martedì,Aprile 30 2024

Comunali a Vibo: Tucci, Lo Schiavo e Consoli sperano in un miracoloso passo indietro del Pd

L’assist al Partito democratico offerto con il documento sottoscritto dal capogruppo del M5S, la situazione di sostanziale immobilismo e la sottovalutazione della coalizione centrista

Comunali a Vibo: Tucci, Lo Schiavo e Consoli sperano in un miracoloso passo indietro del Pd
Nei riquadri Antonio Lo Schiavo, Domenico Consoli e Riccardo Tucci

La conferenza stampa indetta da M5S, Umanesimo Sociale e Liberamente Progressisti – che nelle intenzioni dei promotori avrebbe dovuto fare il punto della situazione in relazione alle strategie future – si è invece concentrata in massima parte sul contenuto di un “documento” sottoscritto da Santoro e Romeo. Stando così le cose, è opportuno iniziare da questa vicenda che, attesa l’assenza dalla conferenza stampa di rappresentanti del Pd e dello stesso Romeo, ha assegnato a Santoro il ruolo di attore principale. Egli, inaudita altera parte – nella fattispecie l’on. Tucci – decide di sottoscrivere un documento il cui contenuto, scremato dal politichese, nella sostanza può essere sintetizzato nei seguenti termini: 1) il profilo del candidato a sindaco della coalizione deve essere prettamente politico, in quanto la difficile situazione al Comune richiede una persona esperta in dinamiche amministrative; 2) Santoro e Romeo rimettono le candidature e le rispettive esperienze alla coalizione. L’esponente grillino, oltre ad essersi posto su un piano diverso rispetto al proprio partito ed agli alleati, che hanno sempre parlato della necessità di individuare una figura che rappresentasse una netta rottura con il passato, ha ingenuamente offerto un assist al Pd perché ha convenuto sulla necessità che il candidato fosse un politico esperto, ed anche allo stesso Romeo, il quale, da ex presidente della Provincia, è titolare di un’esperienza amministrativa certamente più qualificata di quella di Santoro che, oltre ad una poco brillante esperienza di capogruppo consiliare di minoranza, non può porre altro sul piatto della bilancia. Che l’iniziativa di quest’ultimo sia stata inappropriata ed inopportuna non lo si desume solamente da quanto abbiamo scritto, ma anche dagli acrobatici sforzi oratori a cui sono stati costretti a ricorrere Tucci, Lo Schiavo e Consoli per estrapolare da quel documento le cose meno imbarazzanti. Chiusa questa parentesi e passando alle tematiche che avrebbero dovuto rappresentare il tema portante della conferenza stampa, se non ci fosse stata la “vicenda” Santoro, occorre rilevare come i tre politici siano stati concordi nel ribadire la validità del progetto iniziale, il quale offriva ottime chanches di spodestare il centrodestra dalla guida di palazzo Razza e come questa opportunità rischi invece di essere vanificata dal Pd. Sul punto sono stati estremamente chiari: c’è ancora tempo per sedersi insieme senza alcuna preclusione nei confronti di nessuno, Romeo incluso, ma deve essere il tavolo a decidere e non il Pd ad imporre la propria scelta. In particolare l’on. Tucci ha voluto sgombrare il campo da qualsiasi illusione che possa essersi fatto il Partito democratico in ordine alla possibilità di poter vincere in solitaria: per il parlamentare, Romeo in questa situazione non potrà che aspirare a fare il consigliere comunale di minoranza. Infine per Lo Schiavo il tavolo progressista deve essere aperto a tutte le forze alternative al centrodestra, ad esclusione di “Città Futura”, che, dopo aver sostenuto ed amministrato insieme alla Limardo, oggi cerca di rifarsi una verginità. Prima di approfondire alcuni passaggi, va evidenziata una circostanza paradossale: l’unico punto sul quale concordano le quattro forze progressiste rappresenta un falso problema, ci riferiamo alla netta chiusura verso la lista di Vito Pitaro, il quale però non ha mai manifestato l’intenzione di far parte dell’area progressista. Su tutto il resto, invece, le distanze sono rimaste invariate e questo ci porta a ritenere che il parlamentare, il consigliere regionale e l’ex primario stiano perpetrando sempre lo stesso errore, ritenendo di poter convincere il Pd a rinunciare a Romeo, sperando che prima o poi Colelli e soci si rendano conto che da soli non vinceranno mai. E’ sorprendente la cocciutaggine con la quale essi si rifiutano di prendere atto del fatto che, ancor prima di un’ipotetica vittoria, gli esponenti del Pd vibonese sono interessati alla propria sopravvivenza, da conquistare attraverso un imponente recupero d’immagine che solo Romeo, anche da semplice consigliere di opposizione, può garantirgli. Poco convincente appare anche l’equazione più volte fatta in conferenza stampa tra sconfitta del centrodestra e conquista di palazzo Razza: francamente, viste le attuali forze in campo, non siamo così sicuri che le cose stiano in questi termini e riteniamo più probabile che se i progressisti vogliono governare la città debbano sconfiggere non il centrodestra, ma la coalizione centrista, soprattutto se dovesse verificarsi quello che Stefano Luciano ha sostenuto nel corso di una recente intervista, rilasciata a questo giornale, in relazione alla circostanza che Pitaro si trova già di fatto posizionato in quell’area. Il nostro convincimento è che se Tucci, Lo Schiavo e Consoli non abbandonano celermente l’attuale stato di immobile attesa, non solo non conquisteranno mai palazzo Razza, ma consegneranno ad altri la leadership delle forze di sinistra.

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