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«In Italia il 62% delle donne dipende economicamente dal marito»: l’allarme del Comitato per l’imprenditorialità femminile

La presidente dell’organismo della Camera di commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo snocciola i dati e conferma l’impegno nella costruzione di percorsi di formazione e affrancamento economico: «Gender gap ancora elevato, c'è molto da fare»

«In Italia il 62% delle donne dipende economicamente dal marito»: l’allarme del Comitato per l’imprenditorialità femminile

«Oggi l’intera comunità internazionale affronta e discute un tema fondamentale, vasto e complesso qual è quello della violenza di genere che assume forme diverse: alcune visibili, altre più sottili e subdole ma non meno devastanti». In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne il comitato per l’imprenditorialità femminile della Camera di Commercio di Catanzaro Crotone e Vibo Valentia esprime la sua posizione sul fenomeno della violenza di genere.

La presidente del comitato Antonella Mancuso ricorda come: «Tra le forme di violenza spesso sottovalutata c’è quella economica, un abuso che priva le donne della loro autonomia, delle loro risorse e, di conseguenza, della loro libertà. Una violenza che non lascia segni visibili ma distrugge con altrettanta crudeltà perché lede progressivamente l’autostima e la dignità della donna.

L’Italia è terz’ultima in Europa, 87esima al mondo per gender gap. È un paese in cui l’occupazione delle donne risulta essere il 20% in meno rispetto a quella degli uomini, in cui le donne guadagnano il 30% in meno a parità di mansione, dove addirittura una donna su tre non ha un conto corrente intestato. Dove il 62% di donne che denuncia dipende economicamente dal proprio maltrattante, una situazione, com’è evidente, che non consente il completo allontanamento da una relazione fatta di soprusi e violenze».

In tutto questo, «la Camera di Commercio di Catanzaro Crotone e Vibo Valentia e il comitato per l’imprenditorialità femminile sa bene come l’autonomia economica sia una delle principali chiavi per spezzare il ciclo della violenza. Da oltre un anno abbiamo avviato corsi di formazione gratuiti, progetti di mentoring, bandi che prevedono premialità, corsi all’autoimprenditorialità coinvolgendo scuole e giovani donne fin dalla minore età e incontri informativi sulla certificazione per la parità di genere. Abbiamo, inoltre, accompagnato le donne nella conoscenza delle discipline stem perché sappiamo bene che il mercato del lavoro ricerca simili figure specializzate.

Il nostro compito è quello di promuovere ogni iniziativa possibile per sostenere le donne nel loro percorso di autonomia economica. Ciò significa per noi creare reti di supporto per migliorare l’accesso alle risorse sensibilizzando istituzioni e imprese locali. Non possiamo più permettere che una donna debba scegliere tra sicurezza economica e la propria libertà.  Una donna economicamente autonoma è libera di scegliere per sé stessa, per il proprio futuro e per quello dei propri figli. Il nostro obiettivo è lavorare insieme per la costruzione di una società in cui ogni donna possa realizzare il proprio potenziale senza paure e senza limitazioni. Giornate come queste stanno oggi a rammentarci come le dichiarazioni debbano immediatamente trasformarsi in azioni concrete. Noi del comitato per l’imprenditorialità femminile ci crediamo».

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