venerdì,Aprile 26 2024

Spiagge e concessioni, Assobalneari: «A rischio le imprese del Vibonese»

A Capo Vaticano il sindacato ha incontrato gli imprenditori di categoria per discutere della decisione del Consiglio di Stato di prorogare le concessioni solo fino al 2023

Spiagge e concessioni, Assobalneari: «A rischio le imprese del Vibonese»

Il sindacato Assobalneari regionale si è riunito in un noto hotel di Capo Vaticano per discutere della decisione del Consiglio di Stato di prorogare le concessioni balneari solo fino al dicembre 2023.
All’incontro hanno partecipato il presidente Giuseppe Nucera, il vice presidente Nicolino Lasorba e numerosi  imprenditori turistici della Costa degli dei, che si estende da Pizzo a Nicotera.
«Il turismo  – ha sottolineato Lasorba – rappresenta il principale motore economico della provincia di Vibo Valentia. La Calabria – ha aggiunto Nucera – con i suoi ottocento chilometri di costa deve riaffermare il suo diritto all’impresa, che ha prodotto economia ed occupazione nel fondamentale settore del turismo. Con la sentenza del Consiglio di Stato – ha aggiunto Giuseppe Nucera – il turismo balneare calabrese ha ricevuto un colpo mortale. Ci sono oltre tremila aziende fondate sulle concessioni demaniali, migliaia di operatori e lavoratori che svolgono attività sia stagionale che annuale. Per il presidente di Assobalneari Calabria, la decisione del Consiglio di Stato va modificata, poiché rischia di svendere anni di sacrifici e mandare sul lastrico centinaia di imprese turistiche. Il timore è che ad avvantaggiarsi saranno solo le multinazionali a discapito delle imprese calabresi».
Per Assobalneari dovrebbero essere riconosciuti gli investimenti fatti in passato da ogni imprenditore, da ogni famiglia che ha investito sul turismo, per dare valore e identità alla costa degli dei, garantendo l’occupazione per tutti quelli che ci lavorano».
Collegato da remoto il presidente nazionale Fabrizio Licordari che ha invitato gli imprenditori e le associazioni di categoria ad essere uniti in questa battaglia. A rischio ci sono anni di sacrifici e migliaia di posti di lavoro».

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