venerdì,Aprile 26 2024

Pd, l’affondo di Tassone: «Censore e gli altri “dinosauri” si facciano da parte»

Ancora critiche alla gestione «padronale» del partito da parte dell’ex deputato. Accuse anche a Luciano: «Ormai è subordinato al serrese»

Pd, l’affondo di Tassone: «Censore e gli altri “dinosauri” si facciano da parte»

Arrivano ancora attacchi, da parte di militanti del Pd vibonese, alla gestione «padronale» del partito ad opera di Bruno Censore. Dopo le dure accuse di Vincenzo Mirabello, ideatore della lista Vibo prima di tutto, arrivano quelle di Giovanni Tassone, altro militante «deluso» che aveva preso parte all’ultima competizione elettorale a sostegno di Stefano Luciano. Ma il processo politico, «il mutamento compiuto» dal leader di quella che era la coalizione “Nuove prospettive”, e soprattutto l’«annessione» effettuata dall’ex deputato, continuano a non andare giù. «L’annessione – attacca Tassone – segna la chiara volontà di Censore di riproporsi sullo scenario politico. Assorbire politicamente un gruppo che si assumeva nuovo e civico in una forza completamente subordinata alle sue volontà consente a Censore di sperare in una sua candidatura al consiglio regionale».

Ma per Tassone è giunto il momento di dire basta: «Occorre reagire, il popolo democratico deve mandare a casa chi ha fatto perdere elezioni comunali, provinciali, nazionali e con lui in campo sicuramente le regionali. Le logiche politiche in cui Censore è prosperato sono superate». L’invito è «ai giovani», affinché «si riprendano il partito», ed alla dirigenza regionale, affinché «si esprima chiaramente impedendo la candidatura di Censore e dei vecchi “dinosauri”». Ce n’è pure per Luciano, «completamente asservito e subordinato alle posizioni di Censore: costoro si ricordino di essere vibonesi e di essere stati votati dai vibonesi non per prendere direttive dall’ex deputato di Serra San Bruno». Ciò che chiede, in conclusione, è «la sollevazione politica e morale del popolo democratico».

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