giovedì,Aprile 25 2024

Elezioni provinciali a Vibo, De Nisi rompe con l’interpartitica e si riavvicina al centrosinistra

L’ex presidente della Provincia vicinissimo a riannodare i rapporti con via Argentaria. Pronti a seguirlo Fera, Soriano e Giamborino. Nel quadro allargato rientrerebbe anche Bruni. Conferme di apertura dal segretario dem Insardà

Elezioni provinciali a Vibo, De Nisi rompe con l’interpartitica e si riavvicina al centrosinistra

Un quadro in continua evoluzione. Nel quale ciò che fino a ieri sembrava impensabile oggi appare verosimile se non addirittura concreto. Lo scenario di riferimento è quello delle elezioni provinciali del prossimo 31 ottobre. La trama è densa di colpi di scena. Se è vero che la consultazione – riservata agli amministratori pubblici – per sua natura si presta a sperimentazioni estreme, in questa fase sembra di essere di fronte ad un “laboratorio della politica” nel senso pieno del termine. Un laboratorio degno del dottor Victor Frankenstein. Alleanze “contronatura”, nemici giurati che si ritrovano allo stesso tavolo, “scomuniche” annullate in un battito di ciglia e in nome della convergenza. A determinare le strategie, come negli schemi più usurati del teatrino della politica nostrana, le contropartite in ballo e la possibilità di utilizzare il sostegno odierno come una cambiale da riscuotere al momento opportuno

Semplificando il quadro: si vota mercoledì 31 ottobre; entro le 12 di giovedì 11 ottobre le liste dovranno essere depositate all’ufficio elettorale della Provincia. In esse troveranno posto amministratori comunali in carica, il cui mandato non scada prima dei 12 mesi; a guidarle dovranno essere sindaci con lo stesso requisito. Non votano i comuni soggetti a commissariamento ma votano – particolare non secondario – i consiglieri eletti nelle Comunali del 21 ottobre a Nicotera e Tropea. Per il meccanismo del voto ponderato, più popoloso è il comune, maggiore sarà il peso specifico del consenso del singolo amministratore: in rapporto di oltre 8 a 1 tra Vibo Valentia e Spadola, tanto per fare un esempio.

Sul piano politico il centrodestra ha chiuso la partita entro un determinato perimetro, candidando alla presidenza il sindaco di Stefanaconi Salvatore Solano, e puntando nelle due liste sugli amministratori che si ritrovano sotto le bandiere di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, sovranisti e Vibo Unica, senza disdegnare il sostegno di indipendenti e di chi non si rivede nel centrosinistra. Tra questi ultimi – ed è questa la notizia -, era dato per acquisito fino a pochi giorni fa il sostegno dell’ex presidente della Provincia Francesco De Nisi che, forte di buoni consensi nel consiglio comunale di Filadelfia e in qualche altro comune, avrebbe dovuto spendersi in funzione dell’area dell’interpartitica, alla quale aveva del resto preso parte nelle prime battute della discussione. Ma il quadro, dicevamo, si evolve rapidamente. In questo caso precipita e si sgretola. De Nisi, già “reo” di aver sostenuto il centrodestra alle Politiche del 4 marzo (gli sono state rinfacciate cene con gli ora parlamentari Wanda Ferro e Giuseppe Mangialavori e incontri romani con il senatore forzista) e per questo oggetto di una richiesta di espulsione dal Pd, sarebbe pronto a tornare alla “casa madre” per dialogare nuovamente con i democratici, rompendo i rapporti in essere con il medico vibonese. Un’idea che non troverebbe resistenze da parte del Pd. Tutt’altro. Andrebbe letta proprio in questo senso la recente apertura rivolta dal segretario provinciale Enzo Insardà, convinto «che vi sia ancora spazio e tempo per favorire un’iniziativa politica e amministrativa più ampia con al centro amministratori che possano convergere su un progetto basato sulla concretezza». Un’“Alleanza democratica” quindi, definizione che potrebbe anche dare il nome alla lista, rigorosamente civica, che si prevede di chiudere entro domani sera. Tutto ciò per dire che «le porte non sono chiuse a nessuno». Già nessuno, perché oltre a De Nisi, in procinto di tornare a dialogare con via Argentaria ci sarebbero addirittura anche l’ex dirigente Michele Soriano – anch’egli oggetto di furiosi strali e richieste di espulsione -, l’ex consigliere regionale Pietro Giamborino e l’ex presidente della Provincia Pasquale Fera

