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Comune di Vibo e Cosfel, Nesci al sindaco: «Atto dovuto che certifica l’incapacità dell’amministrazione»

La coordinatrice di Noi con l’Italia ricorda che l’intervento del Ministero dell’Interno per il risanamento di “Palazzo Luigi Razza”, senza oneri per lo Stato, nasce dalle violazioni di legge da parte del Comune riscontrate dalla Corte dei Conti che ha infatti trasmesso gli atti alle autorità giudiziarie competenti per l’accertamento delle ipotesi di reato

Comune di Vibo e Cosfel, Nesci al sindaco: «Atto dovuto che certifica l’incapacità dell’amministrazione»
Il Municipio di Vibo e nei riquadri Maria Rosaria Nesci e Maria Limardo
La sede del Ministero dell’Interno

Dinanzi alle parole del primo cittadino, il quale, argomentando in merito alle condizioni economiche dell’ente, ha da ultimo affermato che “ancora una volta”sarebbe stata “confermata la correttezza dell’operato di questa amministrazione”, resto semplicemente esterrefatta. E questo perché è invece documentalmente provato, che ogni organo giurisdizionale intervenuto in materia di conti pubblici del Comune di Vibo Valentia abbia, di fatto, sempre censurato l’operato dell’attuale amministrazione sotto molteplici profili”. E’ quanto afferma la coordinatrice di “Noi con l’Italia” Maria Rosaria Nesci. Ricordo infatti: la sentenza della Corte dei Conti – Sezione Regionale Calabria- che ha ritenuto non idoneo il Prfp adottato ed approvato dall’ente perché non capace di superare il grado di affidabilità e fattibilità; la sentenza non definitiva n. 2/2023 della Corte dei Conti  – Sezioni Riunite -, che decidendo su una questione preliminare, ha censurato l’operato dell’ente locale ritenendo che non fossero stati rispettati i termini previsti dalla legge per la rimodulazione del Piano medesimo;infine la sentenza n. 4/2023 della Corte dei Conti  – Sezioni Riunite – che ha dichiarato la nullità del Piano di Riequilibrio approvato dall’ente in quanto adottato da un organo privo di carenza di potere in assoluto, e in concreto, ed ha addirittura dato atto delle gravi violazioni commesse dall’ente ai sensi dell’art. 268 TUEL, in quanto, a seguito della riunificazione del bilancio (intervenuta dopo la conclusione del dissesto nel mese di agosto 2021), sostanzialmente si sarebbe venuta a creare una situazione di dissesto funzionale con conseguente trasmissione degli atti all’autorità giudiziaria competente per l’accertamento di ipotesi di reato. In un siffatto contesto – sottolinea la Nesci – non riesco, quindi, a comprendere quali possano essere le occasioni che siano in grado assumere i connotati della correttezza contabile ed alle quali il sindaco abbia voluto fare allusione.

Diversamente da quanto sostenuto dal sindaco e da qualche altro esponente di partito, io non vedo neppure motivi che possano farci ritenere soddisfatti del parere da ultimo espresso dalla Cosfel in ordine alle misure necessarie che dovrà adottare il Ministero dell’Interno per il risanamento del Comune di Vibo Valentia. Trattasi, infatti, di un parere, che il sindaco, forse volutamente, dimentica di precisare che sia stato fornito in attuazione di quanto previsto dall’art. 268 Tuel, vale a dire in quanto, avendo la Corte dei Conti accertato la sussistenza di fattori di squilibrio successivamente alla chiusura del precedente dissesto e della riunificazione del bilancio tali da aver determinato un disavanzo incompatibile con la gestione ordinaria (dissesto funzionale) e, quindi, in violazione della legge ed avendo la stessa Corte, per tali motivi, trasmesso gli atti alle autorità giudiziarie per l’accertamento delle ipotesi di reato. L’unico organo competente ad intervenire, perché siano rispettati i principi di stabilità finanziaria e le norme comunitarie, è ora il Ministero dell’Interno che deve adottare le misure necessarie per il risanamento dell’ente, ma ciò senza alcun onere a carico dello Stato. In altri termini, quindi, il citato parere e le conseguenti misure che adotterà il Ministero non possono considerarsi un miracolo o una grazia ricevuta, ma semplicemente un atto dovuto perché così normativamente imposto, con oneri di non poco conto a carico di questo Ente (Comune di Vibo) ed il presunto ricorso a forme associative con altro ente locale che, nel caso di specie, letto il comunicato stampa della stessa Cosfel, sembrerebbe essere il Comune di Gioia Tauro (diversamente non si spiega la menzione di tale Comune nel comunicato stampa della Cosfel allorquando precisa che la richiesta è pervenuta con riferimento alla sentenza della Corte dei Conti 4/2023). I termini di tali forme associative le vedremo a breve: delega di funzioni da parte del Comune capoluogo verso un altro Comune più piccolo ma certamente più virtuoso? Obblighi e garanzie da parte del Comune di Vibo verso l’altro ente? Sarebbe, forse, questa l’operato di cui essere soddisfatti?
Ad ogni modo, il fatto che l’amministrazione si sia resa conto del dovuto intervento del MI solo dopo l’adozione di un nuovo Prfp (7 giugno 2023 e non 4 luglio 2023) è, peraltro, un fatto abbastanza eloquente, che dimostra come, nonostante le motivazioni chiare della Sentenza 4/2023 e le mie sollecitazioni, l’assessore al Bilancio ed il sindaco abbiano continuato a commettere degli errori procedurali in materia di conti pubblici. Il nuovo Prfp, d’altra parte, così come ho già avuto modo di rilevare, semmai dovesse essere approvato si scontrerebbe ancora una volta con una sentenza della Corte dei Conti che lo dichiarerebbe illegittimo perché adottato da un organo incompetente, essendo stata già riscontrata, nella fattispecie, l’ipotesi di cui all’art 268 TUEL ed essendo, pertanto, ora competente ad intervenire il solo MI. In un tale contesto, quindi, la delibera di adozione del Prfp del 7 giugno scorso (non il 4 luglio. È bene ricordarlo all’amministrazione che pare non averne contezza pur essendo questo un dato rilevante poiché è dalla data di esecutività della delibera di adozione che decorrono i termini per la revoca della stessa) dovrà essere revocata nei termini in quanto illegittimamente adottata e non già poiché il PRFP potrebbe essere inutile, come sembri, invece, sostenere il sindaco. Tutto ciò evidenziato, credo sia oramai pleonastico chiedere le dimissioni del sindaco poiché essere intellettualmente onesti ed ammettere il fallimento dell’azione politico-amministrativa non è una capacità che appartiene a tutti”.

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