martedì,Aprile 23 2024

Ospedale di Serra, il sindaco di Simbario: «Umiliati dall’assenza di servizi»

Fanno rete i primi cittadini dell'area montana. Ovidio Romano interviene dopo i colleghi di Nardodipace e Brognaturo: «Dobbiamo rivendicare i diritti negati alle nostre popolazioni»

Ospedale di Serra, il sindaco di Simbario: «Umiliati dall’assenza di servizi»
L'ospedale di Serra San Bruno
Ovidio Romano

Fanno rete i sindaci delle Serre vibonesi su uno dei temi caldi del momento: la sanità e, in particolare, il futuro dell’ospedale di Serra San Bruno. Dopo gli interventi dei sindaci di Nardodipace, Antonio Demasi, e di Brognaturo, Rossana Tassone, a prendere parola è il primo cittadino di Simbario Ovidio Romano.
«L’emarginazione che i nostri territori scontano – esordisce Romano – ma che spesso, in alcuni periodi dell’anno, vedevano e vedono aumentare a dismisura il numero dei residenti per effetto dei flussi turistici, ancora una volta, rischiano di soccombere a causa di un inefficiente presidio sanitario che avrebbe dovuto essere una garanzia per la popolazione montana e per i turisti. Un evidente servizio ma, prima di tutto, un diritto sancito dalla Costituzione». [Continua in basso]

«L’ospedale San Bruno – prosegue il sindaco di Simbario – doveva garantire, oltre ai livelli essenziali, standard di sicurezza e funzionalità del laboratorio di analisi cliniche e del servizio di diagnostica per immagini. Questo servizio è stato il primo ad essere aperto, diventando con il dottor Galea uno dei reparti d’eccellenza. L’eccellenza del reparto ha conquistato un bacino d’utenza che raggiungeva tutta la Calabria da Amantea a Catanzaro, Francavilla Angitola, Chiaravalle, Filogaso, Arena, Fabrizia, sia per l’efficienza del personale che per i macchinari dato che è l’unico reparto in tutto il territorio vibonese ad avere la Dentoscan».

Ora però, tocca fare i conti con la carenza di personale e i conseguenti disagi: «Il disservizio sempre più preoccupante nel reparto di Radiologia rappresenta un’umiliazione e un disagio per l’utenza che, appunto, oltre i disagi della malattia, subiscono l’umiliazione al tentativo di curarla – sottolinea Romano -. La gravità della questione è che oggi non ci troviamo più a parlare di servizi inadeguati ai fabbisogni reali, ma di assenza di servizi. Dimenticando ogni rispetto e attenzione quando si parla della vita e di persone, e soprattutto, l’amara esperienza di questi anni: ogni volta che si è chiuso o sospeso un servizio, non è stato più riaperto».

«Ciò che avrebbe dovuto togliere l’etichetta penalizzante all’ospedale, a causa dell’avvio del processo di riordino della rete ospedaliera degli ultimi anni, ridandogli dignità e prospettiva di più reparti, personale medico, ampliamento e possibilità di potenziamento, si sta trasformando nel suo decadimento -scongiurando che la casa della comunità all’interno dell’ospedale non ne dia il colpo di grazia». Romano fa quindi riferimento ai colleghi di Brognaturo e Nardodipace: «Occorre assicurare al nostro territorio, come diceva bene il sindaco di Brognaturo: il ripristino del reparto di Radiologia; una prima risposta all’emergenza/urgenza tramite una funzione di Pronto soccorso fortemente integrata a livello organizzativo sia con l’emergenza territoriale, sia con i medici ospedalieri; una seconda ambulanza situata a Mongiana per iniziare a dare riscatto ad un territorio costretto ad elemosinare un diritto. Infine – conclude -, ci tenevo a dare piena disponibilità al sindaco di Nardodipace Antonio Demasi e al sindaco di Brognaturo Rossana Tassone per rivendicare ad ogni livello i diritti eternamente negati alle nostre popolazioni, condividendo che “si tratta di problemi eccezionali resi drammatici dall’abbandono e dal disinteresse atavico, quello tipico riservato ad una colonia. A questi problemi eccezionali è chiaro che bisogna rispondere con provvedimenti eccezionali”».

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