venerdì,Marzo 29 2024

La Corte dei Conti boccia il Comune di Vibo e dichiara la decadenza dal potere di rimodulare il Piano di riequilibrio

Le Sezioni Riunite certificano che la riformulazione del Piano di riequilibrio finanziario doveva avvenire entro il termine perentorio del 31 dicembre scorso. Nel merito udienza rinviata a giorno 1 marzo

La Corte dei Conti boccia il Comune di Vibo e dichiara la decadenza dal potere di rimodulare il Piano di riequilibrio
Nei riquadri il sindaco Limardo e l’avvocato Police

Le Sezioni riunite della Corte dei Conti – chiamate a pronunciarsi sul ricorso proposto dal Comune di Vibo Valentia, in persona del sindaco pro tempore (Maria Limardo), avverso la pronuncia della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti per la Calabria (n. 72 del 18 novembre 2020) con la quale non è stato omologato il Piano di riequilibrio adottato dal Comune – hanno dichiarato con apposita sentenza la decadenza del potere del Comune di Vibo Valentia di rimodulare o riformulare il Piano di riequilibrio approvato il 5 agosto 2019, ritenendo perentoria, per tale atto, la data del 31 dicembre 2022. [Continua in basso]

Sul punto la Corte dei Conti in sentenza è chiara: “Poiché l’accordo ministeriale è stato concluso, a detta della stessa difesa (cioè il Comune di Vibo) l’11 gennaio 2023, al momento della sua stipulazione il termine per la riformulazione del Piano di Riequilibrio era già spirato, con la conseguenza – rimarcano i giudici contabili – che si era già consumata la decadenza della facoltà di rimodulare/riformulare il PRFP. Scaduto il termine, pertanto, l’accordo non avrebbe potuto validamente autorizzare la rimodulazione o riformulazione del PRFP originario. Come è noto, infatti, in materia di bilancio vige un generale principio di irretrattabilità dei saldi che, in materia di PRFP, si esprime nel carattere perentorio del termine per l’approvazione, successivamente al quale il PRFP non può più essere modificato”.

Palazzo Luigi Razza, sede del Comune

Il Comune di Vibo è stato pertanto dalle Sezioni riunite della Corte dei Conti dichiarato decaduto dal potere di riformulare il Piano di riequilibrio finanziario. In definitiva, il Comune – contrariamente alla tesi sostenuta dal sindaco Maria Limardonon può accedere alla proroga del termine di centoventi giorni di cui all’art. 43 co. 5-bis del d.l. n. 50/2022, in quanto l’ente, al momento della stipula dell’accordo, era già decaduto dalla facoltà di modifica del PRFP, i cui saldi e obiettivi si sono medio tempore stabilizzati, consentendo al giudice di entrare nel merito del giudizio di congruità” e rinviando quindi la discussione nel merito all’udienza dell’1 marzo sul Piano di riequilibrio presentato a suo tempo dal Comune di Vibo (quello di agosto 2019).

Maria Limardo

Ricordiamo che dopo la bocciatura del Piano di riequilibrio finanziario da parte della magistratura contabile regionale (aprendo le porte ad un secondo dissesto finanziario), nel dicembre 2021 era stata il sindaco Maria Limardo ad annunciare di voler chiedere alle Sezioni riunite della Corte dei Conti (con sede a Roma) di esaminare e rivedere non soltanto la delibera della Corte dei Conti calabrese – che ha formalizzato la bocciatura del Piano di riequilibrio finanziario – ma anche tutte le controdeduzioni del Comune.
In data 1 febbraio 2022, quindi, era stata depositata la nota n. 5124 del 31 gennaio 2022, con la quale il Comune di Vibo Valentia ha comunicato la volontà di avvalersi della legge di bilancio 2022, in pendenza di ricorso innanzi alle Sezioni riunite, anche a seguito della deliberazione di Consiglio comunale n. 5 del 31 gennaio 2022, «immediatamente esecutiva e in corso di pubblicazione».

Il Comune di Vibo in tale ricorso – contro la Procura generale della Corte dei conti, la Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali operante presso il Ministero dell’interno, e il prefetto di Vibo Valentia (territorialmente competente) – è assistita dall’avvocato Aristide Police, professore universitario di diritto amministrativo all’Università “Luiss Guido Carli” di Roma, incaricato nel dicembre 2021 dalla giunta Limardo. Un avvocato esterno all’ente, quindi – attesa anche la complessità e particolarità della materia – la cui parcella ammonta complessivamente a circa 15mila euro.

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