venerdì,Aprile 19 2024

Coronavirus, ambiente e opere pubbliche: dibattito aperto a Vibo

Il consiglio comunale nel corso del question-time discute delle emergenze. Le rassicurazioni del sindaco in tema sanitario: «Preparati ad affrontare un’eventuale emergenza»

Coronavirus, ambiente e opere pubbliche: dibattito aperto a Vibo
Una fase del dibattito in aula a Vibo

Il Coronavirus ha aperto il consiglio comunale di Vibo Valentia, questa mattina, poi conclusosi con una poco rassicurante relazione dell’assessore al Bilancio sui conti dell’ente. Il sindaco Maria Limardo ha illustrato tutte le attività espletate dall’amministrazione in ottica di prevenzione da contagio. Un messaggio di forte rassicurazione verso i cittadini: «Sono in continuo contatto con la Prefettura e le massime autorità sanitarie locali e regionali. Seguendo il principio del presidente della Repubblica che ha giustamente sottolineato come siano da evitare provvedimenti non necessari che non portino benefici, abbiamo deciso di non chiudere scuole o vietare convegni ed eventi di questo tipo. In Calabria non c’è alcuna emergenza, ma posso assicurare che – qualora mai vi fosse – siamo assolutamente preparati a fronteggiarla. Abbiamo inoltre provveduto ad ordinare gel igienizzanti, guanti e mascherine che arriveranno a breve, se ve ne fosse bisogno». L’attenzione dedicata all’argomento dall’amministrazione comunale è stata evidenziata anche da alcuni consiglieri d’opposizione, da Domenico Santoro a Marco Miceli, da Giuseppe Policaro a Stefano Soriano, che hanno espresso un plauso al sindaco.

È poi iniziata la lunga sfilza di interrogazioni presentate dal duo Santoro, Domenico e Luisa, del Movimento 5 Stelle. La prima sulla plastic free, adottata dal consiglio comunale a settembre all’unanimità ma alla quale non è stato dato seguito, ad esempio nell’eliminazione della plastica monouso in edifici pubblici e nelle scuole, o anche come incentivo nel bando per le mense scolastiche che avrebbero optato per stoviglie biodegradabili. L’assessore all’Ambiente Vincenzo Bruni ha ammesso: «Siamo in forte ritardo sul tema, ma abbiamo già una bozza di delibera che contiamo di rendere esecutiva nel giro di qualche giorno. Purtroppo vi sono state altre emergenze cui abbiamo dovuto fare fronte, dall’Ato rifiuti al nuovo bando, tenendo presente che era stato costituito un apposito ufficio Ambiente in cui, oggi, opera un solo dipendente su cui ricadono tutte le incombenze, dato che gli altri sono andati tutti in pensione».

Il Movimento ha chiesto poi al Comune se intenda utilizzare i percettori del reddito di cittadinanza per i Puc (Progetti utili per la collettività). L’assessore al Personale Domenico Primerano ha spiegato che il Comune ha appena approvato 12 progetti, per realizzare i quali verranno impiegati 384 percettori ad otto ore settimanali ciascuno, alcuni anche a 16. Si tratta di progetti che vanno dall’assistenza agli anziani al supporto nei luoghi di cultura, dall’archiviazione di documenti in uffici come l’Anagrafe alla manutenzione di giochi per bambini, piccoli interventi nelle aree pubbliche e nelle scuole, rimozione di graffiti, vigilanza fuori dalle scuole, collegamento tra gli uffici per rendere gli archivi digitali.

All’interrogazione sui lavori pubblici, in particolare su un tetto pericolante e su una tubatura che si rompe puntualmente nella zona dell’Orto libero, ha risposto l’assessore Giovanni Russo spiegando che, nel primo caso, si tratta di un edificio privato su cui vigono già due ordinanze con cui è stato intimato ai proprietari di intervenire, ma che comunque in questi giorni verrà effettuato un nuovo sopralluogo. Quanto alla rottura della condotta, si tratta di un intervento che per essere risolutivo necessita della sostituzione dell’intera asta di circa 350 metri, che costerebbe all’incirca 100mila euro: «Una cifra che in questo momento non possiamo permetterci». E dunque – in virtù del bando con cui l’ente ha affidato la manutenzione ordinaria di tutta la rete, idrica e fognaria, in tutto il territorio comunale senza limiti di interventi – la cosa più conveniente è fare intervenire la ditta in questione qualora si verifichi il problema, senza ulteriori aggravi di spesa.

Altra interrogazione, sempre dei Santoro, ha riguardato il bando sugli impianti pubblicitari, con il capogruppo che ha paventato il «rischio di un monopolio da parte di una singola azienda». La questione è stata chiarita dall’assessore al ramo Gaetano Pacienza: «Il nuovo regolamento su questo delicato settore è uno spartiacque rispetto al passato, in cui l’ente era incappato anche in contenziosi milionari. Bisognava fare ordine e lo abbiamo fatto. Intanto le competenze su eventuali abusi saranno in capo solo alla Polizia municipale. Quanto al bando, il regolamento già prevedeva l’adeguamento della metratura disponibile fino a 3.000 metri quadrati. La metà verranno assegnati tramite gara pubblica. Dei restanti 1.500 metri, 900 resteranno in capo al Comune che li gestirà in proprio; e 600 verranno assegnati ai privati che ne faranno richiesta. Su questi, alcuni sono già in gestione a ditte con la concessione in scadenza: ebbene, queste possono chiedere sin da ora il rinnovo. Gli altri spazi verranno dati a chi ne farà richiesta per primo. Certo, non possiamo vietare a chi si aggiudica il bando dei 1.500 metri quadrati di aggiudicarsi la gestione anche di altri impianti, ma per impedire il rischio monopolio abbiamo previsto che si possa fare una domanda per volta per la concessione di un solo impianto, e far trascorrere 15 giorni prima di poter fare la domanda per un altro singolo impianto. In questo modo tutte le ditte avranno modo di partecipare e aggiudicarsi gli impianti a disposizione».

In conclusione, anche l’interrogazione di Marco Miceli sulla questione amianto e la possibilità per l’ente di accedere a parte di quei 43 milioni di euro che il ministero ha stanziato a favore della Regione Calabria. Il consigliere del Pd ha chiesto se il Comune abbia approvato il Piano comunale amianto o se comunque sia possesso di una mappatura, che gli permetterebbe quanto meno di partecipare all’avviso della Regione. A rispondere, l’assessore Bruni: «Il censimento sulla presenza dell’amianto sul territorio comunale è stato fatto con un software della Regione, ma ora quella mappatura va circoscritta. Noi non siamo dotati del Pac, ma possiamo accedere comunque al finanziamento. Il problema vero – ha rimarcato Bruni – è che il bando prevede un contributo per la rimozione e lo smaltimento dell’eternit ma non per il rifacimento. Quindi, noi potremmo anche ottenere i soldi per togliere un tetto in amianto, ma poi non li abbiamo per ricostruirlo…».

top