lunedì,Aprile 29 2024

Superbonus, lo sfogo di un imprenditore del Vibonese: «Lo Stato ci ha messo spalle al muro»

Crediti bloccati e cantieri fermi. Carico di dolore il messaggio di Antonio Ciancio dopo le modifiche del Governo Meloni: «Abbiamo assunto operai, eseguito lavori per milioni di euro e adesso non sappiamo come andare avanti»

Superbonus, lo sfogo di un imprenditore del Vibonese: «Lo Stato ci ha messo spalle al muro»
Antonio Ciancio e uno dei suoi cantieri fermi

In vista della manifestazione del primo aprile a Napoli promossa dalla Fillea Cgil, il sindacato calabrese ha messo in moto la macchina organizzativa raccogliendo centinaia di adesioni ed altrettante testimonianze di imprenditori del settore edile travolti dal dietrofront del Governo che ha di fatto stravolto il Superbonus 110%. Una delle tante storie arriva dal Vibonese. «Nel nostro tour che precede la 𝗺𝗮𝗻𝗶𝗳𝗲𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗶𝗻𝗱𝗲𝘁𝘁𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗼 𝗮𝗽𝗿𝗶𝗹𝗲 𝗮 𝗡𝗮𝗽𝗼𝗹𝗶 contro le modifiche al decreto sul Superbonus 110% – è scritto in un comunicato della Fillea Cgil – abbiamo incontrato Antonio Ciancio, direttore tecnico di Et Group Srl che ci ha spiegato le prospettive aperte inizialmente dall’incentivo e ciò che le continue variazioni del provvedimento hanno comportato». [Continua in basso]

L’imprenditore si lascia andare ad un lungo sfogo: «Sono il direttore tecnico di una società che opera nel Vibonese. Dal 2020 abbiamo cominciato a lavorare credendo nel progetto legato al Superbonus 110% e nello Stato. Oggi devo dire purtroppo, che a causa delle numerose modifiche, siamo con le spalle al muro», spiega l’imprenditore che aggiunge: «Quei crediti che abbiamo ricevuto da parte dell’Agenzia delle Entrate sono incagliati, non riusciamo più a monetizzarli e non sappiamo come fare per andare avanti».

Racconta Antonio Ciancio della manodopera assunta per far fronte alle numerose richieste. «A maggio del 2020 – spiega – abbiamo assunto sette operatori, tra geometri, architetti e ingegneri che hanno prima studiato il bonus per poi passare alla progettazione. Abbiamo realizzato nel 2021 opere per 3 milioni e mezzo di euro, e quindi crediti per 3 milioni e mezzo di euro. Tra il 2021 e il 2022 abbiamo assunto 54 operai che hanno lavorato moltissimo. Oltre a questo abbiamo dato moltissimi progetti come General contractor in subappalto a tante aziende del posto, creando ad oggi problemi non solo a noi ma anche alle imprese che hanno lavorato con noi e ai fornitori che ci hanno dato fiducia». Punta il dito contro le modifiche apportate dal Governo Meloni che rischiano di avere pesanti ripercussioni sull’edilizia. «Oggi – ammette Antonio Ciancio – non riusciamo più ad andare avanti. Abbiamo 43 cantieri fermi con materiale fermo sul posto che noi abbiamo dovuto pagare. Sono deluso – conclude – e sono arrivato al punto di non sapere più come andare avanti e aiutare la mia azienda».

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