martedì,Dicembre 3 2024

Provincia di Vibo, i Revisori dei conti certificano debiti per 26 milioni di euro. E non finisce qui…

Fanno parte del Piano di estinzione dei debiti relativi al dissesto. Consegnata da parte del collegio (presidente Andrea Rosanò, componenti Giuseppe Totera e Fabio Policastri) di Palazzo ex Enel la relazione trimestrale di fine anno. Un fallimento la vendita dei beni immobili: andati deserti tutti i bandi

Provincia di Vibo, i Revisori dei conti certificano debiti per 26 milioni di euro. E non finisce qui…
La sede della Provincia di Vibo Valentia
La sede della Provincia vista dall’alto

Un documento contabile che invita l’amministrazione provinciale a tenere presente ancora i diversi milioni di debiti relativi al dissesto vantati dai creditori dell’ente ed a riconsiderare l’alienazione degli immobili. Perché? I bandi sono andati letteralmente deserti. Da qui l’invito a considerare anche «altre forme di entrate». Consegnata da parte dei revisori dei conti (presidente Andrea Rosanò, componenti il collegio Giuseppe Totera e Fabio Policastri) di Palazzo ex Enel la relazione trimestrale di fine anno. Nella loro introduzione i revisori sottolineano che «uno degli aspetti critici, per le Province, ha riguardato in questi anni il loro profilo finanziario. Sia perché a questi enti si è iniziato a togliere risorse da ben prima della riforma Delrio, sia perché questa riforma ha delineato un quadro finanziario del tutto incerto per enti che tuttavia rimangono attivi e titolari di competenze tutt’altro che residuali».

Alle Province, infatti, o comunque agli enti di area vasta spetta la gestione delle strade provinciali e la manutenzione dell’edilizia scolastica. Il governo – si legge nel documento – «per questo motivo è dovuto intervenire per assicurare la copertura finanziaria delle funzioni fondamentali delle Province. Tuttavia, la natura straordinaria e non continuativa di queste misure ha avuto un impatto molto negativo sulla capacità di programmazione degli enti. Il ruolo degli enti di area vasta per valorizzare le potenzialità del territorio, anche in vista dell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), sono state considerate da più parti come il luogo naturale per la promozione degli investimenti, con funzioni di assistenza ai Comuni, da un punto di vista di progettazione e come stazione appaltante. È noto infatti   – annotano sempre i revisori contabili – come i comuni più piccoli (la Provincia di Vibo come tutte le Provincie calabresi hanno comuni di piccole dimensioni) siano spesso sprovvisti delle competenze adeguate per la gestione di progetti complessi e la partecipazione ai bandi (come quelli previsti dal Pnrr). La guerra in Ucraina, inoltre, ha causato un consistente aumento dei costi energetici e di conseguenza della spesa corrente e degli investimenti delle Province. Pertanto i Piani economici progettuali non saranno eseguibili alle condizioni in cui erano stati predisposti e porteranno sicuramente complicazioni nel percorso di attuazione del Pnrr». [Continua in basso]

Debiti fuori bilancio

Con riferimento ai debiti fuori bilancio causati da risarcimenti stradali, ancora molto frequenti, il Collegio ribadisce la raccomandazione agli uffici tecnici competenti «affinché adottino tutte le cautele e le azioni, compatibilmente con le risorse disponibili, volte ad evitare l’insorgere  di situazioni di pericolo sulle strade provinciali che costituiscono una importante parte del contenzioso».

Piano di estensione dei debiti relativi al dissesto finanziario

Una fase dei lavori consiliari

Per ciò che concerne il Piano di estinzione dei debiti relativi al dissesto sono stati visionati le delibere e il Rendiconto redatto. Dall’esame emergono vari elementi: l’organismo di liquidazione del debito – scrivono i revisori – «ha effettuato i controlli sulla legittimità di ammissione allo stato passivo da parte dei creditori dell’Ente. Effettuati i controlli di legittimità di tali pretese, sulla base di quanto appreso in seguito a colloqui informali con alcuni componenti dell’Osl, si è desunto che lo stesso ha quantificato l’ammontare del dovuto, ammesso i crediti alla massa passiva e offerto una transazione a saldo e stralcio del dovuto, con rinuncia ad ogni ulteriore pretesa, tra il 40 e il 60% come da procedura. Molti creditori hanno aderito, altri no (per un debito complessivo di circa 26 milioni)». Per quest’ultimi, secondo procedura, l’Osl «ha accantonato una cifra pari al 40% della parte capitale dovuta, costituendo un fondo vincolato che sarà trasferito in carico alla gestione ordinaria della Provincia». La preoccupazione principale risiede nelle pendenze ancora aperte, debiti pari ad alcuni milioni. Ossia  – viene precisato nella relazione – «nel fatto che chiusa la procedura straordinaria riprendono a decorrere la maturazione di interessi legali di mora e rivalutazione monetaria sui debiti a partire da 16 milioni non transati a seguire, più spese legali e oneri giudiziari possibili in seguito ad azioni che i creditori possono intraprendere, per un totale prevedibile di altri milioni di euro. L’attività di risanamento post dissesto può essere gravemente compromessa dai risultati del rendiconto del dissesto». [Continua in basso]