Gli stessi che nella serata di ieri si sarebbero incontrati in una saletta del 501 Hotel di Vibo, insieme ad alcuni amministratori locali tra i quali i vicesindaco di Sorianello e San Costantino, per elaborare una strategia comune e pianificare l’“operazione rientro”. I già protagonisti del famigerato “accorduni” che portò, quella volta con l’appoggio del centrodestra, Andrea Niglia alla guida della Provincia, sarebbero dunque in procinto di sancire un nuovo patto con un Pd in ambasce che accoglierebbe ben volentieri l’insperato sostegno. A motivare la rottura di De Nisi con il centrodestra e a convincerlo a guardare nuovamente all’alveo del Pd, la scarsa considerazione ricevuta da Mangialavori nelle fasi che hanno portato alla candidatura di Solano. Del resto l’eventuale ritorno porterebbe vantaggi ad entrambe le parti in causa: l’ex sindaco di Filadelfia tornerebbe ad aspirare ad una candidatura alle Regionali, il partito godrebbe di nuova linfa per rilanciare le sue ambizioni a partire proprio dalle elezioni provinciali.

Tornando alle Provinciali, le grandi manovre nel centrosinistra contemplerebbero anche l’incameramento dell’Udc di Gaetano Bruni – già fuoriuscito polemicamente dall’interpartitica del centrodestra – e dunque pronto a spendersi per la “causa comune”: vale a dire sabotare Mangialavori. In questi termini, un nuovo patto farebbe impallidire perfino l’accorduni del 2014. Il quadro di ampia inclusione che si va delineando, del resto, rappresenterebbe il contesto ideale anche per un Pd che avrebbe dovuto affrontare non poche resistenze interne a far rientrare la sola Udc. Ed è lo stesso Insardà a ribadire a Il Vibonese di essere «disponibili ad aprire dialogo con chiunque. Non chiudiamo la porta – precisa meglio – a chi vuole avvicinarsi ad un progetto di lavoro e a chi non garba il progetto del centrodestra. Noi con loro siamo pronti a dialogare». 

Ancora presto, però, per fare nomi. Il candidato presidente sarà necessariamente frutto della “sintesi delle sensibilità” che alla fine comporranno il quadro. In altre parole dovrà stare bene a tutti. Se la prospettiva dovesse concretizzarsi nei termini su esposti, chi potrebbe incarnare la sintesi – ad esempio – tra un sindaco di Arena Antonino Schinella (nome caldo in quota dem) e un Marco Martino da Capistrano (presidente in pectore dell’Udc) non dispiacendo neppure a De Nisi? Tutti gli indizi – ma siamo, è bene dirlo, nel campo della fantapolitica – portano al sindaco di San Nicola da Crissa Giuseppe Condello. Già esponente dem di area “denisiana”, è legato a doppio nodo a Pasquale Fera, presidente del suo consiglio comunale. Lo stesso Fera, giova ricordarlo, è stretto congiunto di Marco Martino e dunque potrebbe facilmente assurgere al ruolo di garante dell’operazione sponsorizzando un uomo di sua fiducia

Il centrodestra ostenta sicurezza. Le ultime stime interne darebbero a Mangialavori e soci un consenso ampio e diffuso in provincia. Si conta sull’esito favorevole a Nino Macrì nel voto di Tropea, il che porterebbe la maggioranza di quel consiglio comunale dalla parte di Solano; le liste sono ad un passo dalla rifinitura e si punta a piazzare qualche mina vagante in campo avversario; la fuoriuscita di De Nisi non viene considerata un danno irreparabile. Tuttavia, lo insegnano le manovre di questi giorni, le insidie sono sempre dietro l’angolo e diventa ora categorico serrare le fila per scongiurare nuove fuoriuscite e affrontare senza ulteriori colpi di scena una partita che sembrava già “in ghiaccio”. E che invece potrebbe improvvisamente riaprirsi.       

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