giovedì,Aprile 18 2024

Sanità, Serra al centro contro l’Asp: «Scelte inopportune. Gli ospedali vibonesi? Vuoti sarcofaghi»

La critica del gruppo serrese: «Scelte amministrative scellerate e una politica sanitaria inesistente»

Sanità, Serra al centro contro l’Asp: «Scelte inopportune. Gli ospedali vibonesi? Vuoti sarcofaghi»
La sede dell'Asp di Vibo Valentia
L’ospedale di Serra San Bruno

«È davvero curioso come il commissario dell’Asp di Vibo Valentia, Giuseppe Giuliano, anziché pensare a come sollevare le sorti di un diritto come quello alla salute che, ovunque, sul territorio vibonese manca delle più elementari forme di garanzia, si adoperi invece per bandire concorsi amministrativi con tre dirigenti in più rispetto ai sei originariamente previsti dal piano del fabbisogno relativo al 2022». Il gruppo “Serra al centro” commenta così le strategie messe in campo dall’Azienda sanitaria vibonese evidenziando: «Tale operazione va nella direzione opposta rispetto al principio del buon andamento della Pubblica amministrazione, soprattutto tenendo in considerazione un aggravio di spese per le casse pubbliche, che dovrebbero essere destinate al diritto sanitario propriamente detto». [Continua in basso]

A giudizio del gruppo politico, composto da Giuseppe Zangari, Bruno Iovine, Gregorio De Caria e Salvatore Censore, «le scelte inopportune del commissario non si ripercuotono solo sul personale sanitario, ma stanno causando caos organizzativo anche sui servizi distrettuali; un esempio lampante è il conferimento di un incarico ad un dirigente medico presso l’Unità di Valutazione multimediale a Vibo Valentia. Tale incarico, ha di fatto sottratto la figura medica dal servizio protesico del distretto di Serra San Bruno senza sostituirla, il risultato di detta operazione è che i cittadini del comprensorio delle serre, per l’erogazione della prestazione in oggetto sono costretti a recarsi a Vibo». E ancora: «Carenze di personale medico, infermieristico, sanitario di ogni tipo, rendono gli ospedali di Serra e del vibonese dei vuoti sarcofagi che non soltanto non riescono a dare risposte ai bisogni sanitari della popolazione, ma proprio a causa della precarietà di personale e strumenti diagnostici possono, al contrario, diventare “pericolose perdite di tempo prezioso”. E si sa, in sanità, la tempestività molte volte segna il confine tra la vita e la morte. Ma tutto ciò non basta e si continua imperterriti su una strada che sta portando allo sfascio quello che è rimasto della sanità pubblica nella provincia di Vibo Valentia».

Esempio emblematico è «l’ospedale di Serra San Bruno con delle sale operatorie rimesse a nuovo per poi lasciarle cadere in disuso, dopo un breve periodo di tempo in cui hanno garantito interventi chirurgici, anche di una certa portata. Come il reparto di diagnostica per immagini, un tempo il fiore all’occhiello del nosocomio “San Bruno” ed ormai ridotto alla telemedicina. E ciliegina sulla torta, risulta l’istituzione della Casa di comunità nel grembo della struttura ospedaliera, con l’intento di svuotarlo dall’interno, creando artificialmente un doppione per avere poi il pretesto di chiudere l’ospedale reale. Tutte cose che – evidenzia Serra al centro- la popolazione deve conoscere per agire con maggiore consapevolezza nei momenti della protesta, quando al diritto alla salute si contrappone una politica sanitaria praticamente inesistente, ed il diritto a stare bene si contrasta necessariamente con scelte amministrative scellerate come quelle appena descritte. Infine, per completezza ci teniamo altresì a ribadire, con estrema determinazione, il bisogno di riattivare tutti i servizi relativi alle prestazioni di esenzione ticket per chi ne ha diritto».

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