Dall’analisi del Piano di estinzione emerge ancora che «l’impatto negativo sul bilancio dell’Ente dovrebbe essere di oltre 16 milioni di euro, in considerazione che, per le poste esigibili e non oggetto di transazione, l’Osl ha effettuato un accantonamento al 40%, anziché del 100%. Una corretta previsione e rendicontazione contabile non può prescindere dal comprendere tutti i fatti che possono interessare gli equilibri finanziari ed economici della Provincia. Ad iniziare da una dettagliata rispondenza tra debiti passati all’Osl e rappresentanti dai residui passivi anti dissesto, cui corrispondere l’eventuale insinuazione alla massa passiva o meno, la sorte rispetto alla transazione (accettata o rifiutata), in modo da disporre di un dettaglio univoco e completo».

Stato cessione immobili

Allo Stato attuale l’ente sta dimostrando, a parere dei revisori, la sostenibilità del Piano di recupero del disavanzo in quanto  – si legge nella relazione – «le risorse disponibili sono sufficienti a coprire sia le risorse accantonate, che quota parte delle risorse vincolate. Tuttavia, è importante rilevare che un’ingente quota del recupero, ammontante a circa due milioni di euro, dovrebbe essere finanziato dall’alienazione di beni immobili. Considerando però che i bandi predisposti per le alienazioni sono andati deserti e che per il 2021 l’introito previsto dalle cessioni in parola non si è realizzato, la mancata alienazione dei beni anche nei periodi successivi potrebbe concretamente impedire il rispetto del Piano di recupero programmato. Quest’organo pertanto invita l’Ente a ipotizzare soluzioni alternative». I revisori invitano a tenere ben presente, che, «la gestione e valorizzazione del patrimonio da elemento storicamente trascurato nell’ambito della gestione delle pubblica amministrazione, è assurta negli ultimi anni, soprattutto in occasione e in seguito alle crisi finanziarie che hanno interessato gli enti in generale, e la Provincia di Vibo in particolare, a elemento imprescindibile di una corretta amministrazione della cosa pubblica. La complessità normativa e l’elevata specializzazione richiesta, unita alle croniche difficoltà a reperire risorse umane, finanziarie ed economiche adeguate allo scopo, come emerge anche nel  contesto della Provincia di Vibo, rendono la gestione e valorizzazione del patrimonio una sfida davvero difficile».

Sulla base delle considerazioni esposte, il Collegio «manifesta serie perplessità e grande preoccupazione in merito alla concreta  possibilità di introitare quanto previsto dalla alienazione dei beni  immobili». Pertanto, il collegio raccomanda l’Ente, in sede di programmazione, «di valutare altre fonti di entrata e di adoperarsi per la realizzazione di tali risorse. Ciò al fine di scongiurare l’ipotesi che la mancata alienazione dei beni possa concretamente impedire il rispetto del Piano di recupero programmato». Parallelamente, i revisori invitano l’ente, compatibilmente alle risorse disponibili, ad investire «nell’implementazione della struttura patrimonio per procedere ad una nuova revisione del patrimonio immobiliare esistente, costituito da immobili di grande valore ma più  difficilmente alienabili a prezzi congrui, ma anche di numerosi beni minori che potrebbero essere più facilmente collocati sul mercato. È importante instaurare processi che, oltre a tendere alla mera dismissione del patrimonio, abbiano l’obiettivo di una concreta valorizzazione del patrimonio (non soltanto in termini monetari) da realizzarsi all’interno di programmi unitari predisposti dagli uffici preposti, ma anche al fine di renderli più appetibili e facilmente alienabili con prezzi soddisfacenti». [Continua in basso]

Organismi partecipati

Allo stato risulta in essere solo la partecipazione nella società Asmenet, che si propone in via principale la realizzazione di Centri di Servizi territoriali (Cst), allo scopo di garantire la diffusione dei servizi innovativi a favore dei soci da ripartire fra gli stessi con criteri mutualistici e Vibo Sviluppo Spa (soggetto responsabile patto territoriale) in liquidazione. «Ad oggi – scrivono in chiusura i revisori – risulta che la procedura di liquidazione di Vibo sviluppo Spa sia stata  concretamente avviata con un’assemblea di messa in liquidazione in data 16 novembre 2022 di  cui non è ancora disponibile formale documentazione».

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