Comune Vibo e salario accessorio, l’ente salda ma sbaglia i conti: meno soldi ai dipendenti
Risultati errati i calcoli per la liquidazione delle indennità di Rischio o di Disagio relative agli anni 2019-2020. E intanto ai lavoratori sarà pagato solo il 60% della produttività del 2018
Alla fine il Comune di Vibo Valentia ha liquidato qualche indennità del 2019 e del 2020 al personale dipendente di Palazzo Luigi Razza, ma – da quanto riferito dagli stessi lavoratori – i calcoli fatti sono risultati sbagliati. Con la triste conseguenza che ai dipendenti è stato pagato addirittura di meno del previsto. In alcuni casi anche molto di meno. Una svista che, dunque, nonostante le buone intenzioni da parte dell’amministrazione del capoluogo, ha comunque determinato la delusione dei lavoratori dell’ente. [Continua in basso]
Piccolo passo indietro: come si ricorderà, l’amministrazione Limardo doveva saldare gli ultimi tre anni di salario accessorio al personale comunale. La vicenda nelle scorse settimane è finita, poi, in un autentico vortice di polemiche che ha visto addirittura un duro scontro tra l’assessore al Personale Domenico Primerano e i vertici del Nucleo di valutazione di Palazzo Luigi Razza. Nel mezzo i pesanti rimbrotti della Cisal all’indirizzo del rappresentante della giunta Limardo. Ma sono stati soprattutto i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil a salire in cattedra, chiedendo prima un incontro ufficiale all’amministrazione attiva (rimasto inascoltato), e poi proclamando, al termine di una assemblea, lo stato di agitazione di tutto il personale dipendente. E questione – secondo leggi e prassi – finita dritta dritta sul tavolo del prefetto di Vibo Valentia Roberta Lulli che ha convocato le parti per un vertice a Palazzo Rizzuti: seduti al tavolo i segretari di categoria Luciano Contartese (Cgil-Fp), Antonino D’Aloi (Cisl-Fp) e Maurizio Bardari (Rsu Uil-Fpl al Comune), il sindaco del capoluogo Maria Limardo, l’assessore al Personale Domenico Primerano e il segretario generale dell’ente Domenico Libero Scuglia.
Al termine della riunione, presieduta dallo stesso prefetto, l’amministrazione si è impegnata a pagare entro il 31 luglio la produttività relativa agli anni 2018-2019-2020. Ma sempre durante la riunione gli amministratori hanno annunciato che erano già stati liquidati nei giorni scorsi i restanti istituti contrattuali riconducibili alle annualità della contrattazione decentrata 2019-2020. E qui qualcosa, però, è andata storta. Come scritto all’inizio, conti sbagliati e meno soldi in tasca ai dipendenti. Ci spieghiamo meglio: nel calcolare le indennità di Rischio o di Disagio, relative agli anni 2019-2020, di ciascun dipendente comunale (calcolo che si fa in base ai giorni di presenza in Comune di ogni singolo lavoratore), sono stati fatti degli errori. Almeno a sentire gli stessi interessati: ossia i dipendenti. E, quindi, il saldo riconosciuto è risultato essere ridotto rispetto a quanto realmente previsto per ogni lavoratore. «Hanno fatto dei calcoli errati – fa sapere un dipendente – A me, ad esempio, hanno dato solo duecento euro e, invece, mi spettavano più soldi. Si tratta di errori per migliaia di euro». Da quanto appreso, però, gli uffici competenti del Comune si sono già messi a lavoro per rifare calcoli e conti. [Continua in basso]
Ma i problemi non finiscono qui per il personale comunale: sempre l’amministrazione ha, infatti, provveduto a informare i dipendenti che in relazione all’indennità di produzione del 2018, l’ente verserà a ciascun lavoratore soltanto il 60%. Non un euro in più. Il motivo? Presto detto: non ci sono quattrini disponibili in Tesoreria.