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La Corte dei Conti boccia il Comune di Vibo sul Piano di riequilibrio e segnala gravi illegittimità

Le Sezioni Riunite certificano nelle motivazioni del verdetto plurime violazioni di legge, un raggiro dei vincoli legali per l’adozione del Prfp e informano le autorità competenti a colpire gli eventuali illeciti

La Corte dei Conti boccia il Comune di Vibo sul Piano di riequilibrio e segnala gravi illegittimità
Nei riquadri il sindaco Limardo e l'avvocato Police scelto dal Comune

Le Sezioni riunite della Corte dei Conti – chiamate a pronunciarsi sul ricorso proposto dal Comune di Vibo Valentia, in persona del sindaco Maria Limardo, avverso la pronuncia della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti per la Calabria (n. 72 del 18 novembre 2020”) con la quale non è stato omologato il Piano di riequilibrio adottato dal Comune – hanno depositato le motivazioni della sentenza con la quale nel marzo scorso hanno dichiarato la decadenza del potere del Comune di Vibo Valentia di rimodulare o riformulare il Piano di riequilibrio approvato il 5 agosto 2019, ritenendo perentoria, per tale atto, la data del 31 dicembre 2022.

L’antefatto

E’ bene ricordare che dopo la bocciatura del Piano di riequilibrio finanziario da parte della magistratura contabile regionale, nel dicembre 2021 era stata il sindaco Maria Limardo ad annunciare di voler chiedere alle Sezioni riunite della Corte dei Conti (con sede a Roma) di esaminare e rivedere non soltanto la delibera della Corte dei Conti calabrese – che ha formalizzato la bocciatura del Piano di riequilibrio finanziario – ma anche tutte le controdeduzioni del Comune.
In data 1 febbraio 2022 era stata quindi depositata la nota n. 5124 del 31 gennaio 2022, con la quale il Comune di Vibo Valentia ha comunicato la volontà di avvalersi della legge di bilancio 2022, in pendenza di ricorso innanzi alle Sezioni riunite, anche a seguito della deliberazione di Consiglio comunale n. 5 del 31 gennaio 2022, «immediatamente esecutiva e in corso di pubblicazione».

Il Comune di Vibo in tale ricorso – contro la Procura generale della Corte dei conti, la Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali operante presso il Ministero dell’interno, e il prefetto di Vibo Valentia (territorialmente competente) – era assistito dall’avvocato Aristide Police, professore universitario di diritto amministrativo all’Università “Luiss Guido Carli” di Roma, incaricato nel dicembre 2021 dalla giunta Limardo.

Il dissesto del Comune di Vibo

L'assessore Nardo e il sindaco Limardo
L’assessore Maria Teresa Nardo e Maria Limardo

Il dissesto si è chiuso con la rendicontazione dell’Organismo straordinario di liquidazione del 27 agosto 2021 dal quale risulta, che i debiti ammessi al piano di rilevazione e non pagati ammontano a 15.870.924,68 euro. A fronte di tali debiti, sono stati restituiti residui attivi mai riscossi, che il Comune ritiene del tutto inesigibili, ragion per cui li ha interamente svalutati.
Il disavanzo evidenziato nel Piano di Riequilibrio finanziario ammonta a 24.495.227,98 euro ed è causato da diversi “fattori di squilibrio” consistenti principalmente nella contabilizzazione di partite erroneamente stralciate in sede di riaccertamento straordinario, dal bilancio in bonis (vincoli per entrate vincolate all’opera mai realizzata, denominata “Strada di collegamento degli agglomerati industriali della città di Vibo Valentia con lo svincolo autostradale Vibo“), nonché, in elementi relativi alla gestione del bilancio in bonis di varia ed eterogenea formazione ed in accantonamenti connessi al dissesto (a suo tempo ancora in corso).

Piano di riequilibrio inammissibile

Per la Corte dei Conti non vi sono i presupposti legali legittimanti il ricorso al Piano di riequilibrio pluriennale.L’esito negativo di tale accertamento non determina l’avvio della procedura forzosa di dissesto, perché tale conseguenza – spiegano i giudici contabili – è prevista solo nei casi caso di intempestiva adozione del Piano o di mancanza di congruità dei saldi di riequilibrio e dei mezzi per farvi fronte. Il Piano di riequilibrio finanziario adottato dal Comune di Vibo era dunque inammissibile e, quindi, inefficace in quanto “il presupposto era radicalmente mancante, in quanto il Testo Unico degli enti locali non consente il ricorso al Prfp per nuovi disavanzi prodotti in pendenza di una altra procedura straordinaria (di dissesto o di Prfp) né di assorbire in tutto, o in parte, lo squilibrio già oggetto di una procedura di dissesto”.

Illegittimità da parte del Comune di Vibo

Il Prfp adottato dal Comune di Vibo Valentia non supera dunque, ad avviso della Corte dei Conti, il preliminare test di legittimità teleologica, connaturato al giudizio di proporzionalità/congruità”, con il “ricorso alla procedura avvenuto in carenza di potere, assoluto e concreto”. “Assoluto”, perché in caso di dissesto, l’ente che può autorizzare il Piano di riequilibrio finanziario è soltanto lo Stato, a mezzo del Ministro dell’Interno”. La decisione sull’adozione di tale misura straordinaria è stata adottata mentre il Comune era in stato di dissesto e senza preventiva autorizzazione del Ministero dell’Interno.

Non solo. “Il Piano di Riequilibrio finanziario pluriennale è stato adottato – rimarca la Corte dei Conti – sulla base di un presupposto (l’obiettivo di riequilibro) doppiamente illegittimo, peraltro quantificato in modo inadeguato: da un lato, perché assorbe una parte del disavanzo del dissesto che avrebbe dovuto rimanere esterno al bilancio in bonis; dall’altra, perché ne contabilizza uno “nuovo”, in violazione del Testo Unico degli Enti locali”.

Plurime violazioni del Tuel

La somma di tali “fattori di squilibrio”, aggravati alla chiusura del dissesto e della riunificazione del bilancio, hanno così generato un disavanzo, per stessa ammissione del Comune, non fronteggiabile con le variazioni di bilancio ordinarie né tantomeno con il Piano di Riequilibrio illegittimamente approvato, che avrebbe necessitato di una rimodulazione/riformulazione”. Diversamente opinando – sottolineano i giudici contabili – la procedura di riequilibrio pluriennale diventerebbe uno strumento per “revocare” quella di dissesto.

Il “raggiro” operato dal Comune di Vibo

Stando così le cose, il Piano di riequilibrio finanziario “risulta inammissibile in quanto ha aggirato i vincoli legali per la sua adozione, sia soggettivi (autorizzazione ministeriale) che oggettivi (possibilità di adottare il Prfp solo per il soccorso al bilancio dissestato e non per nuovo squilibrio del bilancio in bonis). Per l’effetto, il successivo Piano approvato risulta affetto da radicale nullità”. Da qui il rigetto della domanda di omologazione chiesta dal Comune di Vibo “senza produrre però il riavvio automatico del dissesto”.

La trasmissione alle altre autorità giudiziarie

La Corte dei Conti, in ogni caso, darà notizia di tali “gravi violazioni di legge” da parte del Comune di Vibo “alle altre autorità giudiziarie competenti a colpire gli eventuali illeciti che tale condotta ha realizzato”, cioè la stessa Corte dei Conti Il Comune di Vibo si era affidato ad un avvocato esterno, Aristide Police, per una parcella complessiva di 15mila euro.

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