sabato,Aprile 20 2024

Comune di Vibo, Udc e Luciano in coro: «La città non può più aspettare»

In due distinti interventi Nico Console e l’ex presidente del Consiglio si dicono pronti ad avviare una nuova fase politica archiviando l’esperienza Costa. Il leader di Vibo Unica parla a Mangialavori: «Stacchi la spina»  

Comune di Vibo, Udc e Luciano in coro: «La città non può più aspettare»

«Le ultime dinamiche che agitano l’amministrazione comunale coinvolgono l’intera collettività vibonese chiamata ad interrogarsi se ci siano attualmente le giuste condizioni per superare lo stallo amministrativo che da tempo ormai ingessa il possibile sviluppo della città e le sue legittime ambizioni di crescita meritevoli di un capoluogo di provincia, nonostante a distanza di quasi quattro anni da inizio mandato il programma proposto dal sindaco sia evidentemente rimasto, perlomeno nei punti più rilevanti, lettera morta. Ebbene, proprio sull’attuazione dei punti più delicati e rilevanti di quel programma si sono dedicati tutta una serie di assessori, anche esterni, proprio perché ritenuti tecnicamente adeguati a governare settori vitali dell’Ente; basti pensare a Francesco Alessandria (Lavori pubblici), Raffaella Imeneo e Giuseppe Macrì (Bilancio), Giuseppe Russo, Antonella Sette ed ancor prima Francesca Romanò (Ambiente). Chi ha nominato e indirizzato questi tecnici? Perché questi tecnici non hanno potuto dare le risposte che i cittadini attendevano?». A chiederselo in un intervento è il coordinamento cittadino dell’Udc di Vibo Valentia intervenendo sull’attuale ennesima crisi politica che coinvolge la maggioranza alla guida della città e vede il sindaco Elio Costa alla prese con una difficile ricomposizione del quadro dopo l’uscita dalla Giunta dei tre assessori di riferimento del senatore Giuseppe Mangialavori, dimessisi proprio per favorire un “rilancio dell’azione amministrativa”. «Provare a nominare ulteriori figure tecniche alla guida dei settori nevralgici dell’Ente costituirebbe l’ennesimo tentativo di addossare le responsabilità del fallimento di questa amministrazione alla politica vibonese da parte di chi, evidentemente, non ha più alibi. Ed infatti – prosegue l’Udc per voce di Nico Console -: quando sei assessori si dimettono, quando la prima degli eletti della lista antagonista del Sindaco continua da mesi a rivestire la carica di presidente del Consiglio senza una votazione palese che legittimi il ruolo, quando un terzo del consiglio comunale propone la verifica della fiducia al sindaco, quando il gruppo dell’ex presidente del Consiglio eletto propone la riflessione politica sull’opportunità di un tavolo politico per individuare le cause e le soluzioni per un rilancio dell’azione amministrativa del capoluogo, quando il capogruppo della lista del sindaco passa all’opposizione, quando di fronte a tutto ciò il sindaco ritiene di avere, incredibilmente, un “mandato più ampio”; ebbene la crisi da politica si trasforma in istituzionale, si ha, cioè, il senso che qualcuno abbia perso il senso della realtà e delle istituzioni».  

Per Console e l’Udc dunque «è giunto il momento che proprio quella politica, fatta di sana partecipazione civica ed interpretata anche dai partiti, tenuta volutamente distante dal Sindaco e mai  coinvolta concretamente nel perseguimento di obiettivi veramente strategici per la crescita del territorio, si riappropri della sua naturale funzione di confronto democratico per l’individuazione di soluzioni che consentano nel breve il superamento di un’insufficiente gestione ordinaria. Infatti, di fronte a problemi di natura straordinaria, ostinarsi nel percorrere con disinvoltura la strada delle larghe intese per la creazione di una Giunta tecnica, senza renderne trasparente il fine, costituirebbe l’ennesima umiliazione della politica su cui si scaricherebbero trasversalmente responsabilità che, viceversa, sono esclusivamente di uomini soli al comando di una barca che fa acqua da tutte le parti. Visto lo stato in cui versa l’amministrazione non è più possibile  continuare a rinviare un trasparente dibattito politico tra le forze civiche e politiche che intendono in modo sano offrire una prospettiva nuova e diversa nella gestione della cosa pubblica e del possibile sviluppo della città. La politica, infatti, non può essere ridotta a sintesi di forme di governo a conduzione astratta con galleggiamento delle istituzioni, ma deve soprattutto essere senso di responsabilità e talvolta anche di sacrificio immediato per il perseguimento di condizioni migliori nel più breve tempo possibile. Siamo quindi pronti – concludono dall’Udc – ad un confronto per l’elaborazione di soluzioni e di nuovi progetti politici ed amministrativi interpretati da uomini che diano prova di consapevolezza del ruolo politico ed istituzionale che ricoprono con la conseguente assunzione di responsabilità nell’adozione di decisioni che, seppur dolorose, oggi finiranno inevitabilmente per condizionare il futuro della nostra città». [Continua dopo la pubblicità]  

All’intervento di Console si accoda a breve distanza l’ex presidente del consiglio comunale Stefano Luciano il quale spiega come la posizione dell’Udc «sia condivisibile e meriti considerazione ed apertura. La crisi politica ed amministrativa attualmente in corso, si sta trasformando in crisi istituzionale e si rischia di arrivare al prossimo consiglio comunale, convocato per lunedì mattina, senza avere fatto un passo in avanti, con oltre venti punti calendarizzati, quasi tutti a firma di Vibo Unica, che interessano i problemi veri della città che ad oggi, non sono stati mai discussi e deliberati. Avevamo deciso di rispondere positivamente all’appello formulato dal Senatore Mangialavori, che chiedeva senso di responsabilità per superare la fase di paralisi amministrativa e lo avevamo invitato alla costituzione di un tavolo politico urgente per capire, insieme, come si sarebbe potuta indirizzare la responsabilità, attraverso un confronto franco e sincero. Ma ad oggi, il nostro appello è caduto nel vuoto». Luciano chiarisce di aver «solo registrato un invito del sindaco ad un confronto bilaterale ed abbiamo declinato nella convinzione che il fallimento del suo progetto, sia proprio da imputare alla mancata collegialità e ad un modo di procedere poco avvezzo al confronto pubblico e generalizzato con tutti coloro i quali avrebbero avuto competenza ed energie da spendere per Vibo. Oggi, la città non può più aspettare – prosegue Luciano – e poiché Mangialavori non può pretendere collaborazione senza confronto politico e senza prospettare soluzioni amministrative da discutere, riteniamo opportuno che dia seguito a quanto affermato pubblicamente anche sulla stampa e cioè, che si renda parte attiva nel mettere fine a questa amministrazione. Su questo tema saremo pronti a convergere anche sul presupposto che abbiamo sempre affermato: avendo costruito il progetto anche con Forza Italia, è con la stessa che deve essere affrontato il tema della fine consiliatura. Diversamente chiuderemo alla possibilità di un confronto con Forza Italia sulla situazione attuale di crisi politica e vaglieremo ogni altra iniziativa idonea a superare l’attuale stallo, senza escludere confronti con le altre forze politiche che condividono con noi la stessa esigenza. Al contempo, ci proponiamo nella giornata di domani di incontrare Nico Console e gli amici dell’Udc per ragionare insieme sulle prospettive future che possano dare a Vibo Valentia un nuovo governo composto da giovani professionisti che hanno realmente voglia di contribuire a risanare la città».

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