giovedì,Aprile 18 2024

Statuto comunale: rinvii e polemiche. L’affondo di Cutrullà sul consigliere delegato

Nel corso di due tormentate sedute di consiglio, la maggioranza vacilla ma mette al sicuro la prima votazione sul punto. L’opposizione fa ostruzionismo e avanza pesanti rilievi.

Statuto comunale: rinvii e polemiche. L’affondo di Cutrullà sul consigliere delegato

Un dramma in due atti, quello che si è consumato tra giovedì e venerdì all’interno del consiglio comunale di Vibo Valentia chiamato, tra le altre cose, ad affrontare la discussione sulla modifica dello Statuto comunale, tra gli affondi dell’opposizione e diversi interrogativi rimasti insoluti per la maggioranza che, in ogni caso, anche se vacillando in più occasioni, è riuscita a mettere in cassaforte la prima votazione sul punto.

Votazione che dovrà essere ora ratificata altre due volte prima di divenire effettiva. E se, nella seduta di giovedì, l’opposizione, salita sulle barricate per affossare il provvedimento, ha fatto mancare il numero legale abbandonando l’aula e rendendo necessario il rinvio del punto alla seconda convocazione, ieri è stata la maggioranza a prendersi la rivincita tirando dritta sulla sua strada e approvando la possibilità di mettere mani allo Statuto.

Notevoli, in ogni caso, le bordate ricevute dal fronte opposto, che ha sollevato non pochi dubbi sulla legittimità amministrativa e soprattutto sull’opportunità politica della questione, costringendo a frequenti sospensioni entrambe le sedute, protrattesi non a caso fino a tarda sera. «Si vuol piegare lo Statuto ad esigenze meramente politiche»: l’accusa rivolta con più insistenza all’indirizzo del sindaco Costa e della maggioranza, da parte dell’opposizione e del capogruppo Antonio Lo Schiavo. Sul piano formale molte le questioni sollevate, tra gli altri, dal consigliere del Pd, Giuseppe Cutrullà, il quale si è concentrato maggiormente sulla figura del consigliere delegato, principale voce di scontro politico che si vorrebbe introdurre nello stesso statuto.

Figura «non normata dall’ordinamento giuridico, sulla legittimità della quale pendono due sentenze dei Tar di Puglia e Toscana» che ne delimitano fortemente le competenze, ha osservato Cutrullà. Tra le alte cose, il consigliere delegato «non deve avere attribuite deleghe generali e queste non devono essere di tipo assessorile o ancora compiti di amministrazione attiva; non deve partecipare o far parte della giunta; non deve avere poteri uguali a quegli degli assessori e maggiori di quelli dei propri omologhi, ma, soprattutto, non deve avere poteri su dirigenti, funzionari e responsabili degli uffici e servizi». Cutrullà ha quindi ribadito in aula che, «alla luce di quanto proposto dalla maggioranza», non si prevede espressamente che «che il consigliere delegato non abbia poteri ulteriori rispetto a quelli degli altri consiglieri, che non abbia poteri decisionali di alcun tipo e che lo stesso non possa partecipare alle riunioni di giunta, anzi, la stessa proposta del sindaco prevede che il consigliere delegato possa partecipare alle riunioni di giunta in cui venga trattato un argomento riguardante la delega, per relazionare sul medesimo».

Da qui la richiesta di ritiro della proposta, formulata ieri, e il «suo ritorno in commissione per l’integrazione alla luce delle due autorevoli sentenze». Proposta, manco a dirlo, «respinta senza alcuna giustificazione dalla maggioranza», il che porta il consigliere democrat a prendere atto di come «al Comune di Vibo Valentia non s’intendano seguire sentenze o che addirittura si disconoscano le stesse». È chiaro, infine per Cutrullà e l’opposizione tutta, che la figura del consigliere delegato «serve solo a sedare le fibrillazioni e le spaccature che ci sono nella maggioranza».

s. m.

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