 25 2024

Morto il professore Filippo Bartuli, memoria storica di Mileto

Lo studioso è deceduto a Ostia, dove da tempo si era trasferito con la famiglia. Le sue ricerche hanno aperto squarci di luce su secoli di storia cittadina

Morto il professore Filippo Bartuli, memoria storica di Mileto
Filippo Bartuli

È morto Filippo Bartuli, memoria storica di Mileto. L’insigne ricercatore è deceduto all’età di 94 anni a Ostia, dove viveva da tempo con la famiglia. Con il suo acume, puntiglio, ingegno e fiuto è riuscito a scovare documenti inediti che hanno permesso di aprire squarci di luce su secoli di storia civile dell’antica capitale normanna. In modo scientifico, fornendo prove inoppugnabili e non lasciando nulla al caso. Caratteristiche, queste, tipiche del suo essere “topo” d’archivio che amava in modo viscerale la propria terra d’origine. Nel 2021 è stato pubblicato – edito dall’Accademia Milesia e curato da Francesco Galante – il suo ultimo volume dal titolo “Spigolature”. La miscellanea di studi ha reso merito alla lunga e diligente indagine storica svolta dal fine ricercatore. Le sue pubblicazioni abbracciano un arco di tempo che, partendo dal 939 (anno di datazione del più antico documento sulle origini di Mileto), porta al 1943 e alle tragiche fasi in cui le incursioni aeree anglo-americane, a conclusione della seconda guerra mondiale, provocarono la morte di 39 civili inermi, in fuga in località Carasace. [Continua in basso]

«Mileto, distrutta da terremoti del 1783 – racconta il professore Bartuli nella sua ultima fatica letteraria – venne lentamente ricostruita con le stesse pietre delle chiese, dei palazzi e delle case della vecchia città perdendo i monumenti (abbazia, cattedrale, conventi, palazzi signorili) che rendono ancora la cittadinanza orgogliosa di riferirsi ai fasti del regno normanno e alla memoria di Ruggero I d’Altavilla. La Mileto odierna è dimentica di se stessa, guarda ai tanti secoli passati senza leggere la continuità ineludibile della sua storia che nessun terremoto può per quanto devastante cancellare. Chi ne conosce il tempo e le vecchie carte sa che è possibile attraverso fogli ingialliti far rivivere uomini e donne che vissero in quel posto per 700-800 anni, migliaia di loro antenati, le cui ceneri sono poste sotto il pavimento della Badia e della Cattedrale».

Chi ha avuto l’onore di essergli amico ricorda le sue lunghe passeggiate su Corso Umberto I (condite dalle immancabili visite al Museo statale e agli altri luoghi della cultura), ma anche la sua proverbiale ironia, le lunghe chiacchierate, il suo colloquiare amabile e senza fronzoli. Nella “sua” Mileto ritornava spesso, tutti gli anni, ogni qualvolta poteva. Soprattutto nel periodo estivo. Fino a qualche anno addietro, sino a quando le forze glielo hanno consentito. Ultimamente lo aveva abbandonato anche la vista. Nelle scorse ore la sua morte che, tuttavia… non cancella quanto con scritti, ricerche e racconti lascia in dote all’amata terra natia.

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