mercoledì,Aprile 24 2024

Buona sanità a Vibo, un paziente del Nord: «Allo “Jazzolino” medici e infermieri encomiabili»

Il 75enne, originario di Mileto ma residente in Brianza, si è sentito male mentre si trovava nel Vibonese per le vacanze estive. Ecco i ringraziamenti al personale che l'ha avuto in cura

Buona sanità a Vibo, un paziente del Nord: «Allo “Jazzolino” medici e infermieri encomiabili»
L'ospedale Jazzolino di Vibo Valentia

È un momento non certo facile per la sanità calabrese. Ancor di più per l’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia, suo malgrado balzato sovente agli onori della cronaca per fatti non certo esaltanti. In questo caso, però, fa piacere andare, una volta tanto, controcorrente e raccontare un caso di buona sanità. Protagonista della vicenda, il 75enne Giuseppe Porcini, originario del Vibonese ma da oltre mezzo secolo trapiantato a Verano Brianza, in provincia di Monza. Il pensionato nel periodo estivo, come tutti gli anni, ama soggiornare in Calabria. Giorni fa è stato colpito da un malore mentre si trovava nell’abitazione in cui abitualmente risiede quando ritorna nel suo paese natio, Mileto.

«All’improvviso – spiega a Il Vibonese.it – mi sono sentito male e sono svenuto. Ripresomi mi sono fatto trasportare da conoscenti all’ospedale di Vibo Valentia. Qui, devo dire, ho trovato medici e personale sanitario gentili, disponibili e competenti. Dopo una prima visita, le cure e i relativi esami nel reparto di Pronto soccorso, sono stato trasferito in quello di Neurologia. Qui mi è stata rilevata una piccola emorragia cerebrale. Come nel primo caso, anche in questo reparto ho trovato dottori e infermieri bravi, capaci e, soprattutto, dotati di grande professionalità e umanità. Oggi, grazie a loro, dopo una settimana di ricovero e di cure mi sono completamente ripreso e sono stato dimesso. Nei prossimi giorni ritornerò in Brianza. Ci tenevo, però, a ringraziarli – conclude – e dire loro che non hanno niente da invidiare ai colleghi del nord Italia. Il loro è un lavoro encomiabile, ancor di più perché spesso si trovano ad operare in emergenza, sia dal punto di vista dei numeri e sia per quanto riguarda le attrezzature e i mezzi messi a loro disposizione».

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