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4 novembre, Zambrone conferisce la cittadinanza onoraria al Milite ignoto

La delibera è stata approvata a maggio scorso, ora un ulteriore omaggio allo sconosciuto soldato nella giornata in cui si ricordato tutti i caduti in guerra

4 novembre, Zambrone conferisce la cittadinanza onoraria al Milite ignoto
Il Comune di Zambrone

Anche il Comune di Zambrone figura tra le migliaia di Enti che hanno deciso di conferire la cittadinanza onoraria al Milite ignoto, nel centenario della sua tumulazione all’Altare della Patria a Roma. All’iniziativa – ideata dal Gruppo delle Medaglie d’oro al Valor Militare d’Italia e poi sollecitata dall’Anci – ha aderito la passata amministrazione comunale, guidata come l’attuale dal sindaco Corrado L’Andolina. La cittadinanza è stata conferita, infatti, con una deliberazione del Consiglio comunale del 27 Maggio scorso. In occasione del 4 novembre, però, verrà reso ulteriormente omaggio al Milite ignoto nel corso della cerimonia per ricordare i caduti in guerra. Alle ore 10 il sindaco deporrà la corona d’alloro ai piedi del monumento dedicato ai caduti in piazza San Carlo. Sarà presente anche il parroco, don Luigi Scordamaglia, per la benedizione e il Complesso bandistico Città di Zambrone. [Continua in basso]

«La celebrazione del Milite ignoto nella ricorrenza del suo centenario – dichiara il primo cittadino – non vuole essere un semplice rituale. Tutt’altro. La sua vicenda è un monito severo che occorre tenere ben presente. Perché non si costruisce una comunità con la superficialità o con l’invettiva, con la vanità o con il sentimentalismo. Tutt’altro. Essa trova fondamento in una dimensione valoriale che prima o poi incrocia il dolore e che risulta impossibile eludere. Nei giorni scorsi, in occasione di questo centenario, è stato riproposto quel viaggio che portò il Milite ignoto ad essere tumulato al Vittoriano. Non ci sono state le folle oceaniche di cento anni fa. Ma l’interesse, anche dei giovani, è stato significativo. Un dato che vale la pena non trascurare. Quel treno rappresentò, in modo particolare, due aspetti della vita nazionale. Il primo è collegato all’identità nazionale; tutta l’Italia si strinse intorno al Milite ignoto sentendosi nazione libera e unita come mai era accaduto. Il secondo è collegato alla speranza. La fine del primo conflitto mondiale impose una ricostruzione radicale del Paese. E oggi? Le conseguenze della “guerra” pandemica richiedono analogo atteggiamento: lavoro, fiducia, idee, determinazione; ma, soprattutto, valori unificanti».

Quest’anno, poi, un’altra ricorrenza unisce tutta l’Italia: i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. «In un libro dedicato a tale evento – ricorda L’Andolina -, Aldo Cazzullo ha scritto: “Dante è il poeta che inventò l’Italia. Non ci ha dato soltanto una lingua; ci ha dato soprattutto un’idea di noi stessi e del nostro Paese”. Nel suo lungo viaggio lirico, il Sommo Poeta racconta l’Italia, fra traversie, difficoltà, incidenti di percorso. Ma nonostante ciò essa ha ripreso a “riveder le stelle”. È significativa la coincidenza dei due eventi, specie in una prospettiva di Unità d’Italia che si celebra, anch’essa, il 4 Novembre. La memoria collettiva non è soltanto una sommatoria di memorie individuali. È molto di più. È una scelta fra i fatti storici da ricordare che incrociano destini singoli e comunitari. La memoria storica è un bene prezioso perché rappresenta il collante delle nostre esperienze. E solo se sappiamo veramente chi siamo possiamo decidere chi essere e dove andare».

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