sabato,Aprile 27 2024

Nicotera, ecco perché il gruppo Movi@Vento chiede la decadenza dell’assessore La Malfa

In una nota il capogruppo Antonio D'Agostino snocciola numeri e spiega i motivi per i quali l'opposizione ha avanzato la sua richiesta

Nicotera, ecco perché il gruppo Movi@Vento chiede la decadenza dell’assessore La Malfa
Il municipio di Nicotera e, nei riquadri, D'Agostino e La Malfa

Il consigliere comunale di Nicotera e capogruppo di Movi@Vento Antonio D’Agostino torna sulla questione delle assenze dell’assessore al Bilancio Antonio La Malfa. Carica che La Malfa ha ottenuto nel gennaio 2022 dopo le dimissioni dell’allora vicesindaco Valeria Caronte e contro cui sin da subito l’opposizione ha puntato il dito, parlando di «nomina illegittima». «Il nostro gruppo Movi@Vento – scrive ora D’Agostino in una nota – ha di recente presentato la richiesta di un Consiglio comunale straordinario con all’odg la decadenza del consigliere e attuale assessore al Bilancio Antonio La Malfa. Ciò ha generato la reazione di quest’ultimo che, invece di entrare nel merito della questione, ha sul suo profilo Facebook alzato alti lai buttando, secondo una collaudata pratica, la palla fuori campo. È infatti vecchio come il cucco il trucco di spostare sul piano personale una questione che di personale non ha nulla; in questo caso essendo semplicemente fondata sull’applicazione delle norme dettate dal regolamento del Consiglio comunale del Comune di Nicotera. Norme che sono alla base del corretto svolgersi del confronto democratico tra maggioranza e opposizione nonché della salvaguardia dei doveri di rappresentanza. In pratica parliamo delle famose “regole del gioco” senza le quali il mazziere, non solo può decidere quali carte usare, ma può anche cedere alla tentazione di truccarle quando gli convenga». [Continua in basso]

Il leader dell’opposizione ricorda dunque che «il regolamento citato (art. 54) prevede che un consigliere decada quando risulti assente per tre sedute consecutive o dieci in totale di Consiglio comunale. Naturalmente in mancanza o carenza di adeguate giustificazioni. La norma regolamenta un principio già contenuto nel Tuel (d.lgs. 267/2000), laddove l’istituto della decadenza per mancata partecipazione alle sedute è previsto dall’art. 43, comma 4, secondo il quale l’astensionismo ingiustificato di un consigliere comunale costituisce legittima causa di decadenza sul presupposto del disinteresse e della negligenza che l’amministratore mostra nell’adempiere il proprio mandato. Ovviamente ciò rimanda sia al numero delle assenze che alle correlative giustificazioni. Orbene, per ciò che attiene alla quantità, basti dire – sostiene D’Agostino – che il consigliere/assessore di cui parliamo è stato assente ben 20 volte su quarantacinque consigli (oltre il 44%). In merito poi al secondo punto, le giustificazioni addotte sono per numero e forma assolutamente incongrue. Agli atti ufficiali infatti ne risultano sette su venti; e, perdipiù prive delle necessarie certificazioni».

Su tali basi, prosegue D’Agostino, «il prossimo Consiglio comunale dovrà assumere le determinazioni sul comportamento di questo rappresentante eletto. Che per la verità dovrebbe anche rispondere delle altre numerose assenze nelle deliberazioni della Giunta; ma anche di un altro abuso che noi consideriamo grave: l’aver sottratto, complice il sindaco, l’assessorato ricoperto ad una rappresentante femminile. In questo caso calpestando l’art. 1 c. 137 della legge 56/2014 il quale prevede che, nei comuni con più di 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40%. Nel nostro caso avrebbero dovuto di conseguenza esserci due assessori maschi e due di sesso femminile. Hanno vinto invece i maschi tre a uno. Anche in questo caso con tanti saluti alle regole, considerate come si vede – conclude – un fastidioso orpello».

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