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Eleonora, una donna tra due secoli: al Salone di Torino il libro scritto a quattro mani da Mariangela Preta e da Luciano Prestia

Una vicenda (vibonese) che si intreccia con la storia d'Italia che attraversa due guerre e la nascita della Repubblica. Evento patrocinato dal Comune di Soriano Calabro e curato dagli studenti del Liceo Morelli di Vibo

Eleonora, una donna tra due secoli: al Salone di Torino il libro scritto a quattro mani da Mariangela Preta e da Luciano Prestia
Al salone del libro di Torino la presentazione del romanzo storico, Eleonora

È stato presentato al Salone del libro di Torino il romanzo storico “Eleonora. Una donna tra due secoli”. Un evento patrocinato dal Comune di Soriano Calabro rappresentato, per l’occasione, dalla consigliera comunale Luciana Varì delegata alla cultura e allo spettacolo. La presentazione è stata curata dagli studenti del Liceo Classico “Michele Morelli” di Vibo Valentia coordinati dal prof Tonino Fortuna. A interagire con gli studenti sono stati gli autori Luciano Prestia e Mariangela Preta, quest’ultima direttrice del Polo Museale di Soriano Calabro. Il romanzo narra la storia vera della vibonese Eleonora Morelli, donna del Sud, nata nel 1897 a Triparni. La sua storia personale si intreccia con quella dell’Italia più profonda, quella che attraversa due guerre, un regime e una modernità che stenta ad arrivare.
Gli autori fanno parlare in prima persona la protagonista, ricostruendo la sua storia grazie al grande lascito di documenti pervenuto fino a oggi. Il risultato è un libro che ha la forza del documento storico e la bellezza della letteratura intima.
Eleonora vive sulla propria pelle gli sconvolgimenti del Novecento: la guerra, il fascismo, i cambiamenti sociali che coinvolgono la scuola e la famiglia. Ma la sua rivoluzione è silenziosa: è una donna che lotta con le armi della cultura, dell’indipendenza, della coerenza morale, si laurea nel marzo 1921 alla Sapienza di Roma e sarà la prima giornalista della provincia vibonese a ottenere la tessera giornalistica de “Il giornale d’Italia”. La sua storia ha sfondato i tetti di cristallo del suo tempo e diventa così un esempio per le presenti e future generazioni.

La trasformazione di Eleonora

Eleonora Morelli non cerca compassione o riconoscimenti e la sua storia personale si intreccia con quella dell’Italia più profonda, quella che attraversa due guerre, un regime e una modernità che stenta ad arrivare. Il primo atto di ribellione è simbolico ma potentissimo: spoglia la sua stanza dai tendaggi barocchi e dai quadri sacri, lasciando solo un crocifisso. È l’inizio di un percorso di emancipazione silenziosa ma coerente. A diciassette anni si ritrova maestra, responsabile dell’educazione di venti bambini in un piccolo paese. Scopre la vocazione, l’autonomia, la possibilità di costruire qualcosa che vada oltre le mura domestiche. Ma la sua scelta non è solo professionale: è anche affettiva. Rimane in quel luogo per amore di Pasquale, cugino e amore d’infanzia, da cui è stata crudelmente allontanata per volontà degli adulti.
Nel corso della narrazione, il tempo scorre e cambia. Eleonora vive in pieno il periodo fascista, con tutte le sue contraddizioni. La figura del padre, uomo d’onore e di rappresentanza, si muove in un mondo che sta cambiando, ma resta ancorato ai valori della proprietà, del nome, dell’apparenza. La scuola, invece, diventa per Eleonora un osservatorio privilegiato da cui vedere la trasformazione di un’Italia che, tra guerre e propaganda, si prepara ad affrontare il caos del Novecento.

La visione degli autori

«Eleonora Morelli è un personaggio da ricordare – la visione degli autori – perché ci insegna quanto coraggio serva per restare fedeli a se stessi anche quando il mondo, la famiglia, la storia e il tempo ti spingono nella direzione opposta. La sua è una testimonianza preziosa: un lascito per chi, oggi, cerca di capire da dove veniamo e, forse, anche dove stiamo andando».
Luciano Prestia, con delicatezza e rispetto, non riscrive Eleonora, ma la lascia parlare. Il suo ruolo di autore è simile a quello di un custode, o di un regista invisibile: raccoglie appunti, taccuini, ricordi sparsi, e li ricompone in un racconto coerente, profondo, toccante. Il risultato è un libro che ha la forza del documento storico e la bellezza della letteratura intima. Luciano Prestia non costruisce un’eroina, ma restituisce umanità a una figura che, se non fosse stata raccontata, sarebbe rimasta nell’oblio come tante altre. Il suo merito sta nel dare voce al non detto, nel trasformare una storia privata in una memoria collettiva, capace di toccare chiunque abbia avuto una madre difficile, un amore perduto, o un sogno rimasto a metà.
Questo libro è un atto d’amore verso la parola, verso la memoria e verso quella generazione di donne che hanno costruito il futuro nel silenzio.

Inoltre, questo libro non sarebbe mai esistito senza la tenacia e l’intuizione di Mariangela Preta, che ha fortemente voluto che la storia di Eleonora fosse salvata dall’oblio. Mariangela Preta, attraverso un meticoloso lavoro di recupero e selezione dei materiali, ha fatto da ponte tra passato e presente. È lei che ha creduto, prima di tutti, che quelle pagine intime meritassero di essere condivise, lette, comprese. Il suo contributo non è solo affettivo, ma anche documentale e curatoriale. Senza il suo impegno, le parole di Eleonora sarebbero rimaste nel silenzio in cui erano state scritte. Eleonora Morelli, grazie alla penna sobria e sensibile di Luciano Prestia e alla tenacia di Mariangela Preta, non è più sola.

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