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Reddito di cittadinanza sospeso a oltre 900 vibonesi

Il Governo scarica tutto sui servizi sociali dei Comuni che però sono a corto di personale e risorse finanziarie. Non migliore la situazione nei Centri per l’impiego dove si dovrà sottoscrivere il “patto di servizio”. Ecco tutte le novità e la realtà nella nostra provincia e in Calabria

Reddito di cittadinanza sospeso a oltre 900 vibonesi

Sono 922 a Vibo Valentia e provincia le persone raggiunte dal messaggino dell’Inps sul proprio cellulare con l’annuncio della revoca del reddito di cittadinanza. Nessuna interazione personale per informare persone in carne ed ossa in merito alla sospensione – decisa dal Governo Meloni – dell’unica fonte di reddito o integrazione al reddito di una famiglia. Complessivamente in Calabria sono 14.384 gli sms inviati dall’Inps a persone singole e tra loro, appunto, anche i 922 residenti nel Vibonese e nella città capoluogo. A Cosenza e provincia sono invece in 5.234 ad essere raggiunti dallo stop, mentre 2.814 è il numero a Catanzaro a provincia, 3.714 nel Reggino, 1.700 a Crotone e provincia. Numeri destinati a moltiplicarsi se – come spiegato dal segretario generale della Cgil Calabria, Angelo Sposato – si tiene conto dei nuclei familiari, arrivando così in Calabria alla soglia delle 45mila persone sulle quali avrà effetti diretti la decisione di sospendere il reddito di cittadinanza introdotto dal Governo presieduto da Giuseppe Conte. Per la Cgil si tratta in molti casi di “famiglie sotto il livello di povertà, che stanno vivendo un dramma sociale, senza alcuna prospettiva di lavoro e sostegno al reddito, con un Governo Meloni che sta sbagliando tutto rischiando di portare il Paese alla deriva”.   

Il Governo “scarica” sui Comuni

La disposizione della sospensione del reddito di cittadinanza allo scadere del settimo mese prevede che, in presenza in famiglia di un componente minore, disabile o over 60, per continuare a percepire il Reddito di cittadinanza sino a dicembre si venga assorbiti e presi in carico dai Servizi sociali dei singoli Comuni. Se poi la presa in carico da parte dei Comuni avviene entro il 31 ottobre, allora verranno riattivati anche gli arretrati non percepiti in seguito alla sospensione del reddito di cittadinanza. Un ostacolo non da poco in Calabria e soprattutto nel Vibonese, attese le note difficoltà in cui versano i Comuni tra mancanza di personale e risorse finanziarie. Ancora peggiore la situazione nei Centri per l’impiego. Il Governo Meloni ha infatti stabilito che la sospensione del reddito di cittadinanza riguarda anche quei nuclei familiari che hanno un componente compreso in una fascia di età che va dai 18 ai 59 anni. In tali casi ci si dovrà rivolgere ai Centri per l’impiego per sottoscrivere il “patto di servizio” in modo tale che da giorno 1 settembre si potrà richiedere il “Supporto per la formazione e il lavoro” al fine di avere da gennaio 2024 un’indennità di partecipazione di 12 mensilità pari a 350 euro in presenza di Isee non superiore a 6mila euro. Il problema è che i Centri per l’impego calabresi – e anche quello di Vibo Valentianon sono ancora per nulla attrezzati a fronteggiare un simile carico di lavoro. Si rischia, in conclusione, di gettare via anche il “bambino con l’acqua sporca”, specie nel Vibonese dove il lavoro scarseggia, e – al netto dei “furbetti” (in maggioranza pregiudicati o imputati per associazione mafiosa) che hanno percepito il reddito di cittadinanza pur non avendone diritto – la situazione potrebbe risultare fatale per interi nuclei familiari che non raggiungono la soglia minima di sussistenza percependo paghe da fame e, spesso, in nero.

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