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Vibo, 4 tentativi per eleggere il presidente del Consiglio comunale ma la maggioranza sorride per l’opposizione poco compatta -VIDEO

La prima Assemblea dell’era Romeo si è tenuta questa sera. Per tre volte non si è raggiunta la maggioranza di due terzi per far salire sullo scranno più alto Antonio Iannello. La minoranza non si è mostrata monolitica: in 6 hanno optato per la scheda bianca

Vibo, 4 tentativi per eleggere il presidente del Consiglio comunale ma la maggioranza sorride per l’opposizione poco compatta -VIDEO
Il primo consiglio comunale dell'Amministrazione Romeo

Ci sono volute quattro votazioni, ma alla fine Antonio Iannello (Pd) è stato eletto presidente del Consiglio comunale. La prima seduta dell’era Romeo si è tenuta questa sera ed è andata per le lunghe. Tanto che mentre andiamo in stampa, come si dice, non è ancora finito. Molti gli adempimenti da compiere, dalla ratifica dei consiglieri eletti e alla surroga di quelli che sono andati in giunta, dal giuramento del sindaco Enzo Romeo alla presentazione delle linee programmatiche dell’azione di governo.

Ma a prendere più tempo è stata l’elezione del presidente dell’Assemblea. Il regolamento prevede che debba essere eletto con la maggioranza dei due terzi del Consiglio, che tradotto in numeri è pari al voto di 22 consiglieri. Quelli della maggioranza sono 21, compreso il sindaco che ha diritto di voto. Quindi era prevedibile che non si riuscisse a spuntarla sino al quarto tentativo, quando basta la maggioranza semplice (pari a 17 consiglieri).

Salvo accordi con la minoranza che, però, non ci sono stati, nonostante l’invito proforma di Colelli all’opposizione di convergere sulla scelta della maggioranza. Ciò che era meno scontato è che la minoranza si spaccasse in due, con 6 consiglieri di centrodestra che hanno deposto nell’urna scheda bianca, che in politica è una sorta di apertura di credito, e gli altri 6 (probabilmente quelli di centro) che invece hanno dato sfogo a un voto “creativo” spaziando da Colelli (Pd) a Pisani (M5s), dall’ex sindaco Limardo a Luciano e Daffinà. Nell’urna c’è finto addirittura un Gratteri.

Ma sono solo illazioni, visto che il voto per il presidente del Consiglio comunale non è palese. Per quattro volte, dunque, c’è stata la chiama e il voto in cabina. «Non c’è problema – ha scandito al secondo tentativo fallito il capogruppo Pd, Francesco Colelli – abbiamo aspettato 15 anni per governare, possiamo aspettare un altro po’». Un’attesa che, comunque, non è certamente “negativa” per la maggioranza, perché ha rivelato un’opposizione non certo monolitica. Ma siamo soltanto alle battute iniziali. Domani è un altro giorno.  

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