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Riordino rete ospedaliera, a Vibo associazioni in protesta contro il provvedimento di Occhiuto

Molte le adesioni alla manifestazione promossa da "Osservatorio Civico Città Attiva Vibo Valentia" che si svolgerà davanti l'Ospedale Jazzolino

Riordino rete ospedaliera, a Vibo associazioni in protesta contro il provvedimento di Occhiuto
L'ospedale Jazzolino di Vibo Valentia
L’ingresso del Pronto Soccorso dell’ospedale di Vibo

Osservatorio Civico Città Attiva Vibo Valentia, per la quinta volta, si appresta a realizzare il consueto appuntamento dell’ultimo venerdì del mese «per reclamare una sanità regionale degna di un popolo civile». La protesta sta iniziando a generare una certa eco, tant’è che molti altri comitati, associazioni e gruppi hanno deciso di unirsi. Alla delegazione, pertanto, si unirà anche quella dei seguenti gruppi: Artigianfamiglia Pizzo; Serra Al Centro; Comitato San Bruno Diritto Difesa Alla Salute; Una Sanità Per Tutti Parghelia; Calabria Sociale Tropea; Movimento 14 Luglio Nicotera; Comitato Pro Casa Della Salute Scilla; Casa Della Salute Siderno; Comitato 19 Febbraio Oppido Mamertina; Viboresistenti; USB, Unione Sindacale Di Base; Proloco Vibo Marina; Centro Studi Progetto Vibo. pertanto, domani, venerdì 28 luglio, alle ore 11, dinanzi l’Ospedale di Vibo Valentia «torneremo in piazza per manifestare e per pretendere che i nostri diritti vengano rispettati, specialmente adesso che Vibo Valentia si conferma l’ultimo fanalino di coda, ben lontano dalle attenzioni di chi dovrebbe preoccuparsi di tutelarci – spiega l’associazione promotrice della manifestazione -. Ed infatti, il trattamento riservato a Vibo Valentia nel Documento di Riorganizzazione della Rete Ospedaliera regionale pubblicato sul Burc n. 154 del 12.07.2023, dove vengono indicati i posti letto per 1000 abitanti, è chiaramente indegno di una popolazione che si possa definire civile nonché indicativo della considerazione che ci viene riservata e della strada su cui si cerca di indirizzare la sanità pubblica! E quindi, mentre a Catanzaro da 4,10 arrivano 4,57, a Crotone da 3,92 arrivano a 4, Cosenza da 2,61 arrivano a 3,32, a Reggio Calabria da 2,71 arrivano a 3,18, a Vibo Valentia da 1,86 arrivano a 2,39, al di sotto dei lea (Livelli Essenziali di Assistenza), che prevedono per l’intera nazione un minimo di 3 posti letto ogni 1000 abitanti. È evidente che chi ci governa non ritiene che ci spettino gli stessi trattamenti del resto d’Italia, dove la media dei posti letto è di 5,3 ogni mille abitanti».

«Il piano di riordino pensato da Occhiuto, tuttavia, non si può certamente definire benevolo nei confronti delle altre province calabresi. Ed infatti, eccetto la promessa della futura apertura del Pronto soccorso all’ex Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini e la riapertura del Pronto Soccorso di Cariati con l’Ospedale Vittorio Cosentino che diventa presidio ospedaliero di zona disagiata (che comunque si realizzeranno solo a patto di riuscire a trovare il personale medico da destinare ai due Pronto soccorso), il piano non affronta concretamente le pesanti criticità che sono sparse su tutta la regione ma produce qui e lì tagli lineari che depotenziano pesantemente tutta la rete ospedaliera periferica, senza esclusione delle aziende e degli ospedali considerati Hub (Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria). Come non bastasse, tutti i reparti pubblici di lunga degenza della regione risultano chiusi, mentre si ampliano o si danno nuovi accreditamenti a quelli presenti nelle strutture private. Non deve ingannare, perciò, il dato fornito dal presidente sull’incremento del numero complessivo dei posti letto, visto che nel numero totale molti di questi sono previsti nel privato a svantaggio del pubblico depotenziato, con tutte le conseguenze facilmente immaginabili. Lo stesso trattamento, purtroppo, è stato riservato alla rete di soccorso Suem-118, a cui sono rimasti in uso mezzi fatiscenti e poco personale, a fronte delle società di Ambulanze private che continuano a crescere e potenziarsi, come evidenziato anche da Usb, Unione Sindacale di Base», prosegue la nota di Città Attiva Vibo Valentia. «Osservatorio Civico Città Attiva Vibo Valentia, pertanto, non può fare a meno di inorridire innanzi al totale disinteresse palesato dai rappresentanti politici del territorio e dalle amministrazioni locali nei confronti della salute dei cittadini, alla cui tutela, invece, sono stati chiamati, preposti ed incaricati. Città Attiva Vibo Valentia, pertanto, insieme ai gruppi sopra elencati e a tanti altri che presto siamo certi sposeranno la nostra causa, non intende rassegnarsi alla degradante situazione che svilisce il cittadino e la sua dignità, privandolo di diritti costituzionalmente sanciti che non dovrebbero neppure essere reclamati e, per tale evidentissimo motivo, è disposta a ricorrere ai più alti gradi di giustizia».

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