venerdì,Aprile 19 2024

Monta la polemica a Vibo per il saluto romano di Maria Limardo

La candidata a sindaco dopo il gesto nella sede di Fdi alla presenza del pronipote di Mussolini: «Una goliardata». Il consigliere regionale del Pd Mirabello: «Si vanta del proprio pedigree fascista alla vigilia della Festa della Liberazione»

Monta la polemica a Vibo per il saluto romano di Maria Limardo

Monta la polemica a Vibo Valentia per il “saluto romano” fatto dalla candidata a sindaco del centrodestra, Maria Limardo, durante un incontro aperto alla stampa nella sede di Fratelli d’Italia sita su corso Vittorio Emanuele III. In vista delle elezioni Europee del 26 maggio nella sede di Fdi sono stati presentati due candidati: Maria Rosaria La Grotta, già consigliere comunale a Vibo, e Caio Mussolini, pronipote del duce Benito Mussolini. Nel fare ingresso nella sala – riporta l’Agi  la candidata a sindaco Maria Limardo con il braccio teso e alzato ha salutato “romanamente” i presenti. “È stato un gesto goliardico – ha dichiarato la Limardo – perché è nota la mia appartenenza alla destra sociale e la mia storia politica. Mia nonna è stata segretaria del Fascio”. Maria Limardo, già consigliere comunale con Alleanza Nazionale e poi assessore dal 2002 al 2005 con la prima giunta del sindaco Elio Costa, dopo un passaggio in Futuro e Libertà nel 2010 ha sfiorato l’elezione a consigliere regionale con il Pdl. E’ sostenuta a sindaco di Vibo Valentia, da una colazione che comprende Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega con Salvini, ex Pd e Udc. Mussolini, secondo quanto riferisce “Il Quotidiano del Sud”, a proposito delle polemiche ha dichiarato: “Io non c’entro niente, il cognome che porto mi è stato assegnato. Spero ci si concentri sui temi”. 

Su quanto accaduto interviene però con una nota il consigliere regionale del Pd Michele Mirabello: “Lo scambio di pubbliche effusioni e saluti romani fra la candidata a sindaco della destra vibonese Maria Limardo e Caio Giulio Cesare Mussolini squarcia l’ultimo velo d’ipocrisia sulle elezioni amministrative nella città di Vibo Valentia. Il grossolano tentativo di imbellettare, sotto le insegne del civismo, o sotto slogan triti e ritriti, come quello della “salute pubblica”, un’operazione clientelare prodotta della destra più estremista e radicale che tiene in ostaggio da dieci anni la città capoluogo, e che ha radunato intorno a sè anche i trasfughi del centrosinistra, è definitivamente fallito. Oggi – spiega Mirabello – a chi ha dipinto e descritto la candidatura della Limardo come una novità politica per la città, lei stessa risponde vantando un pedigree fascista poco invidiabile, rivendicando la storia della sua militanza nella estrema destra cittadina, nota a tutti, ma volontariamente rimossa da chi ha preferito affidarsi al potere, alle promesse di incarichi ed ad un carrierismo sfrenato. La candidata a sindaco della destra, dunque, proprio alla vigilia della celebrazione della Festa della Liberazione, riesuma slogan e gesti condannati dalla Storia alla presenza, ingombrante ed imbarazzante del “giovane” Mussolini. Certo, piuttosto che queste avventurose “goliardate” fasciste, dalla candidata Limardo ci saremmo aspettati, e ci aspettiamo ancora, che si occupi di spiegare ai cittadini vibonesi le ragioni dello sfascio in cui la sua parte politica ha ridotto la città, oltrechè un grande e concreto impegno, non limitato ad operazioni di facciata, sui temi della legalità e della pulizia delle liste, analogo a quello messo in campo da tutti gli altri candidati a sindaco, a partire dal nostro Stefano Luciano”. 

LEGGI ANCHE: Comunali a Vibo: via libera da Roma per i candidati del Movimento Cinque Stelle

Elezioni europee, spunta anche un candidato vibonese

‘Ndrangheta e politica: il collaboratore Mantella accusa Pietro Giamborino

 

top